Questa sera, allo Stadio Olimpico, Roma e Genoa si sfidano in un match che solo due mesi fa avremmo potuto definire "scontro salvezza". I giallorossi hanno dimostrato che con la zona retrocessione hanno poco a che fare, anche se non sono ancora tranquilli per via dei punteggi molto ravvicinati che interessano la zona retrocessione quest'anno.
Dall'altro lato, invece, all'Olimpico arriva un Genoa sicuro dei suoi mezzi, che con Vieira ha finalmente raggiunto un equilibrio, trascinandosi lentamente fuori dalla fascia pericolosa di classifica.
Ma ogni volta che queste due squadre si incontrano, non può non tornare alla memoria una delle partite più incredibili della loro storia recente, anche se il contesto attuale delle due squadre è molto diverso: il clamoroso 4-3 con cui il Genoa ribaltò la Roma il 20 febbraio 2011.
Quella partita è velocemente passata alla storia, con i tifosi genoani in estasi per la vittoria di un match che sembrava perso. E su quella panchina, quella dei giallorossi, c'era sempre lui: Sir Claudio Ranieri.
Nel febbraio del 2011 la situazione tra le due squadre era totalmente diversa rispetto al 2025: ora capitolini e grifoni si trovano a un solo punto di distanza. I giallorossi sono a 24 punti, il Genoa a 23. Nel 2011, invece, la Roma lottava per un posto in Champions League, mentre il Genoa cercava punti fondamentali per allontanarsi dalla zona retrocessione.
La gara, infatti, come da pronostico, si aprì con un totale dominio giallorosso: Philippe Mexès e Nicolas Burdisso portarono la Roma sul doppio vantaggio già nel primo tempo, e Francesco Totti siglò il momentaneo 3-0 ad inizio ripresa. Chiunque avrebbe messo la firma per una vittoria certa dei capitolini; ma il calcio è strano, si sa, e le partite durano sempre 90 minuti.
La formazione allenata da Davide Ballardini, infatti, non si arrese. Il primo segnale di ripresa arrivò quasi subito dopo il gol di Totti, al 52’, quando Palacio accorciò le distanze con un colpo di testa. Da quel momento, il Genoa ebbe una vera e propria metamorfosi, spinto anche dall’energia incontenibile del pubblico che nel frattempo si era infiammato. Al 68’ Alberto Paloschi realizzò il gol del 3-2, approfittando di una difesa giallorossa in evidente difficoltà.
L'atteggiamento dei grifoni colpì totalmente alla sprovvista la Roma, che, scioccata, non ebbe un accenno di reazione. Al 74’, Palacio trovò la rete del pareggio con un gran destro. Il Genoa aveva completato l'incredibile rimonta, ma la fame ormai era troppa e i rossoblù avevano capito che alla Roma potevano far male. Infatti, all’85’, Paloschi siglò il gol del definitivo 4-3, sfruttando un errore difensivo e mandando lo stadio in tripudio.
Il match portò inevitabilmente a delle conseguenze: per la Roma fu una durissima botta psicologica; e quando una squadra perde l'onore è sempre l'allenatore a rimetterci. Ecco perché il giorno dopo Claudio Ranieri decise di dare le sue dimissioni dopo aver sfiorato lo scudetto l'anno precedente, giocando una stagione da incorniciare. "Lascio per dare una scossa", disse il tecnico nato a Testaccio. Per il Genoa, invece, fu una serata di gloria che consolidò il legame tra squadra e tifoseria, ricordando a tutti che nel calcio nulla è impossibile, e che bisogna sempre crederci.
Quella rimonta è ancora oggi oggetto di discussione tra i tifosi, simbolo di quanto il calcio possa premiare e punire allo stesso tempo. E questa sera, mentre il Genoa vola nella capitale, sicuramente a qualche tifoso tornerà in mente l'eco di quel match leggendario. E chissà se anche questa sera non si possa scrivere un'altra pagina memorabile del calcio italiano.