Mentre le condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro si aggravano, la figlia, Lorenza Alagna, fa sapere che prenderà il suo cognome. Lo ha rivelato il Corriere della Sera ripercorrendo il rapporto che la lega al padre.
All'anagrafe, quindi, non si chiamerà più Lorenza Alagna, dal cognome della madre Franca Maria, ma Lorenza Messina Denaro. Così ha deciso dopo aver incontrato ripetutamente il padre, arrestato a Palermo lo scorso 16 gennaio dopo trent'anni di latitanza. Prima non avevano mai potuto farlo: quando Lorenza è nata, nel 1996, lui era già ricercato. Ed eventuali contatti avrebbero potuto metterlo nei guai.
Dal suo covo di Castelvetrano scriveva:
E per il suo diciassettesimo compleanno, nel 2003, le dedicava queste parole:
Ma nei pizzini che inviava alla famiglia le parole sulla figlia erano di tutt'altro tenore.
In un altro, facendo riferimento al necrologio scritto dalla nipote del boss Leonardo Bonafede dopo la sua morte, scriveva:
L'ipotesi degli inquirenti è che avesse preso male il suo allontanamento, insieme alla madre Franca, dalla casa della nonna materna dov'era cresciuta: come se in qualche modo avesse "tradito" le sue tradizioni. Per questo, si pensa, i loro rapporti erano delicati. E per questo, forse, Lorenza, dopo il suo arresto, aveva dichiarato che non sarebbe andata a trovarlo. Poi ci aveva ripensato e nel corso dei loro incontri qualcosa dev'essere scattato. U' Siccu avrebbe già firmato in carcere l'atto notarile che attesta le reciproche volontà di far diventare ufficiale la sua paternità.
La decisione della 27enne arriva in un momento in cui le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro sembrano essersi fatte particolarmente critiche. Da giorni il boss è ricoverato presso l'ospedale San Salvatore dell'Aquila e ai medici che lo stanno curando per il suo tumore al colon - dopo averlo operato per un'occlusione intestinale, ad agosto - avrebbe chiesto di non essere rianimato, se dovesse porsi il caso.
Attualmente si starebbe sottoponendo a una terapia del dolore. Ma il cancro starebbe progredendo velocemente, tanto che le visite dei familiari si sarebbero intensificate. Appena un mese fa, l'avvocato che lo difende, Alessandro Cerella, aveva dichiarato che il suo assistito stava malissimo, aggiungendo:
Le sue condizioni non sarebbero però compatibili con la detenzione, anche perché, all'interno del penitenziario a cui era stato affidato, "Le Costarelle", non ci sarebbe una struttura sanitaria adeguata alle sue cure. Sembra che non sia in pericolo di vita immediato, ma resta, comunque, un malato terminale. È probabile, quindi, che le sue condizioni di salute vadano peggiorando, con il tempo.
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