20 May, 2024 - 10:46

In Africa è apparso un ceppo più aggressivo del vaiolo delle scimmie, come si manifesta

In Africa è apparso un ceppo più aggressivo del vaiolo delle scimmie, come si manifesta

Negli ultimi tempi, un nuovo ceppo più aggressivo del vaiolo delle scimmie ha fatto la sua comparsa in Africa, suscitando preoccupazione tra la comunità scientifica e sanitaria.

Questa malattia virale, che colpisce principalmente i primati non umani come le scimmie e i babbuini, ha mostrato segni di evoluzione, con sintomi più gravi e un tasso di contagio potenzialmente più elevato. Scendiamo nei dettagli e vediamo quali sono i sintomi di questa branca di virus più aggressiva.

Come si sta manifestando il ceppo più aggressivo del vaiolo delle scimmie

Nel luglio del 2022, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato un'Emergenza Sanitaria Pubblica di Interesse Internazionale (PHEIC) a causa della diffusione della rara malattia virale mpox, derivante dal virus del vaiolo delle scimmie, che ha iniziato a manifestarsi in varie parti del mondo attraverso il contatto sessuale.

Nonostante l'epidemia sia stata inizialmente contenuta e dichiarata conclusa nel maggio del 2023, la malattia non è mai scomparsa in molte aree dell'Africa, dove risulta essere endemica.

Recentemente, un nuovo ceppo più aggressivo noto come clade I, più letale delle versioni precedenti, ha attirato l'attenzione delle comunità di prevenzione delle malattie.

Questo ceppo, responsabile di epidemie isolate in Africa centrale per decenni, si sta diffondendo anche attraverso il contatto sessuale. Questo preoccupa la comunità scientifica.

La trasmissione sessuale ha rappresentato una parte significativa delle infezioni, specialmente tra le lavoratrici del sesso. Inoltre ci sono preoccupazioni riguardo alla capacità del virus di eludere i test diagnostici e alla sua trasmissibilità tra le persone.

Il nuovo ceppo più aggressivo si sta diffondendo rapidamente attraverso le comunità e i confini regionali, e sta portando a una diffusione più ampia.

Nonostante la preoccupazione per una potenziale diffusione globale, l'ECDC ha confermato che, fino ad aprile 2024, il ceppo clade I non ha oltrepassato i confini della Repubblica Democratica del Congo (RDC), secondo i dati del sequenziamento genomico condotto su casi internazionali.

Quali sono i sintomi

La durata tipica della malattia va da due settimane a un mese, con l'esordio dei sintomi che si verifica generalmente da cinque a 21 giorni dopo l'infezione.

I sintomi iniziali includono solitamente febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, brividi, affaticamento e ingrossamento dei linfonodi. Quest'ultimo sintomo è utile per distinguere il vaiolo delle scimmie dal vaiolo o dalla varicella.

Un'eruzione cutanea compare da uno a tre giorni dopo l'inizio della febbre, iniziando dal viso e diffondendosi al resto del corpo. Il numero di lesioni cutanee, simili a quelle della varicella, può variare da poche a migliaia.

Il virus può essere trasmesso attraverso il morso o il graffio di un animale infetto, l'ingestione di carne contaminata o il contatto diretto con una persona infetta, i suoi indumenti o la sua biancheria da letto.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie

Il virus entra nel corpo attraverso la pelle, il sistema respiratorio, gli occhi, il naso o la bocca. La trasmissione da persona a persona avviene principalmente attraverso goccioline respiratorie emesse a breve distanza.

È stata documentata anche la trasmissione del virus attraverso un significativo scambio di sangue, con casi di trasmissione dalla madre al feto attraverso la placenta.

La trasmissione del vaiolo delle scimmie negli adulti è stata principalmente associata ai rapporti sessuali tra uomini, sebbene siano stati segnalati alcuni casi anche nelle donne. Nei bambini, invece, la maggior parte delle infezioni si verifica attraverso il contatto con animali o persone infette.

Questa evoluzione del virus significa che ci vuole un più attento monitoraggio e interventi tempestivi per contenere la sua diffusione e proteggere le comunità.

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Immacolata Duni
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