Si attende oggi l’ok definitivo al decreto, già approvato dal Consiglio dei ministri, riguardante il ponte sullo stretto di Messina. Il testo introduce disposizioni urgenti per la realizzazione della struttura stradale che collegherà la Sicilia e la Calabria attraverso lo stretto di Messina. Un’opera millenaria, inseguita e poi mollata durante l’avvicendarsi dei tanto governi italiani e che questo governo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ha deciso di mettere tra le priorità da inseguire in termini infrastrutturali. Lo ha fatto anche Matteo Salvini, numero uno del ministero competente, anche contraddicendo sé stesso. Era il 2016 quando Salvini, leader di una lega più arroccata su un posizionamento regionalista e nordista, parlava del ponte come di un’opera che non sta nemmeno in piedi. L’attuale Vicepremier, ospite di Radio Capital questa mattina, ha spiegato la metamorfosi d’intenti:
Così il Ministro leghista. Il quale, poi, ha ribadito quanto quella odierna sia una giornata cruciale per il destino di questa opera. L’ok definitivo al decreto, infatti, dovrebbe arrivare in giornata. Sarà un primo passo, prima dei normali passaggi parlamentari nell’ambito dell’iter legis, per un maxi intervento che toccherà più ambiti: la riapertura della società competente dei lavori, il cambio di governance, il riavvio della programmazione relativa alle attività e agli interventi, gli studi di fattibilità ed il monitoraggio ambientale.
In attesa di capire i risvolti che offrirà questa giornata, Matteo Salvini pone già l’orizzonte al futuro e – sempre ai microfoni di Radio Capital – detta il timing relativo alla realizzazione dell’opera. Così Il Vicepremier:
Matteo Salvini, poi, è intervenuto sulla riforma del codice degli appalti che era stata affidata al Consiglio di Stato:
Matteo Salvini, infine, è intervenuto su un paio di temi al centro dell’agenda mediatica. Sulla migrazione ha detto:
Per quanto riguarda il no alla registrazione di figli di coppie omogenitoriali Salvini ha commentato al netto del richiamo – arrivato ieri – recepito dal Parlamento Europeo. Il commento: