La deducibilità dei contributi versati a forme di previdenza complementare rappresenta un tema di grande rilevanza per i lavoratori che mirano a ottimizzare la propria situazione fiscale, specie per coloro che si approcciano per la prima volta al mondo del lavoro. L'articolo esplora la normativa vigente in Italia, offrendo un'analisi dettagliata delle opportunità di deduzione fiscale per i contributi previdenziali complementari, con particolare attenzione ai lavoratori di prima occupazione.
Secondo il decreto legislativo n. 252 del 2005 e l'articolo 10 del Testo Unico delle Imposte Dirette (TUIR), i contributi versati a forme di previdenza complementare sono deducibili dal reddito complessivo del contribuente, entro certi limiti stabiliti dalla normativa. Tale disposizione si estende anche ai contributi versati a forme pensionistiche complementari istituite negli Stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, a condizione che vi sia un adeguato scambio di informazioni.
La legge italiana, attraverso il decreto legislativo n. 252 del 2005, introduce una misura specifica volta a incentivare l'iscrizione a forme pensionistiche complementari da parte dei lavoratori di prima occupazione.
La legge prevede condizioni particolarmente vantaggiose per i lavoratori di prima occupazione che hanno aderito a una forma di previdenza complementare dopo il 1° gennaio 2007. Per i primi cinque anni di partecipazione a tali forme, questi lavoratori possono beneficiare di una deduzione maggiore rispetto al limite standard di 5.164,57 €, estendendo la possibilità di dedurre contributi eccedenti tale soglia nei venti anni successivi al quinto anno di partecipazione, fino a un massimo di 2.582,29 € annui.
Il caso esposto dall'Agenzia delle Entrate riguarda un lavoratore che, dopo un breve periodo lavorativo in Italia nel 2013 e successivamente cinque anni di lavoro in Austria, ritorna in Italia nel 2023 aderendo per la prima volta a una forma di previdenza complementare italiana. Tale lavoratore si interroga sulla possibilità di considerarsi di "prima occupazione" per la deduzione dei contributi previdenziali complementari dal 2023. La normativa consente effettivamente di iniziare il conteggio dei cinque anni di partecipazione a partire dall'anno di adesione alla forma pensionistica complementare italiana, agevolando la costruzione di una pensione complementare adeguata.
Secondo le linee guida fornite dalla circolare n. 70/E del 2007, si considerano lavoratori di prima occupazione quegli individui che, alla data di entrata in vigore del decreto (1° gennaio 2007), non possedevano una posizione contributiva aperta presso alcun ente di previdenza obbligatoria. Pertanto, chi ha iniziato a lavorare successivamente a questa data e ha aderito a una forma di previdenza complementare ha diritto alle agevolazioni previste dalla norma.
Come abbiamo visto, il caso analizzato dall’Agenzia delle Entrate riguarda un individuo che ha lavorato per la prima volta in Italia nel 2013, si è trasferito all'estero e ha aderito a una forma di previdenza complementare in Austria, per poi tornare in Italia nel 2023 e aderire a un fondo di previdenza complementare italiano. La normativa prevede che, per questo lavoratore, il conteggio dei cinque anni inizi a decorrere dal 2023, anno di adesione alla previdenza complementare italiana, consentendogli di sfruttare il plafond di deducibilità per i contributi versati.
È fondamentale che il lavoratore sia residente fiscale in Italia al momento del versamento dei contributi per poter beneficiare della deducibilità ai fini del TUIR. Questo significa che, anche se parte della carriera lavorativa si è svolta all'estero, i contributi versati dopo il rientro in Italia e l'adesione a un fondo di previdenza complementare italiano possono godere delle agevolazioni previste.
Le disposizioni normative in esame pongono particolare enfasi sulla necessità di valutare attentamente la situazione contributiva e fiscale di ciascun lavoratore. Gli elementi fattuali, quali la residenza fiscale e la storia lavorativa, giocano un ruolo fondamentale nell'accesso alle agevolazioni previste per i lavoratori di prima occupazione. È dunque essenziale che i lavoratori interessati si avvalgano della consulenza di professionisti del settore per assicurarsi di soddisfare tutti i requisiti necessari e massimizzare le potenziali deduzioni fiscali.