Per venerdì 17 novembre 2023 le sigle sindacali Cgil, Uil e Usb hanno indetto la prima delle cinque giornate di sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati in segno di protesta contro la legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali del governo, tra le quali il taglio delle pensioni future dei dipendenti pubblici e i salari e contratti del mondo della scuola. Il 17 novembre lo sciopero è di 24 ore e riguarda tutte le lavoratrici e i lavoratori di asili nido, scuole materne, trasporti, scuole, sanità e uffici pubblici dell’Italia centrale. Per quanto riguarda le categorie del pubblico impiego e dei trasporti, l’astensione dal lavoro è prevista su tutto il territorio nazionale.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è intervenuto nel proprio ambito di competenza, affermando che "non possono esserci scioperi di 24 ore" nel settore dei trasporti e che è pronto a precettare i lavoratori di questo ambito se i sindacati non aderiranno alla richiesta della commissione di garanzia per chiedere una riduzione dello sciopero.
Una nota del Mit riporta le parole di Salvini, il quale "ribadisce la determinazione affinché vengano limitati al massimo i disagi" e si dice "pronto ad assumere tutti i provvedimenti del caso consentiti dalla legge". Per tutta risposta, i segretari confederali di Cgil e Uil, Maria Grazia Gabrielli ed Emanuele Ronzoni, hanno sottolineato in una nota che "al ministro compete la precettazione solo quando in concomitanza con lo sciopero si verifichino eventi calamitosi o di concreto e grave pericolo per l’ordine pubblico".
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha subito risposto alle parole di Salvini, rivendicando il diritto di scioperare senza che i ministri interferiscano nella decisione della durata o delle modalità di svolgimento della manifestazione:
Simile anche la posizione di Stefano Malorgio, segretario generale della Federazione italiana lavoratori trasporti Cgil, il quale afferma che tali "dichiarazioni eversive" non preoccupano più di tanto le sigle sindacali, perché "spesso fanno aumentare l’adesione dei lavoratori".
Arturo Scotto, capogruppo democratico in commissione Lavoro, ha commentato aspramente le parole del ministro Salvini, definendo il suo atteggiamento proprio di un "bullo" e bollando come "politica" la scelta di ricorrere alla precettazione.