Chi era Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica Italiana e primo ad essere eletto dal Parlamento. Il politico, classe 1874, è stato uno dei più grandi protagonisti della storia del nostro Paese.
Luigi Einaudi, nato a Carrù, in provincia di Cuneo, il 24 marzo 1874, è stato un importante uomo politico, nonché giornalista ed economista italiano. È stato anche membro dell’Assemblea Costituente.
Come racconta la sua biografia, dopo la morte prematura del padre, la madre e i fratelli di Luigi si trasferirono a Dogliani, piccolo paesino piemontese da cui era originaria la famiglia.
Da ragazzo frequentò il Reale Collegio delle Scuole pie di Savona. Poi entrò al convitto nazionale "Umberto I" di Torino, seguendo gli studi al liceo "Cavour".
Dopo aver conseguito il diploma, nel 1891, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, dove ebbe la possibilità di entrare in contatto con illustri docenti e professori dell'epoca.
Il giovane Luigi si avvicinò, come molti suoi coetanei, al nascente Movimento Socialista. Quando aveva 19 anni scrisse una lettera a Filippo Turati, elogiando il ruolo svolto dai circoli studenteschi del suo partito.
Durante il periodo universitario iniziò a collaborare con la rivista Critica sociale. La collaborazione si concluse dopo circa 10 anni, quando Einaudi decise di distaccarsi in modo progressivo per adottare posizioni più liberiste.
Nel 1895 si laureò. In seguito insegnò all'Università di Torino, con una cattedra in Scienze delle finanze. Prima rientrare in politica ricoprì altri ruoli in ambito accademico, dove si fece conoscere ed apprezzare sempre di più.
Nel 1919, quando era Senatore del Regno, Luigi fu tra i firmatari del manifesto del "Gruppo Nazionale Liberale" romano. Il programma politico era quello di arrivare ad avere uno Stato forte in grado di rispondere alle reali esigenze della popolazione dell'epoca.
Nel frattempo scrisse articoli sui giornali del calibro del Corriere della Sera, in cui proponeva la propria visione a proposito dell'Europa.
Nel 1925 firmò inoltre il famoso Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce.
A seguito della caduta del fascismo, venne nominato rettore dell'Università di Torino. Dopo l’8 settembre 1943 scappò in Svizzera. Il rientro in Italia fu nel dicembre 1944.
Nel gennaio del 1945 arrivò per Luigi Einaudi la carica di Governatore della Banca d'Italia, che mantenne fino al 1948. Fu inoltre componente della Consulta Nazionale dal 1945 al 1946.
Alla vigilia del referendum istituzionale, nel 1946, si schierò pubblicamente per la monarchia. Poco dopo venne eletto deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 come rappresentante dell'Unione Democratica Nazionale.
Nel’48 diventò senatore di diritto del Senato della Repubblica nel 1948. Sotto il governo De Gasperi fu vicepresidente del Consiglio dei ministri e anche Ministro delle Finanze e del Tesoro.
Nello stesso anno arrivò per Luigi Einaudi la carica di Presidente della Repubblica. Era l’11 maggio 1948. Questo giorno passò alla storia perché il politico fu il primo Capo dello Stato ad essere eletto dal Parlamento italiano.
Ricoprì tale prestigiosa carica fino al 1955. Lavorò seguendo le sue idee del liberalismo classico e lottò per fenomeno come la perequazione tributaria e la moralizzazione della vita parlamentare.
A succedergli fu Giovanni Gronchi. Entrò al Quirinale nel maggio 1955.
Il Presidente della Repubblica era sposato con Ida Pellegrini, passata alla storia come prima first Lady italiana.
Luigi Einaudi ebbe tre figli: Giulio, fondatore della nota casa editrice, Roberto, ingegnere e imprenditore, e infine Mario, docente universitario nonché esperto di politica.
Si spense a Roma il 30 ottobre 1961. La sua salma venne tumulata nel cimitero di Dogliani, dove era cresciuto con la sua famiglia il 2 novembre successivo. Aveva 87 anni quando si è spento.