Il primo snodo della neo Legislatura è stato archiviato: Camera dei Deputati e Senato hanno eletto i rispettivi presidenti. Non sono mancati i colpi di scena, specie nella camera bassa dove Forza Italia ha votato differentemente alla maggioranza e dove qualcuno dall'opposizione ha espresso il proprio voto per Ignazio La Russa. Poi eletto. Uno dei prossimi passaggi, propedeutici alla composizione del nuovo esecutivo Meloni, è quello relativo alle nomine dei Vicepresidenti di Camera e Senato. Pedine che, tradizionalmente, spettano all'opposizione. Oltre a queste, ci sono anche quelle relative ai questori ed ai funzionari delle due camere. E ancora, in un secondo momento, le due commissioni di Vigilanza che spettano all'opposizione: quella dei servizi segreti e quella Rai. Insomma, tocca anche all'opposizione fare il proprio gioco per cercare di coprire le caselle della politica e delle istituzioni.
O meglio, alle opposizioni. Perché al momento i tre poli (quello di centrosinistra con il PD in testa, quello del Movimento 5 Stelle e quello della federazione Azione/+Europa) non lasciano trasparire un atteggiamento di unità e conciliazione. Ad oggi, l'opposizione si fa ognuno per sé. Andazzo, questo, che avrà un inevitabile riflessione nell'ambito delle assegnazioni dei ruolo di cui sopra. Specialmente per le Vicepresidenze di Camera e Senato.
Il PD, alla Camera, vorrebbe schiarare uno tra Maria Cecilia Guerra ed Alessandro Zan. Il secondo in funzione di argine, anche comunicativa ed immagine, al conservatore presidente Fontana. Il Movimento 5 Stelle pensa a Cafiero De Raho, il Terzo Polo a Matteo Richetti. Per Conte altro nome spendibile è quello di Chiara Appendino, l'ex Sindaca di Torino che sarebbe in lizza anche per la vigilanza Rai. Casella, quest'ultima, che Italia Viva vorrebbe assegnare a Maria Elena Boschi. I dem, invece, pensano di poter ottenere il Copasir e di affidarlo ad uno tra Enrico Borghi e Lorenzo Guerini. Più vaga la situazione al Senato: Stefano Patuanelli per il 5s e Simona Malpezzi (o Debora Serracchiani) per il Pd sono nomi da tenere d'occhio.
Ma parlavamo dell'indole solista che sembra traspire dall'opposizione. Eppure, di riffa o raffa, dovranno parlarsi per cercare una quadra. Il dialogo, evidentemente, è più agevole tra 5s e Pd. Lo sa il Terzo Polo che, in queste ore, si è messo all'attacco denunciando un presunto accordo - stipulato tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta - di spartizione delle caselle. Un accordo che escluderebbe proprio il Terzo Polo. Così Calenda su Twitter: "Se Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, come sembra, faranno l’accordo per spartirsi tutte le VicePresidenze di Camera e Senato destinate all’opposizione, noi non parteciperemo al voto. Se questo accordo si materializzerà, la scelta del PD in termini di alleanze sarà evidente". Gli fa eco Matteo Renzi retwettando: "Condivido".
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