Il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto ha ammesso ieri che alcuni interventi previsti dal Pnrr entro il 2026 sono irrealizzabili. La presa di consapevolezza arriva dopo la relazione sullo stato di attuazione della Corte dei Conti che evidenzia come, ad oggi, siano stati spesi solo il 6% dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L'impresa di completare quanto previsto dal Pnrr spendendo tutte le risorse diventa sempre più ardua. La notizia fa insorgere le opposizioni che parlano di incapacità del Governo. La ministra del lavoro Marina Elvira Calderone tenta invece di tranquillizzare "non siamo preoccupati, la terza rata del recovery non è a rischio". Della stessa opinione il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per il quale l’Italia non vive una situazione di allarme.
La preoccupazione che i fondi del Pnrr vadano perduti è ora tangibile. E, come prevedibile, la questione diventa oggetto di scontro politico, con le opposizioni determinate a inchiodare l'esecutivo alle sue responsabilità. Il Governo, a sua volta, ha implicitamente addossato le colpe dei ritardi ad alcune condizioni poste dal precedente Consiglio dei ministri a guida Draghi. Secondo Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare, non è però questo il momento di inutili scarichi di responsabilità:
Secondo Riccardo Magi, segretario di +Europa, invece:
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, evita invece l'attacco e propone di collaborare per risolvere i nodi: