06 Jun, 2024 - 16:34

Chi diceva Non è mai troppo tardi? Ecco quando nasce la trasmissione di Alberto Manzi, funzione e utilità sociale

Chi diceva Non è mai troppo tardi? Ecco quando nasce la trasmissione di Alberto Manzi, funzione e utilità sociale

Non è mai troppo tardi è il titolo della trasmissione del maestro Alessandro Manzi. Il contenitore, nato nel 1960 dalla collaborazione tra RAI e il Ministero dell'istruzione, si presenta come un'aula scolastica in cui un certo maestro Manzi impartisce delle speciali lezioni ad alcuni studenti. La finalità è quella di insegnare a persone fuori dall'età scolastica a leggere e scrivere per combattere l'analfabetismo diffuso in Italia e diffondere una lingua comune.

Non è mai troppo tardi comincia il 15 novembre, del 1960

Attraverso l'utilizzo di moderne tecniche di insegnamento: filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche, schizzi e bozzetti disegnati dallo stesso conduttore. Alberto Manzi spiegava argomenti e curiosità che andavano oltre il semplice alfabeto, o i numeri. La trasmissione comincia il 15 novembre del 1960 in orario preserale, per permetterne la visione anche ai lavoratori. Numerosi importanti ospiti, intervenuti a dare manforte al maestro, e agli allievi, tra cui si ricordano gli attori Carlo Campanini, Aldo Fabrizi e il ciclista Gino Bartali.

484 puntate, sospese di frequente

Nel 1968, il programma ha all'attivo 484 puntate, ma viene sospeso a causa dell'aumento della frequenza della scuola dell'obbligo. Il programma aiutò a conseguire la licenza elementare ad almeno un milione di persone, contribuendo, effettivamente, a raggiungere l'obiettivo prefissato. A partire dal 1991, ci furono diversi tentativi di riproporre un prodotto simile dedicato agli anziani con Giacomo Ippoliti, e negli anni 2000 con finalità di alfabetizzazione informatica.

Trasmissione premiata a Tokyo, come una delle più efficaci

Per la sua impostazione, e per l'importanza socioculturale che ha rivestito, l'UNESCO ha deciso di premiarla a Tokyo come una delle trasmissioni più efficaci nella lotta contro l’analfabetismo. Molte sono state le citazioni, ma le più importanti sono nei brani "Libera l'anima", "Battiti di ali di farfalla" di Jovanotti, in "È tardi" di Caparezza, e nell'omonimo brano di Federico Rossi, componente del gruppo Benji & Fede.

Erano gli anni in cui la televisione educava, e faceva cultura

Non è mai troppo tardi è stato il culmine di un periodo in cui la televisione educava, e faceva cultura. La RAI è stata la prima azienda a promuovere lo sviluppo culturale del Paese, il popolo doveva rinascere dall'assopimento mentale causato in cui si trovava. E' proprio con idee educative introdotte in televisione dal maestro Manzi, con quei suoi disegni, che da incomprensibili diventavano chiari, che si realizza il concetto di "ludendo docere", ovvero imparare divertendosi, lo stesso concetto che, circa venti anni dopo, rimarcherà anche il grande Piero Angela nel libro "La macchina per pensare", pubblicato nel 1987.

Un programma incisivo da un punto di vista della formazione

La trasmissione è considerata uno dei primi esperimenti di didattica a distanza, capace di raggiungere un
numero elevato di persone: quella stessa didattica che durante il Covid ha favorito il proseguire delle attività scolastiche, ma che ancora non è sufficientemente. L'esempio di Non è mai troppo tardi, deve far riflettere profondamente coloro che possono decidere le sorti della scuola, non ha senso tagliare o aumentare le risorse se non vengono gestite secondo criteri di efficacia, ed efficienza. Furono ingenti gli investimenti per realizzare la trasmissione, ma ne ha beneficiato una cospicua fetta della popolazione, e i frutti sono i bei ricordi che conserviamo ancora oggi.

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Redazione Tag24
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