08 Feb, 2025 - 13:22

L'Italia non firma contro Trump: Governo pronto a uscire dalla Corte Penale Internazionale?

L'Italia non firma contro Trump: Governo pronto a uscire dalla Corte Penale Internazionale?

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato l'imposizione di sanzioni contro la Corte Penale Internazionale (Cpi), il tribunale internazionale contro i crimini di guerra e contro l'umanità istituito a Roma nel 1998 di cui l'Italia è membro fin dalla nascita. 

Alla base della decisione del presidente Trump c'è il mandato di arresto internazionale emesso dal Tribunale dell'Aja contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant per le operazioni militari a Gaza. Sia gli Stati Uniti sia Israele non hanno mai aderito allo Statuto di Roma e quindi non sono sotto la giurisdizione della Cpi.

Ieri, venerdì 7 febbraio, 79 dei 124 Stati aderenti alla Corte Penale Internazionale hanno firmato un documento congiunto di condanna delle sanzioni decise dagli Usa. Tra i firmatari – al momento – non figura l'Italia. 

La decisione di non appoggiare la Corte Penale Internazionale contro l'attacco del presidente Trump non è stata ancora spiegata dal Governo italiano ma ha naturalmente sollevato le polemiche dell'opposizione che accusa l'esecutivo di aver posto il Paese al di fuori del perimetro del diritto internazionale. 

Perché l'Italia non ha difeso la Corte Penale Internazionale?

L'Italia è l'unico Stato UE – insieme a Ungheria, Repubblica Ceca e Lituania - a non aver sottoscritto la dichiarazione congiunta del blocco ONU contro le sanzioni di Trump alla Cpi. Il Governo non ha ancora motivato la sua decisione che secondo l'opposizione sarebbe l'ennesima dimostrazione della condizione di vassallaggio del nostro Paese nei confronti degli Usa.

Tra le tante frasi attribuite a Giulio Andreotti ce n'è anche una che diceva che l'Italia aveva una 'moglie americana' e una 'amante libica' e proprio quest'ultima potrebbe essere stata determinante nella scelta dell'Italia di voltare le spalle ai giudici dell'Aja.

Il caso Almasri, infatti, ha seriamente compromesso i rapporti del Governo con la Cpi e, nonostante la stessa Corte abbia smentito la notizia di un'eventuale azione disciplinare contro l'Italia per la liberazione del capo della polizia libica, la partita non è ancora chiusa.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, colui che avrebbe dovuto convalidare il trattenimento del generale Almasri in esecuzione a un mandato di arresto della Corte dell'Aja, ha annunciato l'invio da parte del governo alla Cpi di una richiesta formale di chiarimenti in merito alle incongruenze riscontrate nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico. L'invio della missiva era stata annunciata dal Guardasigilli nel corso dell'informativa tenuta in Parlamento dello scorso 5 febbraio. 

Il Governo valuta l'uscita dalla Cpi?

La posizione del Governo italiano al momento è fortemente critica nei confronti della Corte dell'Aja e la mancata adesione alla dichiarazione di condanna delle sanzioni di UE e ONU sembrerebbe andare quanto meno nella direzione di una revisione dei rapporti tra il nostro Paese e il Tribunale internazionale contro i crimini di guerra.

Altro fattore da non trascurare è la questione relativa al mandato di arresto del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, su cui l'Italia non è mai stata d'accordo, ma aderendo alla Cpi, sarebbe costretta ad arrestarlo se dovesse trovarsi su territorio italiano, proprio come accaduto per Almasri.

Sulla vicenda è intervenuto recentemente il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Lo scorso 17 gennaio, quindi prima dell'arresto di Almasri, il capo della diplomazia italiana ha criticato il Tribunale dell'Aja definendo 'irrealizzabile' l'ipotesi di arresto del leader israeliano.

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“Noi siamo rispettosi della Corte internazionale, ma in questo momento la richiesta di arresto di Netanyahu è irrealizzabile. Chi lo arresta? Diventa una sorta di farsa.

Ieri il ministro Tajani, commentando il caso del generale libico ha dichiarato:

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No comment sulla Cpi, ho molte riserve sul comportamento della Corte su questa vicenda. Forse bisogna aprire un'inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata.”

Sembrano andare nella direzione di un ripensamento della presenza dell'Italia nella Cpi, le parole del vicepremier Matteo Salvini che dal palco della convention del gruppo dei Patrioti.eu a Madrid ha detto:

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“Bisogna mettere in discussione realtà come la Cpi che mettono sullo stesso piano i terroristi di Hamas e un premier democraticamente eletto come Netanyahu. 

Le opposizioni, Conte: “Compromettono l'onore del Paese”

La posizione assunta dall'Italia nei confronti della dichiarazione contro le sanzioni di Trump viene letta dall'opposizione di centrosinistra come una sfida del nostro Governo a UE e ONU.

L'Italia, infatti, è l'unico tra i paesi fondatori dell'Ue a non aver firmato per difendere il Tribunale dell'Aja dalle sanzioni Usa. In Europa solo l'Ungheria e la Repubblica Ceca hanno fatto la stessa scelta.

Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, il Governo Meloni sta trasformando l'Italia nel paese delle “immunità e dell'impunità”, danneggiando l'immagine della nazione. 

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“Non compromettiamo l'onore del nostro Paese, non partecipiamo al tentativo di distruggere la giustizia internazionale. Il governo firmi subito contro le sanzioni oppure spieghi di fronte ai cittadini il perché di questo inquietante passo indietro rispetto ai nostri valori tradizionali e ai nostri obblighi internazionali. 

L'europarlamentare del PD, Sandro Ruotolo si chiede con chi sta l'Italia, se con Trump o con l'Europa.

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“La verità è che il governo Meloni  protegge chi si macchia dei peggiori crimini, come il generale libico Almasri. Noi stiamo dalla parte delle vittime e non degli aguzzini”.

Secondo il segretario di +Europa Riccardo Magi, il Governo "sta perdendo la testa”.

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“E’ gravissimo che l’Italia partecipi attivamente alla delegittimazione della Corte penale internazionale. Siamo stati un Paese fondatore della Corte, abbiamo ospitato la conferenza istitutiva a Roma, la nostra capitale. Ci sembra che il governo stia perdendo la testa”. 

Ragioni e conseguenze della posizione del Governo sul Cpi in sintesi:

  1. Sanzioni USA contro la Corte Penale Internazionale (CPI): Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro la CPI in risposta al mandato di arresto per crimini di guerra emesso dalla Corte contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, a causa delle operazioni militari a Gaza.
  2. Italia non firma la condanna delle sanzioni USA: Nonostante 79 dei 124 Stati aderenti alla CPI abbiano firmato una condanna contro le sanzioni di Trump, l'Italia non ha partecipato, suscitando polemiche politiche interne.
  3. Il caso Almasri e le relazioni con la CPI: Il caso del generale libico Almasri, arrestato in Italia su mandato della CPI, ha complicato i rapporti tra l'Italia e la Corte, portando a richieste di chiarimenti da parte del governo italiano.
  4. Critiche politiche in Italia: L'opposizione accusa il governo Meloni di allinearsi troppo agli Stati Uniti, compromettendo l'onore dell'Italia e i suoi impegni internazionali.
  5. Possibile riconsiderazione dei rapporti con la CPI: Il governo italiano sta esprimendo posizioni critiche nei confronti della CPI, suggerendo una possibile revisione dei legami con la Corte.

 

 

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Maria Rita Esposito
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