10 Feb, 2025 - 10:16

Quelle parole violente armarono le menti degli assassini di Lando Conti

Quelle parole violente armarono le menti degli assassini di Lando Conti

Il 10 febbraio del 1986 venne ucciso Lando Conti, sindaco di Firenze dall'84 all'85 ed esponente di primo piano del Partito Repubblicano e del Grande Oriente d'Italia. "Poco dopo le 17 - ricorda il sito del ministero della Cultura - si stava recando con la sua autovettura a una seduta del consiglio comunale quando fu affiancato da un'auto dalla quale partirono undici colpi di arma da fuoco che lo uccisero. I terroristi lasciarono sul posto un volantino di rivendicazione a firma Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente, la stessa sigla che era comparsa nell'omicidio del professor Ezio Tarantelli e che comparirà quattro giorni dopo nell'Assalto di via Prati di Papa (Roma) e, nel 1988, 1999 e 2002 negli omicidi di Roberto Ruffilli, Massimo D'Antona e Marco Biagi.

L'insegnamento del sacrificio dell'ex sindaco di Firenze ucciso dalle Brigate Rosse

I terroristi attaccarono l'ex sindaco di Firenze sia come stretto collaboratore del "ministro della guerra" Giovanni Spadolini sia per la partecipazione attiva a una società - fondata dal padre - che si occupava di sistemi radar considerati materiale bellico dalle Brigate Rosse. I processi accerteranno che l'omicidio era stato organizzato e compiuto da esponenti del gruppo terroristico che lo aveva rivendicato. È opinione condivisa dagli inquirenti che non tutti gli autori dell'attentato siano stati individuati ma il sacrificio di Lando Conti lascia un insegnamento: le parole possono diventare pietre e armare menti instabili e violente e furono scritte sui muri di Firenze per giorni e giorni in una campagna denigratoria che precedette quell'assassinio. 

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Stefano Bisi
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