09 Feb, 2025 - 07:05

Mattarella, un monito a chi vuole dividere l'Italia dall'Europa: "Nulla fa tornare indietro la storia"

Mattarella, un monito a chi vuole dividere l'Italia dall'Europa: "Nulla fa tornare indietro la storia"

Facendo fede al suo voler essere un presidente super partes e "meccanico della Repubblica", a Sergio Mattarella non è mai piaciuto che i suoi discorsi e le sue parole vengano usate come sigillo a favore o contro una singola parte politica.

In qualità di massimo rappresentante dell'unità nazionale, Mattarella pesa bene ogni espressione e spesso è la cronaca che ne orienta l'interpretazione. È accaduto anche ieri 8 febbraio 2025, quando il presidente della Repubblica ha raggiunto Nova Gorica per incontrare la presidente della Repubblica slovena Nataša Pirc Musar e inaugurare così la "Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera GO 2025!".

La città slovena e Gorizia si divideranno la palma di capitale europea della cultura e l'occasione è per Mattarella importante per ricordare a chi, in Europa e non, pensa che agire divisi sia meglio che farlo compatti: "In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione".

Mattarella celebra l'amicizia Italia-Slovelia per "Go!2025"

Spesso si dice che la cultura sia una delle migliori possibilità che le persone hanno per abbattere diffidenze e differenze, specie in territori che sono stati (o sono) martoriati dalla guerra. Gorizia e Nova Gorica sono due città vicinissime e in passato sono state contrapposte nelle sanguinose vicende della Seconda guerra mondiale.

L'assegnazione ai due centri della possibilità di diventare capitale europea della cultura è un evento speciale, celebrato da una visita ufficiale del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella all'omologa slovena Nataša Pirc Musar.

Uno "scherzo" del destino ha portato Mattarella a parlare poco dopo che ignoti avevano imbrattato lo spiazzo antistante il monumento che ricorda le vittime della Foiba a Basovizza (Trieste), fatto che aveva sollevato le rimostranze e le condanne da parte di tutte le forze politiche italiane. 

Quei tempi però sono passati anche grazie all'azione dell'integrazione economica, legislativa, sociale e culturale portata dalle istituzioni europee. Mattarella non disconosce però la possibilità che improvvisi impedimenti possano incrinare la fiducia che i cittadini di ogni stato possono nutrire verso l'Unione Europea:

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In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni e conflitti, dall’abbandono della cooperazione come elemento fondante della vita internazionale, Slovenia e Italia hanno saputo dimostrare che è possibile scegliere la via della cooperazione. 

Il presidente della Repubblica porta come esempio di integrazione felice i rapporti fra Slovenia e Italia: al momento della disgregazione della Jugoslavia (e delle seguenti guerre civili), lo stato italiano fu uno dei primi - insieme alla Germania - a riconoscere l'indipendenza slovacca.

Un supporto che poi l'Italia è sembrata sperperare nel corso degli anni, dimenticando come i Balcani siano il "giardino di casa nostra": ciò va considerato non in senso espansionistico, ma come monito per le influenze russe, turche e cinesi nella regione.

A queste tendenze disgregatrici, Mattarella oppone la "comune appartenenza all'Unione Europea", che porta a creare una cultura condivisa che innanzitutto ripudia la guerra come strumento per affermarsi e risolvere problemi:

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Nella tragedia della Seconda guerra mondiale, un sopravvissuto ad Auschwitz, Roman Kent, ha osservato 'non vogliamo che il nostro passato sia il futuro dei nostri figli'. Con questo spirito abbiamo affrontato le pagine del dopoguerra, per scriverne una nuova. In questo percorso due elementi hanno fornito un contributo determinante: la comune appartenenza all’Unione Europea e la cultura condivisa dai nostri popoli.

Salvini incontra a Madrid l'estrema destra europea

In Europa si è fatta ormai strada la convinzione che sia necessario unirsi ancora di più a fronte delle minacce esterne. Da un lato la Russia, che spaventa militarmente alcuni paesi come Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania tanto da farli diventare i "falchi" dei vari organi politici europei; dall'altro gli Stati Uniti, che minacciano dazi contro l'UE per spingerli verso i propri desiderata.

Sempre all'interno dell'Unione Europea però c'è anche chi vorrebbe cambiare il progetto comunitario dalle fondamenta: il gruppo dei Patrioti ha celebrato ieri 8 febbraio un importante evento a Madrid, casa del partito di estrema destra spagnolo Vox.

Presente anche la Lega con Matteo Salvini, che si è trovato d'accordo con quanto detto dai suoi omologhi di altri paesi, dalla Polonia ai Paesi Bassi passando per Francia e Austria: c'è un nuovo vento in Europa, un vento definito di libertà e che vuole rimettere al centro i singoli paesi e non l'insieme dell'UE.

Una chiusura in sé stessi che però cozza con quanto Mattarella ha ricordato a Piazza Transalpina, la piazza divisa tra i comuni di Gorizia e Nuova Gorica: se è vero che sono stati i nazionalismi di ieri a far precipitare l'Europa nella barbarie della guerra, hanno altresì portato all'Europa di oggi.

Cosa possono realizzare invece i nazionalismi di oggi? Mattarella porta l'esempio della guerra della Russia contro l'Ucraina:

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Se la cultura, per definizione, non conosce confini, essa nasce, pur sempre, come espressione di una comunità ma aperta alla conoscenza, alla ricerca comune, a reciproci arricchimenti. Sconfitti gli orrori dell’estremismo nazionalista, che tanto male ha prodotto in Europa riemergono i valori della convivenza e dell’accoglienza. Sono i valori che possono opporsi all’oscurantismo della guerra e del conflitto che si è riproposto con l’aggressione russa all’Ucraina.

"L'accoglienza è un valore contro la guerra"

L'attivismo di Salvini rischia di incrinare i suoi rapporti anche con gli alleati di Forza Italia e Fratelli d'Italia, per il suo allineamento totale a quanto sta realizzando Donald Trump negli USA: denunce e sanzioni contro l'OMS e la Cpi, minacce di farlo anche contro i suoi alleati.

Tutto ciò a scapito di quello spirito di collaborazione che in molti hanno visto come esempio e che l'Unione Europea ha costruito faticosamente da 70 anni a questa parte.

Per Mattarella è il lavorare fianco a fianco che ha creato una comune cultura europea, un qualcosa che ha distillato le tradizioni dei singoli paesi in un qualcosa di più alto e grande. La capacità di accettare e accogliere altri è un altro aspetto fondamentale di questa cultura europea:

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Lavorando fianco a fianco nelle istituzioni europee si è consolidata la fiducia reciproca e vi è maturato senso di appartenenza e di una ulteriore identità: la comune identità europea. Le differenze, le incomprensioni, hanno lasciato il posto a fattori che uniscono. Questo esprime il grande valore storico dell’integrazione europea.

I tre punti salienti dell'articolo

  • Mattarella celebra la cooperazione tra Italia e Slovenia: durante una visita a Nova Gorica, Mattarella ha lodato la cooperazione tra Italia e Slovenia come esempio positivo di unità in un'Europa segnata da conflitti e tensioni. Ha sottolineato che la cultura è uno strumento potente per abbattere le diffidenze, ricordando anche il passato di divisione tra Gorizia e Nova Gorica durante la Seconda Guerra Mondiale.

  • Mattarella contro il nazionalismo e per l'Europa unita: il presidente ha criticato le tendenze nazionaliste che minacciano l'unità europea, portando come esempio negativo la guerra in Ucraina. Ha ribadito l'importanza di una cultura condivisa che respinga la guerra e promuova la convivenza, opponendosi ai nazionalismi che potrebbero distruggere l'Europa.

  • Le critiche al movimento sovranista europeo: Mattarella sembra aver contrastato le posizioni di movimenti sovranisti, come quelli rappresentati da Matteo Salvini, che promuovono una chiusura nazionale e mettono in discussione il progetto europeo. Il presidente della Repubblica italiana ha sottolineato che l'Europa ha costruito la sua identità attraverso la collaborazione tra i popoli e la capacità di accogliere e integrare le differenze.

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Pasquale Narciso
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