Le bordate non fermino i lavori per il partito unico del Terzo Polo. Questo il senso intrinseco nella scelta di mantenere – o forse nella scelta di non annullare – la riunione di oggi pomeriggio fra le squadre di Italia Viva e Azione. 24 ore o poco più di tensioni, con annesse dichiarazioni - anche anonime - inviate e ricevute hanno messo a rischio la fusione fra Carlo Calenda, Matteo Renzi, le relative squadre e personaggi.
Lavori che proseguono all’ombra dello scambio di accuse e delle recriminazioni, ma che ha visto anche un lavoro sottotraccia, per proseguire il cantiere della fusione. E una vera e propria cartina programmatica per arrivare alla nascita del tanto decantato partito unico già c’è, ed è ben definita.
Lavori per il partito unico del Terzo Polo che, sperano in molti, dovranno riuscire a superare i sospetti e le accuse delle ultime ore: dopo l’intervista a Carlo Calenda apparsa sul Corriere della Sera, in cui il leader di Azione punta il dito verso Matteo Renzi. reo di essere troppo impegnato per proseguire con il progetto del Partito unico, accusandolo di voler diluire i tempi in vista delle elezioni europee del prossimo anno, lo stesso frontman di Italia Viva - a Fanpage - parla di un progetto talmente importante che non vale la pena di litigare. Il tutto però alla fine di una giornata densa di accuse. Forti le parole di Davide Faraone:
La replica di Matteo Richetti, dall’altra cannoniera, quella di Azione, è puntata contro Renzi:
La strada è ancora lunga, le tappe sono serrate. E le polemiche appaiono inevitabili.