A Piacenza, chiunque voglia usare un sala comunale deve rilasciare una "apposita dichiarazione a favore della Costituzione e contro atteggiamenti di espressione fascista, razzista, sessista tipici delle ideologie assolutiste e totalitarie".
Il quotidiano locale Libertà scrive che la giunta ha licenziato un nuovo regolamento che include un bollino antifascista per disciplinare le collaborazioni e i patrocini concessi dal Comune ma anche l'utilizzo delle sale municipali da parte di chiunque - privati cittadini, enti comitati e associazioni - ne faccia richiesta per la promozione di iniziative. Un rinnovo atteso da tempo, visto che il vigente regolamento risale a quattordici anni fa, con parziale revisione nel 2016.
Il giornale ricorda che il caso è scoppiato nel 2019 quando Stefano Delle Chiaie, l'ex leader di Avanguardia nazionale, venne invitato a Piacenza dal circolo Bombacci per un evento che si doveva tenere in una sede comunale, la Casa delle associazioni di via Musso. L'appuntamento fu poi annullato dalla Prefettura sull'onda di un rumoroso scontro politico. La giunta di centrodestra allora in carica, guidata dalla sindaca Barbieri, promise un intervento regolamentare, rimasto però senza seguito. Un certificato di antifascismo per la concessione delle sedi municipali, quindi, è stata la richiesta perorata dal centrosinistra che, salito nel 2022 al governo di Palazzo Mercanti, l'ha inserita tra i punti programmatici di mandato.
"Così, nel regolamento appena redatto spunta il bollino che sbarra il passo a chi non intende fornire attestato di antifascismo, antirazzismo e antisessismo, accettando di sottoscrivere un modulo" scrive Tgcom perché la notizia sta facendo il giro d'Italia e chissà che altri comuni non seguano l'iniziativa di Piacenza.