Sono trascorsi esattamente 365 giorni da quel maledetto 22 gennaio 2024: Gigi Riva, uno dei calciatori più famosi e prolifici del calcio italiano, si è spento all'età di 78 anni. A Cagliari era un Dio, un po' come Maradona a Napoli.
In occasione del ricordo della sua scomparsa non si sono tenute celebrazioni molto vistose. La famiglia ha indetto una messa alle 18 di oggi a Cagliari per ricordare il fantastico uomo che era. È come se, in un certo senso, questo l'avesse voluto lui, con il suo stile di vita lontano dai riflettori e dalla vita da star.
La sua città, quella con cui ha vinto tutto, gli ha già reso omaggio, e lo ha fatto all'undicesimo minuto del match giocato contro il Lecce, stravinto dagli isolani per 4-1.
Rombo di tuono, come lo chiamavano durante la sua giovinezza, e mentre compiva imprese a Cagliari, è venuto a mancare quasi improvvisamente, dopo aver accusato un malore nei giorni precedenti. La notizia è stata tenuta riservata dai familiari e l'ex giocatore è scomparso in un ospedale del cagliaritano.
Tutto il mondo del calcio è rimasto scosso dalla notizia, e ai suoi funerali è difficile solo enunciare chi non sia andato a rendere omaggio al campione. Dalla Serie A all'estero, alla messa per dire addio a Riva c'erano migliaia di persone da tutto il mondo, provenienti da qualsiasi ambito professionale.
Da più di cinquant'anni, Gigi Riva detiene uno speciale record che nessuno è mai stato capace di battere: è tutt'ora il miglior marcatore della Nazionale italiana di calcio. Nessun giocatore che ha vestito la maglia azzurra successivamente è stato in grado di eguagliare i suoi 35 gol in 42 presenze, numeri da capogiro che si attestano attorno a una media di 0,83 gol a partita.
Gli unici che sono riusciti solo lontanamente ad avvicinarsi sono stati Giuseppe Meazza, con 33 gol, e Roberto Baggio con 27. Insomma, Gigi Riva è stato una delle figure più iconiche del calcio italiano, un vero e proprio trascinatore: il classico uomo raffigurato nei poster appesi al muro nelle camere dei bambini.
Tra le sue imprese più importanti ricordiamo quella nel 1970, quando con il suo carisma e il suo talento trascinò il Cagliari a un'impresa storica: il primo e unico scudetto della sua storia. Quell'anno, inoltre, Rombo di Tuono vinse anche il titolo di capocannoniere della Serie A, segnando 21 gol.
Riva si è rivelato una figura chiave anche per la vittoria dell'Europeo del 1968. In particolare, l'attaccante segnò un gol decisivo al dodicesimo nella finale giocata all'Olimpico contro la Jugoslavia. Va da sé che l'attaccante più prolifico della storia degli azzurri ha avuto un fortissimo impatto, giocando con continuità molte competizioni internazionali e facendo sempre la differenza a suon di gol.
Anche il Mondiale del 1970 è ricordato positivamente dai tifosi azzurri, che furono incantati dal talento di Riva e di come riusciva a trascinare la squadra, impresa dopo impresa. Quell'anno, l'Italia uscì in semifinale, eliminata dal Brasile dei fenomeni, ma non ci fu nulla da rimproverare a una squadra forte che si fece comunque valere.
Nel corso della sua lunga carriera di successi, Riva dovette fare i conti con numerosi infortuni: quello più grave, che ricordano in molti, fu un infortunio al ginocchio, che arrivò addirittura a minacciare la sua carriera. Si credette che il calciatore non avrebbe più potuto giocare a calcio.
Ma è proprio in questi momenti che si vede la forza del campione: infatti, Riva riuscì sempre a risollevarsi e a tornare in campo, dimostrando una straordinaria resilienza.