05 Aug, 2024 - 12:02

Cos'è il seracco e come si è staccato dal Montebianco? Il crollo sul versante francese causa morti e feriti

Cos'è il seracco e come si è staccato dal Montebianco? Il crollo sul versante francese causa morti e feriti

Cos’è il seracco? Il bilancio del crollo avvenuto questa mattina sul versante francese del Monte Bianco è molto pesante. Al momento la prefettura dell'Alta Savoia ha confermato il decesso di una persona e il ferimento di altri quattro alpinisti. Uno di essi sarebbe in condizioni molto gravi.

La disgrazia è accaduta intorno alle ore 3:00 di oggi, lunedì 5 agosto 2024, nel settore del Mont Blanc du Tacul, ad una quota di 4.100 metri.

Le operazioni di soccorso sono ancora in corso. Appena dato l’allarme, sul posto sono intervenuti elicotteri della gendarmeria nazionale e della protezione civile francese, mentre da terra due squadre cinofile cercavano eventuali dispersi.

Gli alpinisti coinvolti nell’incidente sono stati trasportati negli ospedali di Sallanches e Annecy.

Cos’è il seracco: le caratteristiche geofisiche

Il termine seracco indica un profilo di ghiaccio, caratterizzato da dimensioni variabili. A seconda dei casi, può assumere una forma a torre oppure a pinnacolo. Sebbene sia luogo comune identificare il seracco come sinonimo di un crepaccio, in verità esistono sostanziali differenze tra i due fenomeni geofisici.

È vero che entrambi hanno origine dai ghiacciai, ma il crepaccio è una alterazione della roccia conseguente all’erosione dovuta al ghiacciaio stesso.

Il seracco, invece, è molto più imprevedibile. La spaccatura del ghiaccio che determina il seracco infatti avviene a causa di brusche mutazioni della pendenza del ghiacciaio stesso. Le conseguenze possono essere molto distruttive. Anche un piccolo scorrimento tra i blocchi può determinare distaccamenti e cadute improvvise.

L’origine della parola seracco è abbastanza bizzarra. Il primo ad utilizzare questo termine per indicare i blocchi di ghiaccio fu l’alpinista svizzero Horace-Bénédict de Saussure alla fine del 1700. A causa della forma che ricordava un tipico formaggio svizzero, l’alpinista adottò il vocabolo della lingua romancia serai derivata a sua volta dal latino serum.

Generalmente i seracchi hanno dimensioni notevoli che possono arrivare anche a centinaia di metri. Tra i più famosi troviamo la conformazione al Collo di Bottiglia del K2, quella sul Kanchenjunga sull’Himalaya, e le seraccate a nord-est del Piz Roseg e a nord della Dent d'Hérens e del Lyskamm, entrambe sulle Alpi.

Un seracco avviene sempre quando il ghiaccio supera il limite fisico di plasticità. Il blocco non è più in grado di immagazzinare e trattenere la tensione interna e il materiale non ha più riserve energetiche per impedire la rottura. La frattura è poi connessa ad un’improvvisa e brusca rottura del pendio del substrato roccioso su cui si poggia o di una parete a cui il seracco è appeso.

Come si è staccato dal Monte Bianco?

Proprio per la sua imprevedibilità, il crollo di un seracco è uno dei fenomeni più pericolosi in alta montagna. È una delle cause di morte più ricorrenti per gli alpinisti ma produce effetti terrificanti anche per i centri abitati a valle del ghiacciaio. Questo perché, con il suo movimento, il blocco di ghiaccio può frantumarsi e innescare cadute in serie fino a determinare quello che in gergo tecnico è definito come colata detritica.

Poiché il materiale in movimento è ghiaccio, il crollo di un seracco è nettamente più distruttivo di una valanga.

Oltretutto, a differenza di quest’ultima, la caduta di un seracco è difficilmente prevedibile con anticipo perché dipende dall’equilibrio energetico all’interno del ghiacciaio e non dalle condizioni meteorologiche, dalla variazione di temperatura o dallo stato del manto nevoso. Il meccanismo si può innescare, perciò, in qualsiasi momento e senza preavviso.

Dalle prime fonti ufficiali, la caduta del seracco sul versante francese del Monte Bianco è avvenuta per motivi naturali e pertanto rientra esattamente nella definizione del fenomeno stesso. Non erano presenti condizioni meteorologiche avverse e pertanto la causa del crollo è imputabile unicamente ai delicati equilibri tra ghiacciaio e parete rocciosa.

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Valentina Todaro
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