11 Jul, 2024 - 08:00

Legge 104, ecco quali sono tutti i diritti dei disabili non gravi

Legge 104, ecco quali sono tutti i diritti dei disabili non gravi

La Legge 104/92 è la normativa di riferimento per tutte le persone con disabilità e, nell’ambito di applicazione della stessa, ci sono diritti anche per i disabili non gravi.

Infatti, i principali beneficiari dei benefici sono i soggetti individuati all’articolo 3 della Legge. Il comma 1 e il comma 3 dell’articolo 3, sono stati recentemente modificati dal Decreto Disabilità.

Nel testo, però, non ci occuperemo tanto del nuovo decreto, quanto più andremo ad elencare e spiegare quali sono tutti i diritti dei disabili non gravi.

Diritti dei disabili non gravi

I principali beneficiari della Legge 104 sono i soggetti qualificati all’articolo 3. Articolo che è stato modificato dal Decreto Disabilità, al comma 1, come disabili, e al comma 3, come disabili con handicap gravi.

Prima del Decreto Disabilità, al comma 1 dell’articolo 3, veniva stabilito che una persona con handicap è chi presenta:

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una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Tale modifica si applica nei territori interessati dalla fase di sperimentazione dal1 ° gennaio 2025.
Fatta questa premessa per riallacciarci alle recenti modifiche, i cittadini con disabilità non grave possono fruire di una serie di benefici individuati nell’ambito di applicazione della Legge 104/92.

Si tratta di benefici lavorativi, come il rifiuto del lavoro notturno e il collocamento obbligatorio, e fiscali come gli sgravi, le spese detraibili e la deducibilità delle spese mediche.

Rifiuto del lavoro notturno

In tema lavoro, uno dei benefici dei lavoratori con disabilità, rientranti nell’ambito di applicazione della Legge 104, è quello di non essere obbligati a prestare lavoro notturno.

Cos’è il lavoro notturno? Viene inteso notturno, il lavoro prestato per almeno sette ore consecutive nell’intervallo di tempo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Collocamento obbligatorio

Il secondo beneficio lavorativo è il collocamento obbligatorio. Cos’è? Si tratta della normativa contenuta nella Legge n. 68/99, che prevede l’imposizione alle aziende con un numero di lavoratori dipendenti assunti pari o superiore a 15 di riservare un determinato numero di posti alle persone con disabilità.

Le riserve di posti sono le seguenti, in base all’organico in essere:

  • Da 15 a 35 lavoratori dipendenti, almeno un’assunzione obbligatoria;
  • Da 36 a 50 lavoratori dipendenti, due assunzioni obbligatorie;
  • Da 51 lavoratori dipendenti in poi, un numero di assunzioni obbligatorie pari al 7% dei lavoratori occupati.

Agevolazioni fiscali

Il capitolo più corposo riguarda i benefici fiscali, a partire dagli sgravi contributivi. La normativa sul collocamento obbligatorio di cui abbiamo appena parlato, con il fine di incentivare le aziende all’assunzione di lavoratori con disabilità, riconosce una serie di sgravi contributivi. Si tratta di una misura che spetta per le assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato.

Un altro beneficio riguarda la deducibilità delle spese mediche generiche e quelle di assistenza specifica necessarie in caso di grave e invalidità permanente o menomazione. Inoltre, si possono dedurre anche le spese mediche sostenute per i familiari anche se non sono fiscalmente a carico.

Infine, parliamo delle spese detraibili. Si possono detrarre le spese sostenute per sussidi tecnici e informatici destinati a facilitare l’autosufficienza e le possibilità di integrazione e quelle per i servizi di interpretariato dei soggetti riconosciuti sordomuti.

Sono, altresì, detraibili le spese sostenute per i mezzi necessari alla deambulazione o alla locomozione.
Si possono anche detrarre le spese per gravi patologie, ovvero quelle che danno diritto all’esenzione dal ticket sanitario.

In presenza di un reddito non superiore i 40.000 euro, spetta la detrazione delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale, nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana.

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Sara Bellanza
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