La crisi politica in Niger continua a suscitare preoccupazioni a livello nazionale e internazionale, mentre il presidente deposto, Mohamed Bazoum, è accusato di alto tradimento dai leader del colpo di Stato e annunciano che sarà processato. I golpisti, che hanno spodestato Bazoum il mese scorso, hanno annunciato in una dichiarazione televisiva che perseguiranno l'ex presidente per le sue azioni, definendole una "minaccia alla sicurezza" del paese.
Il colonnello-maggiore Amadou Abdramane, portavoce dei leader del colpo di Stato, ha dichiarato che il governo del Niger ha raccolto prove contro Bazoum e i suoi complici, sia locali che stranieri, per alto tradimento. Queste prove saranno presentate davanti agli organismi nazionali e internazionali competenti.
La crisi si è ulteriormente intensificata con la reazione della Comunità economica degli Stati africani dell'ovest (ECOWAS), che ha imposto sanzioni al Niger in risposta al colpo di Stato. I golpisti hanno denunciato queste sanzioni come "illegali, disumane e umilianti", affermando che stanno colpendo duramente la popolazione togliendo loro beni di prima necessità come prodotti farmaceutici, generi alimentari ed energia elettrica. Il Niger dipende dalla vicina Nigeria per le forniture elettriche circa al 90%. Da quando la Nigeria le ha sospese, blackout e razionamento sono diventati la quotidianità dei nigerini.
L'ECOWAS sembra indeciso su come procedere. La scelta iniziale era quella di un intervento militare, ma l'incontro risolutiva è stato rimandato dopo che i golpisti hanno minacciato di uccidere il presidente Bazoum se l'Ecowas avesse lanciato l'operazione. Questa minaccia è stata resa nota durante l'incontro della sottosegretaria di Stato statunitense Victoria Nuland, che ha visitato il paese per cercare di facilitare una soluzione diplomatica.
Il presidente, confinato nel palazzo presidenziale dai golpisti, è stato recentemente visitato dal suo medico, che ha confermato che Bazoum sta bene e mantiene un "morale alto".