11 Feb, 2025 - 12:07

Renzi e il paradosso Meloni-Jalisse: la politica che fa "fiumi di parole"

Renzi e il paradosso Meloni-Jalisse: la politica che fa "fiumi di parole"

Matteo Renzi scende ancora una volta in campo e ha estratto dal suo cilindro un paragone che potrebbe far sobbalzare più di qualcuno: per l'ex premier, Giorgia Meloni somiglierebbe ai Jalisse.

La nostra attuale premier, che aveva inizialmente riscosso un forte consenso fra molti elettori, ha però incontrato molte difficoltà nel rispondere alle loro attese e aspettative, proprio come i Jalisse non trovarono il modo di consolidare il loro successo sanremese nel 1997 con il brano Fiumi di parole.

Secondo Renzi, come per il duo composto da Alessandra Drusian e Fabio Ricci, Meloni sarà ricordata per una sola grande vittoria iniziale, senza però lasciare un segno duraturo sulla politica italiana

Meloni un po' come i Jalisse: un bel trionfo iniziale, ma il rischio che, però, poi nessuno li ricordi più. Una vera e propria gufata da parte dell'ex premier e sindaco di Firenze.

Renzi attacca Meloni: "Come Jalisse a Sanremo: una vittoria e mai più"

Meloni, arrivata ai vertici della politica italiana con l'ascesa di Fratelli d'Italia e la vittoria alle elezioni del 2022, potrebbe fare la stessa fine dei Jalisse: un trionfo iniziale che ha portato a una messe di consensi... con il rischio però che il tutto si trasformi in un "fiume di parole" senza senso e sostanza.

I Jalisse si sono gustati il loro momento di gloria con una canzone che poteva inaugurare una carriera leggendaria, trasformatasi però in un lento (e un po’ triste) declino. Ecco che, per Renzi, Meloni si trova ad affrontare lo stesso destino: dopo il grande exploit iniziale e l’applauso delle masse, cosa succede adesso?

Restano i "fiumi di parole", come una di quelle interviste lunghe e un po' inconcludenti che si leggono sui quotidiani. Chiacchierando con "Il Foglio", Renzi dedica proprio quella canzone dei Jalisse alla premier che sfrutta ogni occasione (come Sanremo per l'appunto) per non parlare dei suoi problemi politici:

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Fiumi di parole dei Jalisse. Meloni è come i Jalisse. Ha vinto una volta, ma non vincerà mai più. Il loro santo protettore è Sanremo, confidano che il Festival Rai li salvi. 

Lo scontro Meloni-Renzi si fa più acceso

Paragonando Meloni e i Jalisse si può pensare al rischio che ogni politico corre: quello di non riuscire a mantenere le sue promesse di grandezza. La politica, come la musica, necessita di più di una sola vittoria per rimanere rilevante

Il leader di Italia Viva ha fatto notare come la premier sia stata più brava a parlare con frasi roboanti che a risolvere concretamente i problemi del paese. I Jalisse, d'altronde, avevano fatto lo stesso con le loro "parole in musica", senza che la loro carriera musicale avanzasse, proprio come il governo Meloni che sta inciampando in più di qualche passaggio secondo l'opinione di Renzi.

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Credo che se quanto accade oggi fosse accaduto  sotto i governi Renzi, Draghi, e mi spingo a dire Conte, il paese sarebbe già sceso in piazza. C’è ormai paura anche di parlare, ma io non temo Meloni, e farò il giro di tutte le redazioni, quelle di ogni paese per denunciarlo.

L'ex sindaco di Firenze non poteva fare del sarcasmo sull'attività del governo Meloni. Continuando con l'immagine renziana, il governo italiano sarebbe un karaoke: tanta coreografia, parecchie promesse ma non c'è nessuno che sappia davvero cantare.

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I fantasmi che vede sono nella sua mente. Siamo arrivati al punto che Meloni non può chiudere la direzione del suo partito e manda la sorella. Le sta antipatico Macron e diserta il summit sull’intelligenza artificiale. Si è circondata di una banda di ‘bimbiminkia’, analfabeti istituzionali, e di Delmastro e Lollobrigida, molto artificiali e per nulla intelligenti.

Renzi finisce in questo modo nel ritrarre una premier che, pur avendo vinto all'inizio, finirà per non rispettare le aspettative altrui: un tormentone musicale che, dopo aver conquistato la cima, annega nella nostalgia e nella disillusione

Chi ha "cantato" una volta sola a Palazzo Chigi

Infine, uno sguardo a ciò che è accaduto in passato a livello di esecutivi a Palazzo Chigi. La sua sezione "Nuove proposte" evoca nomi che in alcuni casi sono sconosciuti al grande pubblico e in altri ricordano pagine oscure e gravi della storia repubblicana.

Presidenti del consiglio presi in giro dalla satira per la loro pronuncia, per la loro evanescenza o esaltati per essere "nonni al servizio delle istituzioni": c'è di tutto e di più nel seguente elenco dei presidenti del Consiglio che hanno "cantato" soltanto una volta.

  • Tambroni (marzo-luglio 1960)

  • Pella (agosto 1953-gennaio 1954)

  • Forlani (ottobre 1980-giugno 1981)

  • Goria (luglio 1987-aprile 1988)

  • Letta (aprile 2013-febbraio 2014)

  • Ciampi (aprile 1993-maggio 1994)

  • Zoli (maggio 1957-luglio 1958)

  • De Mita (aprile 1988-luglio 1989)

  • Dini (gennaio 1995-maggio 1996)

  • Scelba (febbraio 1954-luglio 1955)

  • Monti (novembre 2011-aprile 2013)

  • Gentiloni (dicembre 2016-giugno 2018)

  • Colombo (agosto 1970-febbraio 1972)

  • Draghi (febbraio 2021-ottobre 2022)

Volendo escludere i governi tecnici che sono diventati una presenza familiare dagli inizia degli anni '90 in poi (Ciampi, Dini, Monti e Draghi), i governi politici vedono una predominanza della Democrazia Cristiana. Tre suoi rappresentanti hanno aperto e chiuso gli anni '80 (da Forlani a Goria e De Mita), un decennio funestato dallo scandalo della P2, attentati terroristici e contro Papa Giovanni Paolo II e dal "riflusso" dopo il decennio precedente di attivismo politico.

Spicca negli anni '60 il breve governo guidato da Fernando Tambroni, il cui ricevere i voti di appoggio da parte dei neofascisti dell'MSI causò gravi e sanguinosi scontri di piazza. Sangue che poi si ebbe anche durante il governo tecnico di Carlo Azeglio Ciampi, con le stragi di mafia del 1992-1993.

Infine, una nota per il Partito Democratico: a sentire Meloni e soci, i dem avrebbero monopolizzato le istituzioni emarginando la destra. Arrivati alla Seconda Repubblica, solo Letta e Gentiloni hanno guidato due esecutivi per poco più di 3 anni divisi in due.

Non molto per "egemonizzare" la politica italiana...

I tre punti salienti dell'articolo

  • Paragone provocatorio tra Meloni e i Jalisse: Matteo Renzi ha paragonato Giorgia Meloni al duo musicale dei Jalisse, notando che entrambe hanno avuto un grande successo iniziale (Meloni con la vittoria elettorale, i Jalisse con Sanremo), ma rischiano di diventare fenomeni passeggeri senza un impatto duraturo.

  • Critiche alla gestione di Meloni: Renzi accusa Meloni di essere brava a fare dichiarazioni roboanti ma poco capace di risolvere concretamente i problemi del paese, paragonando il suo governo a un "karaoke" che promette molto ma non offre risultati sostanziali.

  • Riflessione sulla politica e sul rischio di oblio: il paragone con i Jalisse evidenzia il rischio che Meloni, come loro, possa essere ricordata solo per una vittoria momentanea, senza riuscire a mantenere la sua rilevanza politica nel lungo periodo.

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Pasquale Narciso
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