L'assegno sociale presenta un collegamento significativo con la previdenza complementare e, di conseguenza, con i fondi pensione. In particolare, si relaziona alla modalità in cui può manifestarsi la pensione integrativa, ossia tramite rendita o la percezione dell'intero capitale accumulato in un'unica soluzione.
Al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento, gli aderenti a un fondo pensione hanno la possibilità di scegliere tra tre opzioni di prestazione:
Tuttavia, la richiesta di erogazione sotto forma di capitale al 100% è ammissibile solo se la posizione individuale maturata è al di sotto di un valore limite, aggiornato annualmente in base all'età, al genere e all'assegno sociale dell'INPS.
Focalizziamoci su quest'ultimo aspetto, il valore limite. L'età e il genere influenzano la sua determinazione poiché si tiene conto della speranza di vita post-pensionamento (con le donne che, mediamente, vivono più a lungo degli uomini) e, di conseguenza, della stima della durata del periodo di percezione della rendita, dal pensionamento fino al decesso.
Il terzo parametro è l'assegno sociale. Per richiedere il 100% del capitale, la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% dell'importo finale deve essere inferiore al 50% dell'assegno sociale. Nel 2024, questo corrisponde a 534,41 euro mensili, quindi l'importo di riferimento è di 267,21 euro.
Per comprendere il processo:
L'assegno sociale diventa quindi il parametro chiave per determinare la modestia della rendita dalla pensione integrativa e la possibilità per il partecipante di ottenere l'intero ammontare in un'unica soluzione anziché dilazionato nel tempo.