Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato di recente che l'abuso di acqua può uccidere, proprio come accade con l'abuso di alcolici, suscitando numerose polemiche e un flusso incontrollato di meme satirici che da giorni sta invadendo i social.
La controversa e curiosa dichiarazione è stata fatta dal ministro in occasione degli Stati Generali del Vino tenutisi a Roma la scorsa settimana con l'intento, non tanto di demonizzare il consumo di acqua, quanto di difendere quello del vino.
Il contesto era quello relativo alla proposta di aggiungere anche sulle bottiglie dei vini etichette sanitarie, simili a quelle che da anni compaiono sui pacchetti di sigarette con la dicitura 'può provocare il cancro”.
Una proposta osteggiata dai produttori italiani, la cui battaglia è convintamente sostenuta dal governo italiano.
Vediamo, allora, cosa ha detto Lollobrigida sull'abuso di acqua e cosa dice la scienza al riguardo.
Le dichiarazioni del ministro Francesco Lollobrigida sulla pericolosità dell'acqua per la nostra salute stanno suscitando grande ilarità, ma anche qualche polemica.
Ma cosa intendeva realmente? In realtà, l'intenzione del ministro era quella di provare che a essere pericolosi sono gli abusi e non le sostanze in sé e che, quindi, sia sbagliato demonizzare il consumo di alcool che, se bevuto con moderazione, non comporta nessun danno per la nostra salute.
Il contesto, come già detto, è quello della polemica per l'utilizzo delle etichette sanitarie sulle bottiglie di vino proposto dell'OMS ai Paesi UE
Per perorare la causa il ministro ha pensato, allora, di utilizzare come esempio l'acqua - sostanza innocua per antonomasia - affermando che anche un consumo eccessivo di acqua può portare gravi conseguenze e in casi estremi alla morte.
Ha usato l'esempio dell'acqua per dimostrare che il consumo eccessivo di qualsiasi cosa può avere conseguenze negative, ridicolizzando l'idea di mettere etichette allarmistiche anche sulle bottiglie di vino.
Il ministro nel suo intervento ha anche elencato i sintomi tipici dell'intossicazione da acqua tra cui: sudorazione eccessiva, danni ai reni, diluizione eccessiva del sangue, danni al cervello e al cuore.
Ha concluso, infine, con sarcasmo.
perla rara di Lollobrigida per difendere il vino "l'abuso d'acqua può portare alla morte...immaginate la necessità di un'etichettatura allarmistica sulle bottiglie d'acqua..."
— Sirio ???? (@siriomerenda) February 23, 2025
è tornato con una supercazzola da competizione...#Lollobrigida #Lollo #23febbraio #governodicialtroni pic.twitter.com/C4hTJFNA2f
Ma è vero quello che dice il ministro Lollobrigida e che bere troppa acqua può portare alla morte di una persona?
In realtà è davvero così. In rarissimi casi, il consumo eccessivo di acqua, unito a una ridotta secrezione, può determinare una condizione di intossicazione acuta, o avvelenamento da acqua.
Sono documentati diversi casi di decessi per assunzioni più di cinque litri di acqua nell'arco di poche ore. È stato calcolato che il limite di assunzione è di circa 1 -1,5 litri all'ora.
I fenomeni di iperidratazione, infatti, dipendono anche dal lasso di tempo in cui viene assunta l'acqua: se è troppa e tutta insieme il corpo non riesce a smaltirla. Dipendono, tuttavia, anche dalla presenza di condizioni cliniche che possono compromettere lo smaltimento dell'acqua, ad esempio attraverso l'urina o la sudorazione.
I sintomi di intossicazione da acqua, sono un po' quelli elencati dal ministro e nei casi più gravi possono portare al coma e alla morte.
Risale all'estate di due anni fa, ad esempio, il caso di una giovane mamma americana deceduta per aver bevuto quattro bottigliette di acqua in meno di 20 minuti.
Era il 4 luglio del 2023 e la donna si trovava in gita al lago con la famiglia quando, non riuscendo a sopportare il caldo, bevve in pochi minuti una quantità eccessiva di acqua che l'avrebbe portata prima in coma e poi alla morte.
Il consumo eccessivo di acqua in un lasso di tempo ristretto non consente ai reni di drenare i liquidi in eccesso che determinano una eccessiva diluizione dei sali minerali nel sangue con conseguenze sul funzionamento degli organi interni.