Finisce un'avventura, ne comincia un'altra: la ruota della carriera un po' tormentata di Carlo Calenda torna a girare dopo il doloroso divorzio con Matteo Renzi, che verrà ufficialmente formalizzato il 9 settembre.
Ma il leader di Azione non è intenzionato a piangere sul latte versato e già guarda al suo futuro, senza esimersi dal lanciare qualche doverosa stoccata a chi lo ha politicamente abbandonato a se stesso:
Ha detto Calenda in un'intervista del Corriere della Sera. Pochi dubbi su chi siano i centrini" demonizzati dal leader di Azione:
Carlo Calenda ha dunque scelto di ripartire in quarta con il suo progetto politico, lasciandosi alle spalle le recenti delusioni e impugnando saldamente la missione di un «grande Fronte Repubblicano» con al centro i valori della Costituzione, specie dei primi articoli.
Nel nuovo inizio di Calenda saranno benvenuti tutti i riformisti, liberali e popolari, mentre il leader di Azione non esclude un'apertura da buon samaritano per i figliol prodighi di Italia Viva che nel breve - ma intenso - matrimonio con Renzi si sono «spesi con passione per il Terzo Polo», a partire da Elena Bonetti.
Nella sua intervista, Calenda non si limita a prendersela con il suo infedele ex alleato, ma intende restituire una panoramica delle ultime scelte sbagliate operate dalle maggiori forze politiche italiane. Per il numero uno di Azione, Elly Schlein ha compiuto un passo decisamente falso decidendo di schierarsi a favore del congelamento del 2% del Pil sulla spesa militare, agendo contrariamente a quanto ci si era detti in sede Nato:
È il verdetto di Calenda. Ma il senatore nutre più di qualche dubbio anche rispetto alla politica portata avanti dall'altra sponda dell'emiciclo italiano. Per Carlo Calenda infatti il centro destra sembra aver preso un po' troppo spunto dalla «realpolitik», visti gli sforzi per difendere il «premierato»:
Consiglia e conclude il leader di Azione.