Matteo Renzi scende ancora una volta in campo e ha estratto dal suo cilindro un paragone che potrebbe far sobbalzare più di qualcuno: per l'ex premier, Giorgia Meloni somiglierebbe ai Jalisse.
La nostra attuale premier, che aveva inizialmente riscosso un forte consenso fra molti elettori, ha però incontrato molte difficoltà nel rispondere alle loro attese e aspettative, proprio come i Jalisse non trovarono il modo di consolidare il loro successo sanremese nel 1997 con il brano Fiumi di parole.
Secondo Renzi, come per il duo composto da Alessandra Drusian e Fabio Ricci, Meloni sarà ricordata per una sola grande vittoria iniziale, senza però lasciare un segno duraturo sulla politica italiana.
Meloni un po' come i Jalisse: un bel trionfo iniziale, ma il rischio che, però, poi nessuno li ricordi più. Una vera e propria gufata da parte dell'ex premier e sindaco di Firenze.
Meloni, arrivata ai vertici della politica italiana con l'ascesa di Fratelli d'Italia e la vittoria alle elezioni del 2022, potrebbe fare la stessa fine dei Jalisse: un trionfo iniziale che ha portato a una messe di consensi... con il rischio però che il tutto si trasformi in un "fiume di parole" senza senso e sostanza.
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— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 14, 2025
I Jalisse si sono gustati il loro momento di gloria con una canzone che poteva inaugurare una carriera leggendaria, trasformatasi però in un lento (e un po’ triste) declino. Ecco che, per Renzi, Meloni si trova ad affrontare lo stesso destino: dopo il grande exploit iniziale e l’applauso delle masse, cosa succede adesso?
Restano i "fiumi di parole", come una di quelle interviste lunghe e un po' inconcludenti che si leggono sui quotidiani. Chiacchierando con "Il Foglio", Renzi dedica proprio quella canzone dei Jalisse alla premier che sfrutta ogni occasione (come Sanremo per l'appunto) per non parlare dei suoi problemi politici:
Paragonando Meloni e i Jalisse si può pensare al rischio che ogni politico corre: quello di non riuscire a mantenere le sue promesse di grandezza. La politica, come la musica, necessita di più di una sola vittoria per rimanere rilevante.
@portaaportarai…una serata dedicata a @sanremorai tra aneddoti, pronostici e musica.
— Jalisse Official (@Jalisseofficial) February 8, 2025
Grazie @brunovespaofficial, onorati di essere stati tuoi ospiti.☔️
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Il leader di Italia Viva ha fatto notare come la premier sia stata più brava a parlare con frasi roboanti che a risolvere concretamente i problemi del paese. I Jalisse, d'altronde, avevano fatto lo stesso con le loro "parole in musica", senza che la loro carriera musicale avanzasse, proprio come il governo Meloni che sta inciampando in più di qualche passaggio secondo l'opinione di Renzi.
L'ex sindaco di Firenze non poteva fare del sarcasmo sull'attività del governo Meloni. Continuando con l'immagine renziana, il governo italiano sarebbe un karaoke: tanta coreografia, parecchie promesse ma non c'è nessuno che sappia davvero cantare.
Renzi finisce in questo modo nel ritrarre una premier che, pur avendo vinto all'inizio, finirà per non rispettare le aspettative altrui: un tormentone musicale che, dopo aver conquistato la cima, annega nella nostalgia e nella disillusione.
Infine, uno sguardo a ciò che è accaduto in passato a livello di esecutivi a Palazzo Chigi. La sua sezione "Nuove proposte" evoca nomi che in alcuni casi sono sconosciuti al grande pubblico e in altri ricordano pagine oscure e gravi della storia repubblicana.
Presidenti del consiglio presi in giro dalla satira per la loro pronuncia, per la loro evanescenza o esaltati per essere "nonni al servizio delle istituzioni": c'è di tutto e di più nel seguente elenco dei presidenti del Consiglio che hanno "cantato" soltanto una volta.
Volendo escludere i governi tecnici che sono diventati una presenza familiare dagli inizia degli anni '90 in poi (Ciampi, Dini, Monti e Draghi), i governi politici vedono una predominanza della Democrazia Cristiana. Tre suoi rappresentanti hanno aperto e chiuso gli anni '80 (da Forlani a Goria e De Mita), un decennio funestato dallo scandalo della P2, attentati terroristici e contro Papa Giovanni Paolo II e dal "riflusso" dopo il decennio precedente di attivismo politico.
Mentre il Governo lavora senza sosta per portare risultati all’Italia, c’è chi prova invano a smontarli. E intanto il mondo torna a puntare su di noi. pic.twitter.com/tJ0GSEPT8X
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 31, 2025
Spicca negli anni '60 il breve governo guidato da Fernando Tambroni, il cui ricevere i voti di appoggio da parte dei neofascisti dell'MSI causò gravi e sanguinosi scontri di piazza. Sangue che poi si ebbe anche durante il governo tecnico di Carlo Azeglio Ciampi, con le stragi di mafia del 1992-1993.
Infine, una nota per il Partito Democratico: a sentire Meloni e soci, i dem avrebbero monopolizzato le istituzioni emarginando la destra. Arrivati alla Seconda Repubblica, solo Letta e Gentiloni hanno guidato due esecutivi per poco più di 3 anni divisi in due.
Non molto per "egemonizzare" la politica italiana...
Paragone provocatorio tra Meloni e i Jalisse: Matteo Renzi ha paragonato Giorgia Meloni al duo musicale dei Jalisse, notando che entrambe hanno avuto un grande successo iniziale (Meloni con la vittoria elettorale, i Jalisse con Sanremo), ma rischiano di diventare fenomeni passeggeri senza un impatto duraturo.
Critiche alla gestione di Meloni: Renzi accusa Meloni di essere brava a fare dichiarazioni roboanti ma poco capace di risolvere concretamente i problemi del paese, paragonando il suo governo a un "karaoke" che promette molto ma non offre risultati sostanziali.
Riflessione sulla politica e sul rischio di oblio: il paragone con i Jalisse evidenzia il rischio che Meloni, come loro, possa essere ricordata solo per una vittoria momentanea, senza riuscire a mantenere la sua rilevanza politica nel lungo periodo.