21 Feb, 2025 - 11:35

Tensione all'Olimpico durante Roma-Porto: l'antisportività nel calcio

Tensione all'Olimpico durante Roma-Porto: l'antisportività nel calcio

Nel calcio c'è ancora spazio per la violenza, che talvolta vediamo in campo tra giocatori, ma spesso si insidia più in alto, sugli spalti da cui i tifosi si godono il match. Nel corso della storia di questo magnifico sport ne abbiamo visti di atteggiamenti irrispettosi da parte dei tifosi, casi isolati che compromettono la bellezza di questo gioco.

L'ennesimo, purtroppo, si è verificato ieri, mentre la Roma cercava di gestire il vantaggio contro i lusitani del Porto: un episodio increscioso, che sarebbe potuto sfociare in qualcosa di più serio se le forze dell'ordine e gli steward non fossero intervenuti prontamente.

Roma-Porto: cosa è successo sugli spalti?

Durante la sfida di Europa League giocata ieri sera tra i capitolini e i portoghesi, lo Stadio Olimpico è stato teatro di alcuni episodi di tensione che hanno rischiato di degenerare in una grave violenza: gli ultras lusitani hanno tentato di scavalcare la barriera di vetro che separa il loro settore dalla tribuna Monte Mario con lo scopo di scontrarsi con i tifosi romanisti.

Gli steward hanno cercato subito di contenere la situazione, ma il clima è rimasto molto teso per diversi minuti. Dopo gli attimi di tensione la situazione sembrava essere tornata alla calma, quando il lancio di oggetti da parte della tifoseria ospite ha riacceso gli scontri, rendendo, a quel punto, imperativo l'intervento delle forze dell'ordine, che si sono recate immediatamente sul posto.

La polizia ha subito disperso i responsabili dei disordini e ha scongiurato delle conseguenze ben più gravi. Seppure la Roma abbia conquistato la vittoria con una doppietta di Dybala e un gol di Pisilli, alcuni tifosi sono rimasti scossi da quanto accaduto, soprattutto perché ogni supporter che paga un biglietto dovrebbe godere di serenità sugli spalti.

Si attendono adesso dei provvedimenti nei confronti dei responsabili dei disordini, mentre i capitolini si preparano a conoscere il loro prossimo avversario (che, addirittura, potrebbe essere la Lazio).

Il caso Roma-Porto, solo uno dei tanti

Quello che abbiamo visto ieri è solo la punta dell'iceberg: dall'inizio della storia di questo sport se ne sono visti a bizzeffe di episodi del genere. È difficile dimenticare quanto accaduto nel 1985 a Bruxelles, considerato l'anno zero nella storia dell'ordine pubblico all'interno degli stadi.

Parliamo della tragedia dell'Heysel, avvenuta il 29 maggio di quell'anno, in occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Tutto nacque da un gruppo di tifosi inglesi, che iniziarono a caricare un settore occupato dai supporter juventini. La carica al settore situato in prossimità scatenò il panico: molti tifosi tentarono la fuga e la loro pressione scatenò il crollo di un muro, causando la morte di 39 persone e il ferimento di altre 600.

Questo triste evento è considerato tutt'ora una delle pagine nere della storia del calcio, che ha comportato l'esclusione dei club inglesi dalle competizioni europee per cinque anni. Non solo, perché il tragico episodio, unico nella storia di questo sport per gravità, segnò un punto di svolta nella gestione della sicurezza negli stadi, con l'introduzione di misure più severe per prevenire episodi del genere.

Possibili soluzioni alla violenza nel calcio

La violenza nel mondo del pallone non si limita agli spalti: come abbiamo visto e continuiamo a vedere, si manifesta anche in campo e nei comportamenti antisportivi tra giocatori e tifosi.

Per contrastare questi fenomeni, le federazioni calcistiche hanno lavorato su diverse misure, implementandole; potrebbero rivelarsi rivoluzionarie alcune misure tra cui il riconoscimento facciale negli stadi, sanzioni più severe per i club responsabili di tifoserie violente e anche delle campagne di sensibilizzazione sul fair play.

L'episodio di ieri, però, dimostra ancora una volta che la strada per estinguere questi fenomeni è ancora lunga.

 

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Luca Liaci
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