Uno dei passaggi più significativi dell'intervista che Giorgia Meloni ha concesso a Bruno Vespa a Porta a Porta ieri, 30 ottobre 2024, ha riguardato il tema dell'immigrazione. È quello il fronte più caldo, sia nella polemica tra maggioranza e opposizione che, più in generale, tra politica e magistratura. La premier, infatti, ha sostenuto che l'argomentazione con cui il Tribunale di Bologna chiede alla Corte di Giustizia europea l'autorizzazione a disapplicare la legge italiana sembra più un volantino propagandistico che un documento ufficiale di una istituzione come la giustizia che per definizione dovrebbe essere terza e super partes.
Queste parole sono arrivate all'indomani della scelta del Tribunale di Bologna sollecitata da un ricorso di un richiedente asilo del Bangladesh che ha chiesto protezione internazionale. Ma soprattutto dopo che lo stesso Tribunale ha chiesto alla Corte di Giustizia europea di chiarire sostanzialmente due aspetti. Il primo riguarda quale diritto debba valere di più: quello comunitario o quello nazionale? Il secondo, invece, riguarda il concetto di Paese sicuro: "Anche la Germania nazista avrebbe potuto esserlo?", si è chiesto nell'istanza il Tribunale felsineo gettando, evidentemente, sale sulla ferita. Tant'è che Giorgia Meloni ha replicato: "L'argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, ma è debole su quello giuridico".
La politica, quindi, centrodestra in primis, si è scagliata contro "i giudici che vogliono fare politica con le loro sentenze". Nel dettaglio, a suo parere, vogliono impedire al Governo di fermare l'immigrazione irregolare.
Così, oggi, 31 ottobre 2024, giornata di Halloween, a far vedere le streghe ai microfoni di Tag24.it, è stato il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. E poi, interpellato sul tema, un altro senatore leghista, Claudio Borghi, ha annunciato di voler chiedere una indagine sulla gerarchia delle leggi sovranazionali e nazionali: quali devono pesare di più?
Che la Lega sia il partito sul fronte più avanzato nella battaglia contro la magistratura politicizzata sul campo dell'immigrazione è fuor di dubbio. Il processo Open Arms che vede imputato il suo leader Matteo Salvini a Palermo e la manifestazione in suo sostegno del 18 ottobre scorso hanno pochi precedenti nella storia repubblicana e stanno lì a dimostrarlo.
Ora, nonostante gli appelli del Presidente della Repubblica a moderare i toni, il Carroccio non arretra di un millimetro. Si sente forte della vittoria in Liguria (considerata una sconfitta della magistratura dopo l'inchiesta che ha costretto alle dimissioni Giovanni Toti) e delle parole di Giorgia Meloni anche in difesa dell'accordo con l'Albania, tant'è che le ha rilanciate sui social anche oggi
È bastato poco, quindi, a Massimiliano Romeo a mettersi in riga con quanto detto da Salvini sul caso del Tribunale di Bologna: "L'ennesima sentenza anti-italiana da parte di un giudice comunista". Ecco le parole del capogruppo leghista a Palazzo Madama:
Fatto sta che l'altro nodo che solleva il Tribunale di Bologna riguarda il concetto di Paesi sicuri. Il 21 ottobre, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che ne riconosce 19. In ordine alfabetico: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. Questo decreto legge è stato fatto in quanto ha un valore giuridico più alto del decreto interministeriale e ha reso applicabile l'accordo con l'Albania dopo la bocciatura del tribunale di Roma che ha fatto rimpatriare la dozzina di migranti che avevano inaugurato il centro di permanenza italiano in Albania. Secondo le intenzioni di Palazzo Chigi, i migranti che approdano in Italia possono essere portati anche sull'altra sponda dell'Adriatico. Ma l'ordinamento europeo (che ordina in tal caso altri procedimenti) non pesa di più anche di un decreto legge?
È questo il nodo giuridico su cui si deciderà la partita in Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia europea dopo la richiesta inviata dal Tribunale di Bologna. Ma intanto un altro leghista, Claudio Borghi, vuole un'indagine sulla gerarchia delle leggi sovranazionali e nazionali:
Borghi dice di muoversi volendo rafforzare la certezza del diritto "a fronte della possibilità per un giudice di disapplicare una legge nazionale se la ritiene in contrasto con quelle europee oppure in contrasto con le sentenze Ue o le pratiche degli altri stati Comunitari".
A tal proposito, la Costituzione, all'articolo 11, detta che l'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo": è il caso dell'Unione Europea. Ma tant'è: evidentemente, per la Lega, il partito sovranista per eccellenza, la cosa va approfondita.