25 Feb, 2025 - 16:16

Occidente diviso sulla questione ucraina: tensioni Onu e la strategia di Trump

Occidente diviso sulla questione ucraina: tensioni Onu e la strategia di Trump

L’Occidente politico appare sempre più frammentato di fronte alla guerra in Ucraina. La recente risoluzione delle Nazioni Unite che condanna la Russia come aggressore ha rivelato profonde divisioni tra gli alleati. In particolare, la proposta di Donald Trump di una risoluzione alternativa, priva della definizione esplicita di "aggressione russa", ha creato attriti con i leader europei, che invece insistevano su una formulazione più netta e diretta.

Le tensioni diplomatiche e il ruolo delle Nazioni Unite

Sebbene la risoluzione sia stata approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU nella versione voluta da Donald Trump e quindi senza l'esplicita condanna a Mosca, la sua versione integrale adottata dall'Assemblea Generale – pur non avendo valore vincolante – ha un forte impatto politico, poiché offre un quadro chiaro della posizione delle nazioni nel conflitto. Alessandro Politi, direttore della NATO Defense College Foundation, è intervenuto su Greenwich, trasmissione di Radio Cusano Campus, per analizzare la postura europea rispetto alla strategia di Trump.

“La risoluzione voluta da Trump è ormai passata al Consiglio di Sicurezza, ma quella dell’Assemblea Generale, seppur non vincolante, ha un peso politico significativo. Aiuta a delineare il quadro degli schieramenti. Pochi Stati hanno votato contro la condanna della Russia, tra cui gli Stati Uniti e Israele, una scelta che riflette equilibri geopolitici complessi ma quanto mai attuali. Questo passaggio istituzionale è rilevante, ma non incide direttamente sulle trattative in corso. Tuttavia, le posizioni di Mosca e Washington possono influenzare gli sviluppi futuri. Anche l’Unione Europea sta tentando di intervenire: Emmanuel Macron si è recato da Trump per sondare margini di manovra, stiamo provando a far sentire la nostra voce”, ha spiegato Politi.

Il Cremlino allineato alla posizione statunitense?

Uno degli elementi più sorprendenti della vicenda è la convergenza di interessi tra il Cremlino e la posizione americana in questo frangente. Il rifiuto di Washington di adottare una condanna esplicita alla Russia sembra favorire la strategia diplomatica di Mosca, contribuendo a cristallizzare gli schieramenti internazionali.

“Questa dinamica sarebbe più chiara se non avessimo di fronte due leader imprevedibili come Putin e Trump”, ha sottolineato Politi. “Il voto ha un suo significato, così come quello espresso in Germania di recente, ma il vero nodo cruciale è il passaggio alle trattative. È in quel contesto che la questione diventa particolarmente spinosa. Non credo che nemmeno Trump abbia un piano preciso su come chiudere questo conflitto: sa solo che vuole farlo, probabilmente in modo rapido e senza preoccuparsi troppo dei dettagli, proprio come fece in Afghanistan”.

Trump e il piano per il Medio Oriente: il ruolo della Lega Araba

Oltre alla crisi ucraina, il presidente statunitense è coinvolto in un’altra delicata partita diplomatica: la ricerca di una soluzione per il Medio Oriente. Il suo piano è in discussione tra i paesi della Lega Araba, un’organizzazione storicamente segnata da profonde divergenze interne che spesso ne hanno limitato l’efficacia.

“La Lega Araba ha un peso direttamente proporzionale al consenso tra i suoi membri”, ha osservato Politi. “In passato, le sue iniziative sono state paralizzate da contrasti interni. Trump, come sua abitudine, cerca soluzioni rapide, ignorando dettagli che poi si rivelano molto più complessi di quanto possa sembrare inizialmente. Questa strategia potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio nel lungo termine”.

Con il panorama geopolitico sempre più instabile e i rapporti tra le potenze mondiali in continua evoluzione, resta da vedere quale impatto avranno le mosse di Trump sulle relazioni internazionali e sulla ricerca di una soluzione per il conflitto ucraino. Se da un lato il suo approccio pragmatico potrebbe accelerare il processo negoziale, dall’altro rischia di creare ulteriori frizioni con gli alleati europei, già in disaccordo sulla gestione della crisi. E' una partita in cui oltre al cessate il fuoco in Ucraina e in medioriente, si scommette anche sul ruolo e sul peso che in futuro avrà l'Unione Europea.

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Vanessa Piccioni
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