La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dichiarato "irricevibile" il ricorso con cui Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, lamentava una violazione del principio di equo processo per la mancata audizione, nel corso del secondo giudizio di Appello, di un paio di testimoni indicati dalla difesa. Una buona notizia, secondo l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, che assiste da anni i familiari della vittima."Ritengo che la Cedu abbia finalmente messo la parola 'fine' su un aspetto che non era mai stato veramente controverso", ha dichiarato il legale a Tag24.
La Corte di Cassazione si era già espressa sul punto nel 2018. Non è la prima volta, infatti, che Stasi, tramite i suoi avvocati Fabio Giarda e Giada Bocellari, denuncia la presunta lesione dei propri diritti di difesa. Questo perché, a suo dire, "non sarebbero state sentite delle testimoni decisive nel processo, e che avrebbero potuto portare degli elementi di novità", spiega l'avvocato Tizzoni.
Il riferimento sarebbe, in particolare, alla donna che all'epoca del delitto dichiarò di aver visto una bicicletta nera poggiata sul muro di cinta dell'abitazione di Chiara Poggi in un determinato orario. "Era già stata sentita durante le indagini. Nonostante Stasi avesse scelto il rito abbreviato, rinunciando a un'implementazione del materiale probatorio, la testimone è poi stata sentita anche in primo grado", prosegue il legale.
Come spiega chiaramente la Cedu nel motivare la sua decisione, secondo Tizzoni, "l'assunzione di un'ulteriore testimonianza non avrebbe spostato il quadro probatorio, visto che la sentenza di condanna non si basa sulle dichiarazioni della signora. Pretendere di 'smentirle', tra l'altro in modo tardivo, sembrava più un tentativo di creare ulteriori dubbi a livello mediatico".
Il ricorso, alla fine, è stato respinto. Una buona notizia per la famiglia della vittima, "che si è ormai, purtroppo, abituata a questi velleitari tentativi", conclude l'avvocato. "Si tende a dimenticarlo, ma oltre a un processo che è durato a lungo e che ha visto impegnata per due volte la Cassazione, ci sono stati anche un ricorso straordinario in Cassazione e ben due richieste di revisione, di cui una davvero maldestra. Ora, addirittura, questo ricorso alla Cedu". La speranza è che la questione, dopo il rigetto, sia finalmente chiusa. Anche perché, "tra tre o quattro anni Stasi dovrebbe aver completato la sua pena".
L'uomo, che oggi ha 40 anni, è stato condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva. Secondo la ricostruzione ufficiale, avrebbe ucciso la fidanzata Chiara Poggi all'interno della sua villetta di Garlasco, a Pavia, per un "raptus omicida" scatenato forse da una discussione nata dopo la scoperta, da parte della 25enne, di alcuni filmini pornografici sul suo computer.
Nonostante le prove raccolte a suo carico, Stasi si è sempre proclamato innocente. Da ormai oltre un anno è stato ammesso al lavoro esterno come contabile: ha il fine pena nel 2030 ma, grazie alla buona condotta, con lo scomputo di 45 giorni per ogni semestre scontato, potrebbe tornare in libertà già nel 2028.