27 Jan, 2025 - 19:05

Nel giorno della memoria il ricordo di giocatori e sportivi scomparsi

Nel giorno della memoria il ricordo di giocatori e sportivi scomparsi

La Shoah è forse il capitolo più oscuro della storia dell'uomo. Mai tante persone insieme sono state brutalmente uccise, per di più con un sistema macabro e crudele come quello dei campi di concentramento. Ebrei, omosessuali, portatori di handicap e individui di altre etnie che non rispettavano i canoni del regime sono stati deportati in quelli che oggi conosciamo come "campi di sterminio" e che ora tutto il mondo ricorda.

Nonostante si parli frequentemente di questo momento storico, spesso ci si dimentica di come tantissime figure sportive siano scomparse in quel periodo, figure anche molto conosciute e che hanno partecipato a imprese rimaste nella storia, anche nel nostro campionato, quello della Serie A.

Chi sono queste figure?

Giorno della memoria: Árpád Weisz signore di calcio

Árpád Weisz è sicuramente una delle figure più rappresentative in tal senso: nacque in Ungheria, a Solt, il 16 aprile del 1896. Fu un allenatore di successo, ma prima di diventarlo vestì anche tante maglie prestigiose, tra cui quella dell'Inter nella stagione 1925/26. Oltre al campionato italiano vestì anche altre maglie in Ungheria e Cecoslovacchia, oltre a essere convocato più volte anche dalla rappresentativa ungherese con cui partecipò ai Giochi Olimpici di Parigi nel 1924.

Fu un infortunio a costringerlo ad abbandonare molto presto la sua carriera da calciatore per poi dedicarsi alla vita da allenatore. I maggiori successi, di fatto, li ottenne proprio in quel ruolo: nel 1929, infatti, guidò l'Inter, che allora aveva preso il nome di Ambrosiana, al suo terzo scudetto ufficiale nella storia del campionato di calcio italiano.

Fu, inoltre, uno dei primi a introdurre nel calcio italiano un'attenzione maggiore all'analisi tattica, contribuendo a rendere la Serie A un campionato unico nel suo genere. Fu lui, inoltre, a scoprire un talento del calibro di Giuseppe Meazza, che presto sarebbe diventato uno dei maggiori calciatori italiani.

Ma i suoi successi più grandi li conquistò con il Bologna, dal 1935 al 1938. Con i rossoblù l'ungherese vinse due scudetti consecutivi, rendendo gli emiliani una delle squadre più forti al mondo, tanto che a livello internazionale erano conosciuti con l'appellativo "lo squadrone che tremare il mondo fa".

Dopo l'introduzione delle leggi razziali nel 1938 scappò dapprima in Francia, e poi nei Paesi Bassi, dove fu catturato e deportato nel 1942. Árpád Weisz morì il 31 gennaio del 1944 ad Auschwitz lasciando un grande vuoto nel mondo dello sport.

Altre figure del mondo del calcio uccise dall'olocausto

Tra le altre figure che hanno perso la vita durante il brutale sterminio nazista ricordiamo anche Eddy Hamel, giocatore statunitense naturalizzato olandese, che durante la Seconda Guerra Mondiale militava nell'Ajax: fu inoltre il primo ebreo a giocare in una squadra di Amsterdam. Anche lui patì una sorte simile a quella di Weisz. Dopo l'introduzione delle leggi razziali fu arrestato e deportato ad Auschwitz, dove morì nel 1943.

Tra le figure del calcio vittime dell'antisemitismo si ricorda anche quella di Julius Hirsch, attaccante di nazionalità tedesca dello Karlsruher FV, con cui vinse il campionato tedesco. Nonostante fosse già stato un veterano della Prima Guerra Mondiale fu arrestato e deportato ad Auschwitz, dove morì nel 1943.

L'assurdo caso di Erno Erbstein

Tra gli allenatori che hanno calcato l'erba degli stadi italiani c'è anche Ernest Erbstein, di nazionalità ungherese, noto per aver guidato diverse squadre italiane, tra cui la più conosciuta è il Torino.

Su di lui una storia incredibile: l'uomo sopravvisse alle torture del campo di concentramento di Bergen-Belsen, riuscendo a ritornare in Italia dai granata, la squadra che aveva sempre amato, ma morì incredibilmente durante il disastro aereo di Superga nel 1949, insieme al Grande Torino.

Un racconto incredibile di un uomo che è riuscito a scampare alla morte innumerevoli volte, ma è stato perseguitato dalla sfortuna.

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Luca Liaci
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