Il rinvio del voto per la ratifica - o meno - del Mes è sempre più probabile. Da giorni infatti si è palesata la volontà dell'esecutivo di posticipare il voto che darebbe il via libera dell'Italia alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Il nostro Paese, come è noto, è ad oggi l'unico membro dell'Unione Europea a non aver approvato il trattato che modifica il cosiddetto meccanismo Salva-Stati.
Lo stallo, dovuto alla sostanziale opposizione di Fratelli d’Italia e Lega – più sfumata invece la posizione di Forza Italia – sembra in ogni caso destinato a perdurare almeno fino a settembre. L’intenzione della premier Meloni è infatti quella di prendere tempo per rafforzare le trattative in corso con l’Unione Europea sul Patto di stabilità, posticipando così una decisione difficile ma non per sempre rimandabile.
Il voto sulla ratifica del Mes previsto per il 30 giugno sembra, con probabile certezza, destinato a slittare a settembre. Il Governo, infatti, non ha nessuna intenzione di affrontare lo scoglio politico creatosi attorno al Meccanismo europeo di stabilità adesso, nonostante il pressing delle opposizioni.
Nella volontà di rimandare il voto finale incidono, certamente, anche gli inciampi in cui è caduta la maggioranza la scorsa settimana. La prima frattura si è aperta, infatti, dopo l’arrivo del parere positivo del Ministero dell’Economia e Finanze, guidato dal leghista Giorgetti, all’adozione del Mes in aperto contrasto con la linea del Governo. Il secondo inciampo – almeno a giudizio delle opposizioni – è arrivato giovedì scorso con la decisione dei membri di maggioranza di disertare il voto sul Mes in Commissione esteri.
Che i fatti verificatesi la scorsa settimana siano sintomo di divisioni è ovviamente smentito dalla maggioranza, che si dichiara compatta e unita nella realizzazione del programma di Governo. I partiti di opposizione, tuttavia, non sono dello stesso avviso, lamentando gli atteggiamenti di un esecutivo che, incapace di prendere decisioni pur di continuare a dare adito alla propaganda, fa sbandare il Paese.
I giudizi più severi arrivano, in particolare, dal Movimento 5 Stelle. La forza politica guidata da Giuseppe Conte, seppur contraria all'adozione del Mes, ha in questi giorni fortemente stigmatizzato l'assenza di responsabilità da parte della maggioranza. A confermare questa visione, l'onorevole Filippo Scerra, raggiunto dalla redazione di TAG24 in questa intervista esclusiva.
On. Scerra, come giudica l'atteggiamento tenuto dal Governo sulla questione Mes?
"Un atteggiamento imbarazzante: fuggono dalle proprie responsabilità. Chi sta al governo del Paese ha il dovere di affrontare a viso aperto i dossier che riguardano tutti noi. Oggi invece abbiamo un ministro dell’Economia che dice una cosa, una maggioranza dilaniata e una presidente del Consiglio pilatesca. Il governo non può scappare, deve dire quello che ha intenzione di fare".
Qual è la posizione del Movimento Cinque Stelle sul Mes? Quale significato ha avuto l'astensione del M5S in occasione del voto in commissione Esteri di giovedì scorso?
"Innanzitutto pensiamo sia giusto che il Governo si prenda le sue responsabilità. La nostra posizione poi è coerente con il percorso che abbiamo fatto in questi anni. Siamo contrari allo strumento e siamo stati gli unici a tenere la barra dritta quando qualcuno voleva farcelo attivare, e anche qui in Italia non sono mancati durante la pandemia. Non avessimo fatto così oggi non avremmo il Pnrr. Non giudichiamo positivamente neanche la modifica del MES, ma abbiamo sempre detto che avremmo valutato l’eventuale ratifica in una logica di pacchetto con le altre riforme, a partire da quella della governance economica europea. Questi i motivi dell’astensione".
Tornando al Governo, crede che la maggioranza deciderà di posticipare ulteriormente la decisione finale sulla ratifica?
"Sono certo che cercheranno ogni strumento utile per rinviare. Lo faranno in commissione come in Aula. Purtroppo questo sembra emergere dalle mosse del governo che telecomanda la maggioranza".
Quale scenario intravede nei prossimi mesi? Il Governo deciderà di dare il via libera alla ratifica oppure confermerà, anche nelle sedi europee, la sua posizione contraria?
"Sono preoccupato perché vedo un governo impreparato, che non è in grado di gestire tempi e modi di una riforma del Patto di stabilità che è la vera sfida su cui andrebbero concentrati gli sforzi. Non so se alla fine cambieranno idea. Quello che però non funziona è innanzitutto il modo in cui Meloni e Salvini pensano di gestire la credibilità del nostro Paese in Europa".
Parlando di Pnrr, il ministro Fitto ha più volte rassicurato sul corretto proseguimento dei lavori per l'attuazione del Piano. È così?
"Il ministro Fitto non ha chiarito tempi e modi della revisione del piano, ma neanche del coinvolgimento del Parlamento. C’è un grave ritardo sulle tempistiche delle rate. Ormai siamo a sei mesi dalla scadenza della terza rata. Per non parlare del ritardo che si sta accumulando sulle altre… Manca una visione complessiva, Fitto annaspa e noi rischiamo di perdere i 209 miliardi ottenuti in Europa da Conte".
Cosa pensa di quanto accaduto sabato in Russia, con il tentato colpo di Stato da parte di Prigozhin?
"La situazione di instabilità di questi giorni crea grande preoccupazione per tutti noi. E ribadisce più che mai l’urgenza del raggiungimento della pace in Ucraina. Il fronte occidentale deve intensificare gli sforzi per una cessazione delle ostilità ed una soluzione diplomatica del conflitto".