"Arsenico e vecchi merletti" è una rappresentazione teatrale andata in scena l'1 Giugno 2024 al teatro dell'oratorio Regina Pacis di Saronno. Gli attori fanno parte de "I SenzaPalco", un'associazione teatrale no profit che ha l'obiettivo di donare sorrisi a persone di tutte le età, e ovunque ci sia la possibilità di esibirsi. La storia, tratta dall'omonima commedia di Joseph Kesserling, ha ispirato l'indimenticabile film di Frank Capra, del 1944, con il mitico Cary Grant.
Una trasposizione di "Arsenico e vecchi merletti" è stata proposta anche in Italia nel 1955, erano gli anni del teleteatro, quando la televisione veniva utilizzata come medium degli spettacoli teatrali. Un periodo in cui la RAI proponeva programmi di ispirazione letteraria. La trama ruota attorno a Mortimer Benton che, severo critico teatrale nonché ex scapolo convinto, torna nella casa di Brooklyn per salutare le dolci e anziane zie Nora e Marta e avvisarle delle sue nozze imminenti con Giulia Harper, la figlia del reverendo.
Qui scopre un oscuro e bizzarro segreto: le ziette aiutano i malcapitati, chiamati affettuosamente lor "signori", a lasciare la vita con un sorriso sulle labbra offrendogli un bicchiere di Sambuca, mescolata con dell'arsenico. Non solo, ma suo fratello Teddy, che crede di essere Theodore Roosevelt, continua a scavare delle buche definite "Canale di Panama" per nascondere i corpi che, al momento della scoperta scioccante, sono a quota dodici. Deciso a risolvere la questione, Mortimer, cerca di fare internare in una casa di cura il fratello, ma l'arrivo del dottor Einstein e di Jonathan scombussola i piani.
Anche quest'ultimo si scopre essere fratello del protagonista, ma, a seguito di tre interventi di chirurgia plastica eseguiti dal dottore, i suoi lineamenti sono visivamente deformati. Seppur ospiti non graditi vengono accolti in casa delle zie, ma anche i nuovi arrivati nascondono un oscuro segreto. Il dottore è dipendente dall'alcol, mentre il caro Jonathan, da bambino voleva diventare un chirurgo senza studiare e così si è trasformato in un adulto pluriomicida. Il ritorno a casa è dovuto alla necessità di sfuggire alla cattura e cercare un posto per disfarsi del corpo del sig. Spenalzo.
Dopo aver scoperto il segreto delle zie e che il luogo perfetto è la cantina di casa, ricatta il fratello e cerca di disfarsi anche di quest'ultimo. Il povero Mortimer viene salvato dall'arrivo del sergente Mulligan, il quale si intrattiene a casa Benton per presentare la sua opera teatrale al critico, arrivando perfino a ubriacarsi e perdere il lavoro. Mortimer, ormai convinto di essere l'ultimo erede di una famiglia di pazzi, cerca di allontanarsi da Giulia, ma, poco prima di portare al manicomio Teddy, le zie gli raccontano la verità sulle sue origini. Scoperto di non avere legami di sangue con la famiglia Benton corre dalla fidanzata e si rinchiudono in camera.
Lo spettacolo si conclude con il Sergente Mulligan che, in preda alla solitudine, viene avvelenato dolcemente dalla sambuca delle zie. Una storia avvincente di genere noir, alleggerita da un sottile velo di comicità che riesce a smorzare le scene più macabre e tragiche. Gli attori sono riusciti a rendere questa comicità semplice e colloquiale, tanto da essere facilmente compresa anche senza conoscere la trama. La scenografia, realizzata dallo stesso cast, con l'aiuto di alcuni genitori (principalmente nel taglio a misura di alcune sezioni), è molto dettagliata e da l'impressione di trovarsi in una vera casa degli anni '30.
Gli abiti di scena utilizzati, seppur apparentemente semplici, rispecchiano lo stile dell'epoca. Gli attori hanno gestito egregiamente gli spazi molto ristretti del palco. Sono riusciti a mantenere inalterate le peculiarità dei rispettivi personaggi fino alla fine. Alcuni esempi sono la cadenza della parlata italo-tedesca del dottor Einstein, la disabilità di Teddy, il carattere ballerino di Jonathan, che provoca un brivido
perenne alla schiena, la rigidità del sergente Mulligan, o il persistente stato di angoscia del povero
Mortimer.
Per quanto riguarda le attrici che interpretano le zie Nora e Marta, bisogna dire che hanno reso perfettamente la dolcezza letale di due vecchiette apparentemente innocue che ammaliano gli ospiti
con sorrisi e gentilezze. Ogni attore è riuscito a rappresentare dei personaggi semplici, e ricchi di sfaccettature, secondo il proprio stile, ma rispettando il paradigma della trama. Non delle copie degli originali, ma una loro rievocazione attraverso alcuni tratti specifici.
La trattazione di temi importanti, quali la solitudine, la pazzia e la gestione familiare e sociale, il degrado umano, la facciata pubblica contrapposta a quella privata, sono talvolta abbozzati forse per lasciare allo spettatore libertà di immaginazione. Quasi un voler spingere alla profonda riflessione per stimolare un'idea tutta personale sulle dinamiche della vicenda. La trasposizione di "Arsenico e vecchi merletti" merita un plauso per la rielaborazione della trama a opera di attori giovani che sono riusciti a gestire con un budget limitato e nei minimi dettagli un classico del cinema letterario.