Il 10 febbraio del 1986 venne ucciso Lando Conti, sindaco di Firenze dall'84 all'85 ed esponente di primo piano del Partito Repubblicano e del Grande Oriente d'Italia. "Poco dopo le 17 - ricorda il sito del ministero della Cultura - si stava recando con la sua autovettura a una seduta del consiglio comunale quando fu affiancato da un'auto dalla quale partirono undici colpi di arma da fuoco che lo uccisero. I terroristi lasciarono sul posto un volantino di rivendicazione a firma Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente, la stessa sigla che era comparsa nell'omicidio del professor Ezio Tarantelli e che comparirà quattro giorni dopo nell'Assalto di via Prati di Papa (Roma) e, nel 1988, 1999 e 2002 negli omicidi di Roberto Ruffilli, Massimo D'Antona e Marco Biagi.
I terroristi attaccarono l'ex sindaco di Firenze sia come stretto collaboratore del "ministro della guerra" Giovanni Spadolini sia per la partecipazione attiva a una società - fondata dal padre - che si occupava di sistemi radar considerati materiale bellico dalle Brigate Rosse. I processi accerteranno che l'omicidio era stato organizzato e compiuto da esponenti del gruppo terroristico che lo aveva rivendicato. È opinione condivisa dagli inquirenti che non tutti gli autori dell'attentato siano stati individuati ma il sacrificio di Lando Conti lascia un insegnamento: le parole possono diventare pietre e armare menti instabili e violente e furono scritte sui muri di Firenze per giorni e giorni in una campagna denigratoria che precedette quell'assassinio.