12 May, 2024 - 20:02

Usa, muore a distanza di due mesi l'uomo a cui è stato trapiantato il rene di un maiale

Usa, muore a distanza di due mesi l'uomo a cui è stato trapiantato il rene di un maiale

Non c'è stato nulla da fare per Richard "Rick" Slayman, l'uomo a cui era stato trapiantato il rene di un maiale. Nonostante il successo dell'operazione, il 62enne si è presumibilmente spento a causa di complicazioni legate alle sue precarie condizioni di salute.

Usa, muore l'uomo con il rene di un maiale: cosa è successo

Ad annunciare la notizia è stato il Massachusetts General Hospital di Boston, negli USA, dove Slayman è stato operato 60 giorni fa, il 17 marzo 2024.

Al momento non è stata ancora confermata la causa della morte e se il trapianto, il primo al mondo riuscito su un essere umano, fosse in qualche modo correlato al decesso, in quanto le sue condizioni erano già all'epoca molto gravi.

L'anziano era affetto da una insufficienza renale in stadio terminale, ed è diventato il simbolo di una futura serie di interventi, fino a diventare con il passare del tempo, la normalità.

L'ospedale: "Slayman per sempre un faro di speranza per i trapiantati di tutto il mondo"

Il Mass General ha voluto salutare pubblicamente il compianto Rick, che insieme ai medici e attorniato da suoi familiari ha vissuto gli ultimi ed importanti momenti della sua vita.

La struttura sanitaria non ritiene che l'operazione sia la causa della dipartita dell'uomo e in aggiunta, i dottori hanno definito Slayman un "faro di speranza per tutte le persone che subiscono trapianti nel mondo" e sono grati della fiducia riposta da parte nel 62enne nel personale:

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"Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai cari del signor Slayman nel ricordare una persona straordinaria, la cui generosità e gentilezza ha toccato tutti coloro che lo hanno conosciuto"

Cos'è lo Xenotrapianto: l'ultima invenzione della medicina

Lo xenotrapianto permette di trapiantare all'interno di un uomo, il rene di un maiale geneticamente modificato, ovvero modificandone il DNA. Un processo delicato, che può fallire (come spesso accaduto in passato) a causa di possibili rigetti da parte del corpo umano.

Il primo tentativo risale a 64 anni fa, purtroppo non andato a buon fine, ma nel corso degli anni i medici non si sono persi d'animo e hanno portato avanti le ricerche, fino ad oggi.

Sono stati i gli attuali progressi nella tecnologia di editing genetico, come il CRISPR-Cas9, a permettere di riconoscere ed isolare le potenziali falle e di ovviarle, mediante la creazione di anticorpi monoclonali studiati ad hoc per prevenire il respingimento degli organi suini.

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Antonio Preziosi
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