Oleg Mandic è l'ultima persona vivente a essere uscito da Auschwitz e racconta la sua storia in un'intervista al Quotidiano Nazionale. "Dal più grande campo di concentramento della storia non si esce mai, in verità - dice -. Auschwitz ti resta addosso e dentro per sempre, il pensiero dei milioni di anime che si sono sciolte nel vento dei crematori mi accompagna e m'insegue ogni giorno da ottant'anni a questa parte. Però io ho avuto una vita bellissima, grazie ad Auschwitz".
Prosegue il suo racconto: "Quando uscii avevo solo 12 anni, non potevo capire tutto fino in fondo. Con la maturità e il dolore dell'esistenza ho compreso poi che niente poteva essere così abominevole nella mia vita come Birkenau. Da allora capii che avrei avuto un'esistenza in discesa verso la bellezza. E così è stato".
Arrivò al campo di concentramento come prigioniero politico italiano insieme a sua mamma e sua nonna dall'Istria: "Eravamo italiani d'Istria, ad Abbazia, oggi Croazia. Mio nonno Ante Mandic e mio padre erano a capo del comitato di liberazione dell'Istria dal nazifascismo e nel 1943 si dettero alla macchia per fare la Resistenza. Gli uomini della Wehrmacht quando lo seppero, nel maggio del 1944, vennero a casa nostra e non trovando i miei vecchi arrestarono me, mia mamma e mia nonna. Dopo due mesi trascorsi rinchiusi in una cella nel carcere del Coroneo di Trieste, ci caricarono su un treno bestiame e ci portarono ad Auschwitz; qui fummo internati come prigionieri politici e vi restammo fino al marzo 1945 quando i russi ci liberarono e ci portarono a Mosca. Fummo gli ultimi tre prigionieri a uscire da quell'inferno". Nel Giorno della Memoria serve per non dimenticare.