Con l’approvazione in via preliminare del Decreto correttivo, il 20 giugno, da parte del Consiglio dei Ministri, il concordato preventivo è il protagonista della settimana, grazie all’introduzione di una nuova scadenza e altre esclusioni.
Arrivano, infatti, le conferme alle modifiche al calendario di adesione anche le nuove cause di esclusione. Inoltre, novità anche per l’adempimento collaborativo.
Nel testo, vediamo quali sono le nuove scadenze per i versamenti e l’adesione e quali sono le nuove esclusioni.
Una delle novità del 2024 è l’introduzione del Concordato Preventivo Biennale (CPB). Si tratta di un istituto di compliance volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.
A chi è rivolto? Possono aderirvi i contribuenti esercenti attività d’impresa, arti o professioni che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA). In modo particolare, il concordato è rivolto a chi, con riferimento al periodo d’imposta precedente all’anno a cui si riferisce la proposta del fisco, non ha debiti tributari.
Scendendo ancora più nel dettaglio non hanno debiti tributari, prima della scadenza del termine per aderire alla proposta, e hanno estinto quelli d’importo complessivamente pari o superiori a 5.000 euro (compresi interessi e sanzioni).
Non possono accedervi coloro che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi in almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti e coloro che hanno una condanna per uno de reati previsti dalla normativa. Come vedremo, le cause d’esclusione sono aumentate.
Durante il Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2024, è arrivato il tanto atteso via libera al Decreto correttivo che interviene su diversi aspetti dal patto tra il Fisco e i titolari di Partita Iva.
Una delle modifiche più importanti riguarda il calendario degli appuntamenti e la definizione della scadenza per l’adesione al concordato preventivo biennale.
Con il decreto correttivo, infatti, vengono confermate le seguenti:
Il primo slittamento sposta anche la modifica della scadenza per l’adesione che, come abbiamo visto, passa dal 15 al 31 ottobre 2024. Ci saranno altre due settimane di tempo per decidere se aderire alla proposta del Fisco oppure no. Di conseguenza, slitta anche il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Un'altra novità molto importante riguarda le nuove esclusioni dal concordato preventivo biennale. Saranno esclusi i soggetti che, durante il periodo d’imposta precedente, hanno conseguito redditi esenti, esclusi oppure non concorrenti alla base imponibile superiori al 40% del reddito.
Inoltre, saranno esclusi anche i contribuenti in regime forfettario con adesione nel 2024. L’esclusione sarà, altresì, prevista anche per società ed enti, nel caso in cui nell’anno in corso siano effettuate operazioni di fusione, scissione, conferimento.
Infine, sono escluse le società di persone e le associazioni interessate da modifiche alla compagine sociale.
Un’ultima novità sul concordato preventivo riguarda il calcolo del secondo acconto in scadenza il 30 novembre.
Come funziona? Chi sceglierà il metodo storico avrà la possibilità di versare l’imposta dovuta applicando sul differenziale tra il reddito concordato per il 2024 e il reddito 2023 la flat tax del 15%, che scende al 12% per i forfettari e al 4% per le nuove attività. Invece, sull’Irap l’imposta sostitutiva sarà del 3%.
Si tratta di una decisione che dovrebbe rendere più conveniente l’adesione al concordato preventivo biennale.