Le condizioni di salute di Papa Francesco tengono il mondo in apprensione. Da una settimana il Santo Padre è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale che potrebbe richiedere una degenza più lunga del previsto.
Nelle ultime ore hanno cominciato a circolare con insistenza voci di possibili dimissioni che, a differenza di altre fake news degli ultimi giorni, questa volta non sono state smentite.
In un’intervista al Corriere della Sera di oggi – venerdì 21 febbraio 2025 - il cardinale Gianfranco Ravasi ha confermato che Papa Bergoglio potrebbe decidere di dimettersi – come aveva fatto il suo predecessore, Papa Ratzinger – se dovesse ritenere le sue condizioni di salute un impedimento per il proseguo del suo ministero pastorale.
A infittire il rebus delle speculazioni sul futuro del Papa è spuntata, infine, una lettera di dimissioni datata 2013 e firmata dal Santo Padre.
L’ipotesi di dimissioni per motivi di salute è sul tavolo, inutile girarci intorno. Le condizioni di salute di Papa Francesco preoccupano perché potrebbero tenere il Pontefice lontano dagli impegni per molto tempo in un momento molto delicato per la Chiesa, con l’anno giubilare in corso e i venti di guerra che continuano a spirare minacciosi da est a ovest.
Lo stesso Santo Padre non ha mai considerato le dimissioni un tabù qualora le sue condizioni di salute fossero diventate un impedimento per il suo pontificato.
Papa Francesco, infine - e neanche questo è un mistero - ha molti oppositori tra le mura vaticane. In tanti in questi anni si sono trovati spesso in disaccordo con il suo progetto di ‘svecchiamento’ delle strutture ecclesiastiche e con le sue idee spesso considerate in contrasto con l’ortodossia imperante.
È il destino degli innovatori, quello di avere più nemici che amici.
Un quadro che seppur in maniera superficiale rende l’idea delle pressioni che in questi giorni pesano sul Pontefice.
Questa mattina il Cardinale Gianfranco Ravasi ha dichiarato che il Papa potrebbe valutare l’ipotesi delle dimissioni se "dovesse avere delle difficoltà gravi a svolgere il suo servizio, farà la sua scelta". Ma Ravasi ha anche evidenziato la volontà del Papa di guidare e concludere l’anno giubilare prima di prendere qualsiasi decisione sul suo futuro.
Insomma, le dimissioni sono un’opzione che Papa Francesco starebbe prendendo in considerazione. Nel frattempo, nelle ultime ore, in molti si stanno chiedendo se Bergoglio si sia già dimesso dopo la diffusione della notizia di una lettera di dimissioni già firmata.
Si tratta di una lettera di rinuncia preventiva firmata dal Pontefice nel 2013, all’inizio del suo pontificato, in cui rinunciava al ministero in caso di malattia, qualora la gravità di quest’ultima fosse tale da compromettere le sue capacità decisionali e di governo.
La lettera fu consegnata all’allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone che poi l’ha consegnata al suo successore Pietro Parolin.
A rivelare l’esistenza della lettera di dimissioni fu lo stesso Papa in un’intervista a un quotidiano spagnolo.
La rinuncia all'ufficio di romano pontefice è prevista dal diritto canonico e deve essere ‘manifestata’ quando il Pontefice è nel pieno delle sue facoltà fisiche e mentali. Prima di Papa Bergoglio anche Papa Paolo VI aveva compiuto lo stesso gesto nel 1965.
Le ultime notizie dal Policlinico Gemelli sono incoraggianti. Fonti vaticane fanno sapere che Papa Francesco ha trascorso una notte tranquilla e che questa mattina si è alzato e ha fatto colazione prima di iniziare l’attività lavorativa in forma ridotta.
????La sala Stampa aggiorna sullo stato di salute di #PapaFrancesco. La notte è trascorsa bene, questa mattina si è alzato e ha fatto colazione @HolySeePress pic.twitter.com/PmzyCKsb8K
— Vatican News (@vaticannews_it) February 21, 2025
Nelle prossime ore si dovrebbe capire meglio la reazione alla terapia farmacologica seguita dal Papa. Nell’ultimo bollettino medico diramato dalla sala stampa vaticana si sottolinea un lieve miglioramento delle sue condizioni cliniche all’interno di un quadro che resta complesso.
Ancora non è stata presa una decisione circa la recita dell’Angelus di domenica che probabilmente avverrà nelle stesse modalità di domenica scorsa, ossia del testo diffuso e non letto.