Da recenti rilievi statistici risulta che solo una minoranza di Italiani, circa il 24%, paga l’IRPEF, cioè l’imposta sul reddito delle persone fisiche, la principale imposta in Italia. Da questi dati risulta che i ¾ della popolazione italiana ha un reddito basso non tassabile o è priva di reddito, cioè non paga Irpef. Il relativo dibattito, di fatto riguarda, solo una minoranza della popolazione, quella che la paga. Un aumento, una diminuzione o una redistribuzione coinvolge solo questo 24% della popolazione, tutti gli altri sono fuori dal sistema impositivo.
Perché la maggior parte della popolazione, in un paese che è classificato fra i più ricchi al mondo, non paga le imposte? Non solo per il basso reddito di alcuni: molti sono degli evasori, cioè non pagano o pagano solo in parte quanto dovrebbero.
Parliamo di alcuni aspetti del sistema tributario, soprattutto nella prospettiva etica e politica, con il prof. Enrico Ferri, che insegna Filosofia del Diritto all’Unicusano.
D) Professor Ferri, lei da che parte si pone, fra quanti sostengono che in Italia si pagano troppe tasse e vorrebbero ridimensionarle o fra quanti non ritengono sostenibile una simile proposta?
R) In Italia abbiamo una delle più alte tassazioni pro capite a livello europeo, ma il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che c’è un altissimo numero di evasori fiscali, parziali o totali. Nel nostro Paese, 26,3 milioni di persone, poco meno del 45% della popolazione, non ha ufficialmente alcun reddito; altri 13 milioni, il 22% della popolazione praticamente non pagano Irpef per via delle detrazioni e riduzioni fiscali. Nel rapporto presentato alla Camera il 29 ottobre, si evidenzia un’evasione di massa, per giunta fortemente incentivata dallo Stato.
D) Riduzione delle tasse e lotta all’evasione sono strettamente legate?
R) Certo, il problema innanzitutto è politico, sta nel fatto che i partiti che sostengono la riduzione delle tasse, si guardano bene dal richiedere ed attuare con la stessa determinazione la lotta all’evasione fiscale. Questo vale innanzitutto per partiti di Destra come la Lega, ma anche i partiti di Sinistra hanno gravi responsabilità: per anni hanno governato affrontando poco e male la questione dell’evasione fiscale.
D) Perché in Italia c’è un’evasione fiscale così alta?
R) Essenzialmente per due motivi, per scarso senso civico di parte della popolazione e per responsabilità e carenze del sistema politico - tributario. L’evasione fiscale ha una dimensione prevalentemente economica, che comporta una diminuzione delle risorse disponibili a fini sociali, ma ha motivazioni per un verso etiche, cioè la scarsa o inesistente coscienza civica di molti cittadini, e per un altro politiche: la scarsa volontà dei governi che si sono succeduti di colpire l’evasione fiscale.
D) Perché la classe politica in Italia ha notevoli remore nel colpire gli evasori fiscali, anche in quei casi evidenti che coinvolgono note categorie sociali?
P) Perché invece di essere degli Statisti che operano per l’insieme della popolazione sono spesso dei Politicanti che agiscono prevalentemente per gli interessi del proprio partito e del proprio elettorato di riferimento. Già Solone, più di 2500 anni fa, aveva stabilito un principio che sarebbe stato ed è alla base della democrazia: gli interessi della comunità nel suo insieme vanno tutelati prima ed al di sopra degli interessi delle specifiche componenti sociali. L’evasione fiscale danneggia tutta la società, perché sottrae risorse che rendono più limitato e meno funzionale l’intervento pubblico in settori come la scuola, la sanità, l’edilizia sociale, le infrastrutture, i trasporti, la solidarietà sociale.
D) Perché i partiti politici italiani sono restii ad adottare misure che promuovano una maggiore equità sociale?
R) Temono una perdita del consenso politico: l’evasore è anche un elettore. Non si pensa che una più equa distribuzione delle tasse, attraverso il contenimento dell’evasione, accrescerebbe il gettito fiscale; forse temono che questo potrebbe essere l’effetto nel medio termine, mentre nell’immediato ci sarebbe una perdita del consenso.
D) I numeri dell’evasione fiscale in Italia, sia totale che parziale, sono assai alti. Una parte considerevole della popolazione evade le tasse, provocando un mancato gettito fiscale che si aggira sui cento miliardi di euro.
R) Intere categorie di lavoratori sono in tutto o in parte esentasse, cioè sono evasori totali o parziali: fatturano meno di quanto realmente incassano, o risultano essere lavoratori fantasma, in nero, nel senso che svolgono in modo sistematico o saltuario lavori retribuiti, di cui però non resta traccia: né del lavoro svolto, né della retribuzione percepita, sulla quale ovviamente non pagano nessun tipo di imposta. Sono milioni gli evasori totali o parziali, sono decine e decine i miliardi persi in termini di contributi fiscali ogni anno.
D) Chi è l’evasore fiscale, rientra in una tipologia particolare?
R) No, l’evasore fiscale è colui che riesce a dissimulare il suo reddito reale e, di conseguenza, a non pagare in tutto o in parte le tasse. Le potrei fare tanti esempi, partendo dalla mia esperienza di vita, esempi in cui molti si possono riconoscere.
Nell’ultimo mese ho chiamato l’idraulico per sostituire il contatore dell’acqua: spesa 120 euro, contatore compreso. Nessuna fatturazione. Nessun idraulico, negli ultimi 30 anni, mi ha mai rilasciato una ricevuta fiscale. Negli ultimi 16 mesi in 4/5 occasioni mi sono rivolto a guide turistiche: a Venezia, Cortona, Caserta, Fumone e Pompei, tutte trovate su siti ufficiali, pagando dagli 80 euro per 45 minuti a Fumone ai 220/250 per due ore o poco più in altre località. Nessuna guida mi ha rilasciato una ricevuta. Da anni sono cliente di un bravo corniciaio artigiano, recentemente ha fatto un lavoro di restauro dal costo di quattrocento euro. Non ho mai avuto una ricevuta.
Nel corso dli anni ho fatto restaurare diversi mobili nella mia casa di campagna, ma ho pure fatto fare delle librerie in castagno. Una volta provai a chiedere una ricevuta, mi fu risposto: Ma non eravamo amici? La mia richiesta, ovviamente, apparve come atto ostile. Lo stesso vale per il parquettista e per il pittore che mi ha riverniciato le pareti di casa, per chi ha potato gli alberi del mio giardino, per l’elettricista o per chi mi ha portato la legna da ardere per il camino.
Nel corso degli anni ho fatto fare diversi lavori di traduzione, ma raramente ho avuto delle ricevute. Non di rado, ad esempio per il meccanico ed il carrozziere, mi viene fatto un prezzo per il lavoro richiesto con e senza IVA, che ovviamente è a mio carico. Neanche dove lavo la mia auto mi hanno mai rilasciato una ricevuta, mai vista neanche quando ho fatto corsi privati con insegnanti di lingue straniere. Il mio barbiere mi rilascia sempre una ricevuta calmierata: pago barba e capelli, ma sulla ricevuta c’è solo la barba. Persino il bar dove spesso faccio colazione, invece dello scontrino mi congeda con un: Va bene così, dottò! Ovviamente tutti hanno richiesto e richiedono pagamenti cash. Senza contare le categorie non sottoposte a tassazione, anche se è a tutti noto che producono reddito e hanno introiti anche consistenti.
D) Potrebbe fare qualche esempio?
R) Durante il Covid feci una breve inchiesta, con alcuni miei laureandi, sulla prostituzione on line, scandagliando alcuni siti come Escort.it. Risulta evidente, dai menù con le prestazioni e relativi costi, che si tratta di introiti di diverse migliaia di euro mensili, se ad esempio consideriamo che si richiedono per un’ora cifre che oscillano fra i cento e i trecento euro, senza considerare il variegato campionario delle opzioni aggiuntive. Per un weekend si arriva anche a tremila euro.
Ho fatto qualche telefonata ad alcune sex workers, ma tutte mi hanno risposto che erano occupate e che avrei dovuto richiamare in altro orario. Ho parlato di questa realtà con un maggiore della GdF, il quale mi ha detto: Noi finanzieri siamo pochi, ci concentriamo sui grandi evasori. Ho osservato che milioni di piccoli evasori generano mancati introiti per decine di miliardi di euro.
D) Ci può elencare quelli che sono a suo parere i principali motivi per cui bisogna pagare le tasse?
R) Gli obiettivi che ognuno di noi raggiunge nella vita, sul piano individuale e sociale, sono il risultato di sforzi personali, ma anche e soprattutto del sostegno sociale, pensiamo ad esempio alla scuola pubblica ed al sistema sanitario. Sarebbe difficile vivere una vita civile anche senza le strade, i trasporti, l’elettricità, la disponibilità di risorse come il gas.
La stessa ricerca, alla base del progresso in tutti i campi, è possibile soprattutto perché è promossa essenzialmente dal finanziamento pubblico. Tutti coloro che guadagnano e vivono possono farlo anche grazie alle risorse ed alle opportunità che la società offre loro. Ognuno deve dare un contributo alla società anche in proporzione al suo reddito, come è chiaramente detto all’art. 53 della Carta Costituzionale. È un dovere di solidarietà sociale, alla quale ognuno di noi fa ricorso tante volte nel corso della sua esistenza. È inaccettabile che persone benestanti, evadendo i loro obblighi di cittadini, non concorrano alla spesa pubblica, ma poi utilizzino tutti i benefici che da tali risorse derivano.
D) E’ lecito, allora,mettere le mani nelle tasche dei cittadini?
R) Trovo questa espressione poco elegante e assai fuorviante. Chi, pur avendo delle risorse non contribuisce alla spesa pubblica, cioè evade, utilizza allo stesso tempo i benefici del sistema pubblico; pensiamo ad esempio alla sanità, che si crea e si regge grazie agli onesti contribuenti. Questi ultimi pagano più del dovuto in quanto pagano anche per gli evasori. Sono questi ultimi a mettere le mani nelle tasche degli italiani onesti, perché sottraggono loro delle risorse che chi evade avrebbe dovuto dare.
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