Le body cam professionali rivestono un ruolo rilevante non solo per le forze dell'ordine, ma anche in altri settori professionali. Questi dispositivi, facilmente indossabili su parti del corpo come il petto o il casco, offrono una testimonianza visiva inconfutabile di eventi critici. La loro capacità di documentare interazioni e situazioni rende le body cam strumenti indispensabili per la sicurezza e la trasparenza. Oggi se ne sta riparlando dopo i fatti di Pisa, mettendo la questione al centro della discussione pubblica.
Recentemente, l'attenzione si è concentrata sull'uso delle body cam a seguito di eventi accaduti durante un corteo studentesco a Pisa, che hanno sollevato questioni sulla gestione della sicurezza pubblica e sul diritto di manifestazione. Le immagini di scontri tra la polizia e manifestanti, in particolare giovani studenti, hanno scatenato un dibattito pubblico e politico, mettendo in luce la necessità di strumenti che garantiscano sia la sicurezza che la trasparenza delle operazioni delle forze dell'ordine.
L'uso delle body cam da parte delle forze dell'ordine in Italia segue criteri ben definiti dalla legge, che mira a bilanciare l'efficacia di questi strumenti con il rispetto della privacy e dei diritti individuali. L'evento di Pisa ha riacceso il dibattito sull'adozione di tali dispositivi, già utilizzati con successo in numerosi paesi, per migliorare la sicurezza pubblica e la fiducia nei confronti delle autorità.
Le body cam offrono numerosi vantaggi per gli agenti di polizia e le forze dell'ordine in generale:
Al tempo stesso, nonostante i benefici, l'implementazione delle body cam solleva questioni importanti:
Le forze dell'ordine hanno adottato un'innovazione tecnologica significativa per rafforzare la sicurezza pubblica e la trasparenza delle operazioni: le videocamere indossabili, comunemente note come body cam. Questi dispositivi, integrati nell'equipaggiamento degli agenti, sono parte di un sistema complesso che include un'infrastruttura di supporto tecnologico avanzata. Al cuore del sistema, troviamo server centralizzati situati nei centri informatici delle forze di polizia, che gestiscono il flusso di dati generato. Inoltre, totem multimediali distribuiti nei vari reparti facilitano la gestione dei dispositivi, offrendo funzionalità di ricarica, scarico dati e archiviazione locale.
La gestione dei dati raccolti dalle body cam solleva questioni cruciali di privacy e protezione dei dati. La legge impone una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati (Data Protection Impact Assessment, DPIA), conforme al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell'Unione Europea. Questa valutazione è essenziale per trattamenti che possano influenzare significativamente la privacy e la sicurezza dei dati personali, garantendo che ogni rischio sia attentamente considerato e mitigato.
I paesi dell'Unione Europea, compresa l'Italia, devono navigare il complesso panorama del GDPR nell'implementazione delle body cam. Molte forze di polizia europee hanno adottato queste tecnologie, così come quelle degli Stati Uniti, adottando strategie innovative per bilanciare sicurezza e privacy, come l'oscuramento dei volti per proteggere l'identità dei soggetti ripresi.
Il Garante della Privacy in Italia ha esaminato dettagliatamente l'uso delle body cam, ponendo l'accento sulla corretta gestione delle registrazioni e sulla loro conservazione. È stata stabilita una durata massima di sei mesi per l'archiviazione dei dati, con specifiche condizioni per eventuali proroghe. Il Garante ha anche evidenziato l'importanza di evitare registrazioni accidentali e di garantire l'accesso ai dati in modo controllato e sicuro. Inoltre, è necessario limitare l’uso di sistemi di riconoscimento facciale.