09 Mar, 2024 - 10:36

Quali sono le conseguenze del tifo (malattia), quanto è diffuso ancora e come si cura

Quali sono le conseguenze del tifo (malattia), quanto è diffuso ancora e come si cura

Il tifo, una malattia infettiva causata dal batterio Salmonella typhi, rimane una sfida per la salute pubblica in molte parti del mondo, soprattutto nelle aree con cattive condizioni igieniche e accesso limitato all'acqua potabile.

Questa malattia può portare a gravi conseguenze se non trattata adeguatamente, ma con diagnosi precoce e trattamento appropriato, è possibile prevenire le complicazioni e gestire efficacemente la malattia.

Scendiamo nei dettagli ed esaminiamo le conseguenze del tifo, le sue modalità di cura e le misure preventive necessarie per proteggere la tua salute e quella della comunità.

Cos'è il tifo?

La febbre tifoide è una malattia infettiva causata dal batterio Salmonella typhi, che provoca gravi sintomi gastrointestinali come la diarrea.

La trasmissione avviene principalmente attraverso l'ingestione di acqua o cibo contaminato. È importante trattare tempestivamente la febbre tifoide con antibiotici per prevenire complicazioni gravi come la meningite o la perforazione intestinale.

Quanto è diffuso ancora il tifo?

Ogni anno, milioni di persone, soprattutto nei paesi in via di sviluppo con scarse condizioni igieniche, contraggono il tifo, con una maggiore incidenza in Africa, Sud America e Sud-Est asiatico.

La Salmonella typhi è l'agente patogeno responsabile della febbre tifoide, mentre il tifo paratifo e addominale sono causati da altre specie di Salmonella che possono colpire sia gli animali che gli esseri umani.

Quali sono le conseguenze del tifo

Il tifo è una malattia sistemica che può manifestarsi in vari gradi di gravità. Nei casi gravi, si osserva un progressivo aumento della febbre, mal di testa, malessere, perdita di appetito e insonnia. Negli adulti e nei bambini più grandi, la stitichezza è più comune della diarrea.

Senza trattamento, la malattia può causare febbre persistente, bradicardia, epatosplenomegalia, sintomi addominali e, in alcuni casi, polmonite.

Nei pazienti di carnagione chiara, circa il 50% sviluppa puntini rossi pallidi (papule) sulla pelle del torace, che possono scomparire con la pressione.

Nella terza settimana, i pazienti non trattati possono sviluppare complicazioni gastrointestinali e altri problemi che possono portare alla morte. Tra il 2 e il 5% dei pazienti affetti da febbre tifoide diventano portatori cronici della malattia, poiché i batteri persistono nei dotti biliari anche dopo la scomparsa dei sintomi.

Come si trasmette il tifo

Il tifo si diffonde attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati e occasionalmente tramite trasmissione diretta oro-fecale.

I molluschi provenienti da aree contaminate dalle acque reflue rappresentano una fonte importante di infezione. Anche il consumo di frutta e verdura cruda fertilizzata con le feci, così come il latte e i latticini contaminati dal contatto con i prodotti vegetali sopra menzionati, possono causare infezioni.

Le mosche possono trasmettere gli agenti patogeni al cibo, contaminandolo e rendendolo sufficiente per infettare una persona. La contaminazione delle fonti d'acqua può portare a epidemie di tifo quando un gran numero di persone utilizza la stessa fonte di acqua potabile.

L'incubazione della malattia varia da 2 a 21 giorni, con una media di solito compresa tra 10 e 14 giorni.

Come si cura il tifo

Il trattamento del tifo varia a seconda della specifica forma di malattia. Nel caso del tifo causato da batteri come Rickettsia o Orientia tsutsugamushi, che si diffondono attraverso pulci, pidocchi e morsi di acari, vengono utilizzati antibiotici come Azithromycin, Doxycycline, Tetracycline o Chloramphenicol.

È fondamentale mantenere un'adeguata igiene e utilizzare repellenti per insetti per prevenire la malattia.

Per la febbre tifoide, provocata dal batterio Salmonella typhi, la trasmissione avviene tramite l'ingestione di cibi o bevande contaminate. Anche in questo caso, il trattamento principale consiste nell'assunzione di antibiotici, mentre è consigliabile prestare attenzione all'igiene personale e alla qualità dell'acqua e degli alimenti, specialmente durante i viaggi in aree a rischio.

Indipendentemente dalla forma di tifo sospettata, è essenziale consultare immediatamente un medico per una diagnosi accurata e per ricevere il trattamento appropriato.

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Immacolata Duni
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