La sindrome VEXAS è una condizione medica recentemente identificata dagli scienziati, che ha attirato l'attenzione della comunità medica per la sua rarità e la complessità dei suoi sintomi.
Caratterizzata da una combinazione di problemi di salute gravi e sintomi variabili, questa sindrome presenta una sfida per i medici, soprattutto per riuscire a sviluppare trattamenti efficaci per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti.
Scendiamo nei dettagli e vediamo cos'è la sindrome VEXAS, quali sono le cause e i sintomi.
Questa è una condizione molto rara che viene diagnosticata con grande successo grazie al sequenziamento del DNA. La sindrome VEXAS si manifesta solo in età adulta.
Gli uomini con sintomi cutanei insoliti, vasculite e arrossamento delle orecchie dovrebbero rivolgersi a un medico e, eventualmente, essere sottoposti a una consulenza genetica per escludere la sindrome VEXAS, una grave condizione recentemente scoperta legata a mutazioni somatiche.
La VEXAS colpisce uomini e donne a partire dai 40 anni, ma soprattutto gli uomini sopra i 50 anni,
Questa sindrome, caratterizzata da un quadro infiammatorio distintivo, è stata identificata come causata da mutazioni nel gene UBA1, con manifestazioni cliniche che includono eruzioni cutanee, vasculite e policondrite.
Il progresso nella tecnologia del sequenziamento del DNA ha permesso la comprensione di questa rara malattia multisistemica, e questo apre la strada per un migliore trattamento e gestione dei pazienti colpiti.
La ricerca continua a indagare sui meccanismi sottostanti e sulle opzioni terapeutiche per questa malattia emergente.
Il quadro sintomatico si contraddistingue per infezioni multiple, che imitano le malattie reumatologiche e possono includere anche manifestazioni sindromiche specifiche.
Ecco un quadro sintomatico della sindrome VEXAS:
Testa/viso:
Cuore:
Addome:
Midollo osseo:
Muscoloscheletrico:
Urogenitale:
Estremità inferiori:
Pelle:
La sindrome VEXAS ha una risposta moderata alla terapia, ma presenta una prognosi sfavorevole. Purtroppo circa la metà delle persone, soprattutto uomini, muorea cinque anni dalla diagnosi.
La malattia è caratterizzata da una grave gravità e complessità, con il 40% dei pazienti che sperimentano complicazioni legate alla malattia o al trattamento, come insufficienza respiratoria o anemia progressiva.
Nei casi della sindrome VEXAS, i pazienti sono esposti anche al rischio di eventi tromboembolici, alveoliti e ricoveri in terapia intensiva. In alcuni casi segnalati, sono stati osservati anche disturbi come la sindrome da attivazione dei macrofagi e l'amiloidosi AA con insufficienza renale che richiedeva dialisi.
È di fondamentale importanza una diagnosi accurata e il più possibile precoce. Spesso questa malattia richiede terapie immunosoppressive intensive.
Purtroppo, però, la maggior parte dei pazienti risponde in modo limitato alla terapia standard, rendendo necessario l'utilizzo di terapie aggiuntive come l'interleuchina-1, l'interleuchina-6 o il blocco JAK, oltre a dosi elevate di glucocorticoidi.
Sono emersi segnali positivi sull'efficacia dell'azacitidina in alcuni pazienti VEXAS con sindrome mielodisplastica.
Infine, in casi gravi, si può optare per il trapianto allogenico di midollo osseo. Su quest'ultima opzione è attualmente in corso uno studio di fase 2, per valutare ulteriormente questa opzione terapeutica.
Essendo una malattia ancora sconosciuta, c'è un gran numero di casi non diagnosticati di sindrome VEXAS.
I dermatologi dovrebbero essere consapevoli che nei pazienti maschi con eruzioni cutanee, infiammazioni articolari, vasculite o altri sintomi simili potrebbe essere presente la sindrome VEXAS. È consigliabile eseguire test genetici per individuare eventuali mutazioni del gene UBA1 sul cromosoma.