25 Feb, 2025 - 10:57

Giulia uccisa da pitbull ad Acerra, nuovo sopralluogo nella casa dell'orrore: "Era morta da mezz'ora"

Giulia uccisa da pitbull ad Acerra, nuovo sopralluogo nella casa dell'orrore: "Era morta da mezz'ora"

Continuano serrate le indagini sulla morte della piccola Giulia, la bambina di appena 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia nella notte tra sabato 15 e domenica 16 febbraio 2025 ad Acerra, in provincia di Napoli. La vicenda, che ha profondamente scosso l'opinione pubblica e gettato nella disperazione la sua famiglia, presenta ancora diversi punti da chiarire.

Oggi, lunedì 24 febbraio, c'è stato un nuovo sopralluogo della Scientifica nell'abitazione della famiglia, dov'è avvenuta l'aggressione mortale. Il racconto del papà Vincenzo, in casa in quel momento, non avrebbe convinto gli inquirenti a causa dei buchi temporali e di alcune incongruenze.

Intanto il medico del Pronto Soccorso della clinica Villa dei Fiori, che per primo ha visitato la bimba, ha dichiarato che era "già deceduta" da almeno 20 o 30 minuti prima del suo arrivo in ospedale.

Il servizio del programma Ore 14 sul caso (21/02/2025)

Sopralluogo nella casa in cui è morta Giulia, sbranata da un pitbull

Il papà della piccola, Vincenzo Loffredo, risulta al momento indagato a piede libero dalla Procura di Nola per omicidio colposo e omessa vigilanza e custodia del cane Tyson, presunto responsabile dell'accaduto. La notte dell'aggressione, insieme al pitbull, in casa c'era anche la meticcia Laika.

La Scientifica si è recata, questa mattina, nell'appartamento del rione Ice Snei di Acerra a caccia di ulteriori elementi che possano aiutare a ricostruire quanto accaduto.

Durante il secondo sopralluogo, avvenuto lo scorso mercoledì, la polizia ha trovato l'appartamento ripulito: sul pavimento non c'era più alcuna macchia di sangue.

Stando a quanto riferito dall'avvocato del giovane, Luigi Montano, sarebbero stati alcuni familiari a pulire la casa il giorno successivo alla tragedia. Smentendo la voce circolata in precedenza, secondo cui sarebbe stato il suo assistito a farlo, prima di uscire di casa:

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L'immobile non era ancora posto sotto sequestro (...) Hanno lavato, la mamma del ragazzo stava per svenire quando ha visto il sangue a terra

ha raccontato al programma di Rai Due Ore 14.

La testimonianza del medico

Il dottore Emanuele Leo è stato il primo medico a visitare la piccola Giulia quando il papà l'ha portata in clinica. Sul referto del Pronto Soccorso si legge che la piccola "era priva di coscienza" e in arresto cardiocircolatorio. La cute era "pallida e fredda"; segnalate escoriazioni e ferite multiple al volto e al capo con sanguinamento.

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Abbiamo comunque provato a rianimarla. In quei frangenti ci siamo messi la mano sulla coscienza e ci siamo detti ‘vediamo in ogni caso cosa si possa fare’. La bimba però è arrivata da noi già con la noce del collo rotta

ha riferito Leo in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino. Il medico ha poi aggiunto che le "marezzature", presenti sulla pelle della bimba, sono segni clinici dell'arresto cardiaco avvenuto già da qualche tempo. Secondo il suo parere, circa "20 o 30 minuti prima" dell'arrivo in ospedale.

Gli inquirenti stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della clinica e quelle pubbliche e private, nel breve tragitto tra le palazzine di edilizia popolare dove abita la giovane famiglia.

Chiesto un nuovo interrogatorio del padre

Secondo la versione resa agli inquirenti, e confermata dall’avvocato, il 24enne si sarebbe addormentato nel lettone con la piccola intorno alle 22 di sabato 15 febbraio, mentre la madre si trovava al lavoro. Un sonno profondo da cui si è risvegliato trovando il corpicino della piccola a terra, con ferite compatibili con un morso di cane sulla testa.

Da qui la corsa in clinica, distante circa tre minuti a piedi dall'appartamento, in cui la neonata sarebbe arrivata già priva di vita. Ma a questo punto ci sono due elementi che suscitano altrettanti interrogativi: perché il padre ha detto di essersi svegliato intorno alle 23:45, ma l'ingresso al Pronto Soccorso è stato registrato alle 00:26? 

Sul verbale della struttura si legge, inoltre, che il padre aveva dichiarato di essere stato aggredito, insieme alla figlia, da un cane di grossa taglia, un randagio. Come mai avrebbe dato questa versione dei fatti?

Vincenzo Loffredo ha chiesto di essere nuovamente ascoltato per chiarire tutti i dubbi. Un nuovo interrogatorio potrebbe tenersi nei prossimi giorni, anche se la data non è ancora stata stabilita.

Sui riscontri dell'autopsia sulla salma di Giulia vige il più stretto riserbo. Dagli accertamenti già effettuati sui due cani della famiglia (ora affidati all'Asl Napoli 2 Nord) non risulterebbero tracce ematiche. Si attendono gli esiti dell'esame del Dna sulle loro feci.

Giovedì 20 febbraio si sono svolti i funerali di Giulia in forma privata. Lacrime e commozione per una morte profondamente ingiusta, che forse si sarebbe potuta evitare.

Cosa sappiamo sulla morte della piccola Giulia ad Acerra

  • Indagini sulla tragedia – La piccola Giulia, 9 mesi, è morta sbranata da un pitbull di famiglia ad Acerra. Il padre, Vincenzo Loffredo, è indagato per omicidio colposo e omessa vigilanza. Le indagini cercano di chiarire i buchi temporali e le incongruenze nel suo racconto.
  • Elementi sospetti – Il medico ha dichiarato che la bimba era già morta da 20-30 minuti prima dell'arrivo in ospedale. Inoltre, l'appartamento era stato ripulito prima dei rilievi della Scientifica, apparentemente dai familiari. Il padre inizialmente parlò di un’aggressione da parte di un cane randagio.
  • Ulteriori accertamenti – L'autopsia sul corpo di Giulia è stata effettuata e si attendono le analisi del DNA sulle feci dei due cani di famiglia. Il padre ha chiesto un nuovo interrogatorio per chiarire i dubbi, mentre la comunità è sotto shock per la tragedia.
AUTORE
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Mariangela Celiberti
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