29 Oct, 2024 - 13:56

Il fungo Mazza di Tamburo è velenoso? Specie aliena tropicale individuata in Calabria

Il fungo Mazza di Tamburo è velenoso? Specie aliena tropicale individuata in Calabria

Il fungo Mazza di Tamburo è velenoso? Nel territorio calabrese è stata rinvenuta una specie di fungo simile alla Mazza di Tamburo potenzialmente molto pericolosa per la salute umana. Questo fungo è infatti molto tossico e può causare gravissimi sintomi al suo consumo.

Si tratta di una specie che, a causa del cambiamento climatico, è arrivata a stabilirsi anche sul territorio italiano sebbene sia originaria di diverse zone della fascia tropicale.

Il suo nome scientifico è Chlorophyllum molybdites, ma per identificarlo in maniera gergale è stata coniata l’espressione Falsa Mazza di Tamburo. Il motivo è proprio per le caratteristiche, la forma e il colore del tutto simile al più frequente fungo tanto apprezzato sulle nostre tavole. La Mazza di Tamburo è infatti commestibile senza alcun rischio, mentre questa nuova specie è molto tossica.

La diffusione in Calabria della Falsa Mazza di Tamburo è stata confermata dall’Ispettorato Micologico di Cosenza, dopo una serie di casi di intossicazioni sul territorio.

Il fungo Mazza di Tamburo è velenoso: le differenze con il fungo Falsa Mazza di Tamburo

La Falsa Mazza di Tamburo è un fungo alieno, ovvero una specie che è originaria da altre zone geografiche e per l’influenza di fattori esterni arriva in altre aree del mondo. Qui trova un ambiente climatico idoneo alla sua proliferazione e può dunque diffondersi con grande facilità.

I fattori che influiscono in questo meccanismo sono soprattutto il riscaldamento globale e l’intervento dell’uomo. Gli spostamenti commerciali possono infatti, involontariamente, far arrivare una specie botanica o, come in questo caso le spore dei funghi, in un ambiente diverso da quello di origine.

Il cambiamento climatico poi gioca un ruolo fondamentale. Grazie all’aumento delle temperature nella fascia mediterranea, la Falsa Mazza di Tamburo ha trovato così le condizioni ideali per la sua proliferazione.

Pur essendo originario e molto diffuso nell’America Centrale, a Cuba, negli Stati meridionali degli USA e in diverse nazioni dell’Africa tropicale, questo fungo è stato individuato per la prima volta in Italia nel 2005, in Sicilia. Ora però la sua proliferazione si è diffusa oltre l’isola ed è arrivata copiosamente anche in Calabria.

Le caratteristiche estetiche della Falsa Mazza di Tamburo sono molto simili alla Mazza di Tamburo commestibile. Il cappello ha una colorazione molto chiara ed è ricoperto da squame marroncino chiare. Le lamelle e le spore cambiano colore dal bianco al verdognolo nella fase di maturazione.

Ad una prima vista sembra pertanto del tutto identico alla Mazza di Tamburo che si usa in cucina, ma per distinguere le due specie è sufficiente osservare attentamente il gambo. La superficie del gambo della Falsa Mazza di Tamburo è infatti liscia, mentre nella Mazza di Tamburo commestibile assume delle striature e ha generalmente una colorazione più scura.

Quali sono i sintomi dell'intossicazione da Falsa Mazza di Tamburo

Il termine gergale con cui la Falsa Mazza di Tamburo è identificata rende perfettamente idea di quali siano le conseguenze al suo consumo alimentare. Negli States infatti questo fungo è chiamato Vomiter, appunto perché induce forti disturbi gastrointestinali e violenti attacchi di vomito.

Il soggetto manifesta poi forte nausea, vertigini, perdita di forza muscolare, crampi addominali e possono insorgere anche tracce ematiche nelle feci e pigmentazione cutanea temporanea.

I primi sintomi dell’intossicazione arrivano già dopo un paio d’ore dall’ingestione e possono perdurare anche per diversi giorni. Qualora si sospetti dunque di rientrare in un caso di intossicazione alimentare, è consigliato recarsi immediatamente in Ospedale, mostrando i funghi consumati.

Lo stato indotto dal consumo alimentare della Falsa Mazza di Tamburo è anche chiamato sindrome di Morgana, proprio in relazione ai leggendari sortilegi usati della fata Morgana.

La tossina contenuta nella Falsa Mazza di Tamburo si disattiva tuttavia con le alte temperature. La cottura di questo fungo ad una temperatura non inferiore ai 70 °C per almeno 30 minuti rende così minimo il rischio di intossicazione alimentare.

Il fungo Falsa Mazza di Tamburo in tre punti

  • Individuato in Calabria la Falsa Mazza di Tamburo: si tratta di un fungo tossico molto simile alla commestibile Mazza di Tamburo, il cui consumo può provocare gravi sintomi gastrointestinali.
  • Le caratteristiche che lo identificano: rispetto alla Mazza di Tamburo commestibile, la Falsa Mazza di Tamburo è riconoscibile per il gambo liscio e più chiaro. 
  • I sintomi da intossicazione: si possono presentare nausea, vomito, crampi addominali, vertigini e possibili tracce di sangue nelle feci; si manifestano entro poche ore dall’ingestione e possono durare giorni. 
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Valentina Todaro
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