La crisi politica in Niger ha assunto proporzioni internazionali con l'ultimatum imposto dalla Francia ai golpisti. "La richiesta unanime della comunità internazionale, lo ripeto ancora una volta, è di ripristinare immediatamente la democrazia e prima della scadenza del termine fissato dai Paesi della regione, che cade domani. Quindi hanno fino a domani per rinunciare a questo avventurismo, a queste avventure personali, e ripristinare la democrazia in Niger", ha dichiarato la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, dopo aver incontrato il primo ministro nigerino, Ouhoumoudou Mahamadou, a Parigi.
La comunità internazionale, e in particolare l'alleanza economica africana Ecowas, ha minacciato un intervento militare in caso di mancato ripristino del presidente eletto, Mohamed Bazoum. "Dobbiamo prendere molto sul serio la minaccia del ricorso all'intervento da parte di questi Paesi, è una minaccia credibile", ha aggiunto Colonna. L'opzione diventa ancora più concreta in virtù del tentativo inconclusivo di mediazione con i golpisti da parte della delegazione Ecowas, che non è stata accolta dai rappresentanti ribelli.
La Francia ha espresso il suo sostegno deciso agli sforzi dell'Ecowas per fermare il golpe e ha denunciato il colpo di Stato come "inaccettabile". Il Quai d'Orsay ha evidenziato che "il futuro del Niger e la stabilità dell'intera regione" sono in gioco. Il ministro degli Esteri francese ha anche riaffermato il pieno sostegno della Francia al presidente Bazoum, ritenendolo l'unica autorità legittima del Niger.
Mentre si avvicina la scadenza dell'ultimatum, la situazione è tesa e la Francia ha preso precauzioni per la sicurezza dei propri cittadini. Secondo fonti diplomatiche, 1.000 persone, tra cui 500 non francesi, tra cui "molti italiani", sono state evacuate dal Niger.
Dall'Ecowas, intanto, arriva una dichiarazione ambigua riguardo ai tempi e ai modi dell'eventuale intervento militare. Il Commissario per gli Affari politici e la sicurezza dell'Ecowas, Abdel-Fatau Musah, ha affermato che la decisione sarà presa dai capi di Stato del blocco.
Mentre la comunità internazionale si mobilita per ristabilire la democrazia in Niger, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione di alcuni programmi di assistenza al Paese africano. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha sottolineato che l'assistenza sarà legata "alla governance democratica e al rispetto dell'ordine costituzionale".