Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'imposizione di sanzioni contro la Corte Penale Internazionale (Cpi), il tribunale internazionale contro i crimini di guerra e contro l'umanità istituito a Roma nel 1998 di cui l'Italia è membro fin dalla nascita.
Alla base della decisione del presidente Trump c'è il mandato di arresto internazionale emesso dal Tribunale dell'Aja contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per le operazioni militari a Gaza. Sia gli Stati Uniti sia Israele non hanno mai aderito allo Statuto di Roma e quindi non sono sotto la giurisdizione della Cpi.
Ieri, venerdì 7 febbraio, 79 dei 124 Stati aderenti alla Corte Penale Internazionale hanno firmato un documento congiunto di condanna delle sanzioni decise dagli Usa. Tra i firmatari – al momento – non figura l'Italia.
La decisione di non appoggiare la Corte Penale Internazionale contro l'attacco del presidente Trump non è stata ancora spiegata dal Governo italiano ma ha naturalmente sollevato le polemiche dell'opposizione che accusa l'esecutivo di aver posto il Paese al di fuori del perimetro del diritto internazionale.
L'Italia è l'unico Stato UE – insieme a Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania - a non aver sottoscritto la dichiarazione congiunta del blocco ONU contro le sanzioni di Trump alla Cpi. Il Governo non ha ancora motivato la sua decisione che secondo l'opposizione sarebbe l'ennesima dimostrazione della condizione di vassallaggio del nostro Paese nei confronti degli Usa.
Tra le tante frasi attribuite a Giulio Andreotti ce n'è anche una che diceva che l'Italia aveva una 'moglie americana' e una 'amante libica' e proprio quest'ultima potrebbe essere stata determinante nella scelta dell'Italia di voltare le spalle ai giudici dell'Aja.
Il caso Almasri, infatti, ha seriamente compromesso i rapporti del Governo con la Cpi e, nonostante la stessa Corte abbia smentito la notizia di un'eventuale azione disciplinare contro l'Italia per la liberazione del capo della polizia libica, la partita non è ancora chiusa.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, colui che avrebbe dovuto convalidare il trattenimento del generale Almasri in esecuzione a un mandato di arresto della Corte dell'Aja, ha annunciato l'invio da parte del governo alla Cpi di una richiesta formale di chiarimenti in merito alle incongruenze riscontrate nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico. L'invio della missiva era stata annunciata dal Guardasigilli nel corso dell'informativa tenuta in Parlamento dello scorso 5 febbraio.
La posizione del Governo italiano al momento è fortemente critica nei confronti della Corte dell'Aja e la mancata adesione alla dichiarazione di condanna delle sanzioni di UE e ONU sembrerebbe andare quanto meno nella direzione di una revisione dei rapporti tra il nostro Paese e il Tribunale internazionale contro i crimini di guerra.
Altro fattore da non trascurare è la questione relativa al mandato di arresto del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, su cui l'Italia non è mai stata d'accordo, ma aderendo alla Cpi, sarebbe costretta ad arrestarlo se dovesse trovarsi su territorio italiano, proprio come accaduto per Almasri.
Sulla vicenda è intervenuto recentemente il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Lo scorso 17 gennaio, quindi prima dell'arresto di Almasri, il capo della diplomazia italiana ha criticato il Tribunale dell'Aja definendo 'irrealizzabile' l'ipotesi di arresto del leader israeliano.
Ieri il ministro Tajani, commentando il caso del generale libico ha dichiarato:
Sembrano andare nella direzione di un ripensamento della presenza dell'Italia nella Cpi, le parole del vicepremier Matteo Salvini che dal palco della convention del gruppo dei Patrioti.eu a Madrid ha detto:
La posizione assunta dall'Italia nei confronti della dichiarazione contro le sanzioni di Trump viene letta dall'opposizione di centrosinistra come una sfida del nostro Governo a UE e ONU.
L'Italia, infatti, è l'unico tra i paesi fondatori dell'Ue a non aver firmato per difendere il Tribunale dell'Aja dalle sanzioni Usa. In Europa solo l'Ungheria e la Repubblica Ceca hanno fatto la stessa scelta.
Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, il Governo Meloni sta trasformando l'Italia nel paese delle “immunità e dell'impunità”, danneggiando l'immagine della nazione.
L'europarlamentare del PD, Sandro Ruotolo si chiede con chi sta l'Italia, se con Trump o con l'Europa.
Siamo sconcertati ma, dopo le ultime vicende, non stupiti, dalla decisione del governo di non firmare il documento in cui 79 Stati che aderiscono alla Corte penale internazionale condannano la scelta di Trump di sanzionare i giudici, i funzionari della Cpi e i loro familiari, che… pic.twitter.com/nacRVNyugv
— Laura Boldrini (@lauraboldrini) February 7, 2025
Secondo il segretario di +Europa Riccardo Magi, il Governo "sta perdendo la testa”.