Fratelli d’Italia vola oltre la soglia psicologica del 30%, mentre il PD continua a perdere consensi. È la fotografia dell’ultima settimana di sondaggi sul gradimento dei partiti italiani.
La media ponderata YouTrend, che raggruppa tutte le rilevazioni effettuate nell’ultima settimana, lascia pochi margini di interpretazione. Nonostante i problemi legati alle vicende giudiziarie degli esponenti del suo governo, nonostante gli attacchi per il caso Paragone e Almasri, Giorgia Meloni continua a essere la leader più amata dagli italiani.
Il profilo basso scelto dalla segretaria del Pd Elly Schlein, invece, sembra non pagare più e il Partito Democratico perde consensi per la seconda settimana consecutiva, a differenza del Movimento 5 Stelle, che invece, cresce dopo un periodo negativo. Saranno state le dichiarazioni di Giuseppe Conte su Trump e la pace in Ucraina?
Ecco chi sale e chi scende questa settimana nei sondaggi e cosa pensano gli italiani dei leader politici
Questa settimana Fratelli d’Italia infrange anche un’altra barriera, quella della soglia del 30% nelle intenzioni di voto degli italiani. Giorgia Meloni trascina il suo partito al 30,2%, guadagnando un +0,4% rispetto alla scorsa settimana.
Un risultato tutt’altro che scontato se si considera la difficile settimana del Governo, con il voto di sfiducia alla Ministra del Turismo Daniela Santanchè, la sfiducia al Ministro Nordio, le polemiche per il caro-bollette e le dichiarazioni di fuoco di Trump sull’Ucraina.
Cosa ci dice questo dato? Che per scalfire la popolarità della premier non bastano polemiche in ordine sparso, ma occorre contrapporle una leadership chiara e autorevole.
Fratelli d’Italia resta saldamente il primo partito d’Italia e il primo della coalizione di centrodestra dove cresce anche Forza Italia di Antonio Tajani, che questa settimana si avvicina ulteriormente all’obiettivo del 10%, arrivando a 9,4% (+0,2).
Scende ancora Matteo Salvini e la Lega che perde lo 0,2%, attestandosi all’8,3. Le dichiarazioni apertamente a favore della linea dura di Donald Trump su conflitti, immigrazione ed economia potrebbero aver spaventato l’elettorato di desta?
Fino a oggi i sondaggi le avevano sempre dato ragione, ma il fatto che da qualche settimana il PD continui a scendere nelle intenzioni di voto degli elettori, e ciò comincia a far suonare qualche allarme nelle stanze del Nazareno. Per la terza settimana consecutiva, il PD cala nei sondaggi attestandosi al 22,09% con un -0,2%).
Un calo su cui la segretaria Elly Schlein dovrà riflettere per capire cosa nella sua strategia non funzioni più.
Continua a crescere, invece, il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che arriva all’11,9% guadagnando lo 0,5% e sfiorando la soglia del 12%. È la terza settimana consecutiva che cresce, sintomo che la presa di distanza dagli alleati del campo largo e le dichiarazioni a favore di Trump piacciono all’elettorato di riferimento, che pian piano si sta riavvicinando al partito e al suo leader.
Nel centrosinistra, quello di Conte è l’unico partito che gode di buona salute, poiché anche Avs di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli perde qualcosa, lo 0.2% e scende al 6%.
???? #Supermedia Youtrend per @Agenzia_Italia dei sondaggi e variazione rispetto al 13 febbraio):
— Youtrend (@you_trend) February 28, 2025
FdI 30,2% (+0,4)
PD 22,9% (-0,2)
M5S 11,9% (+0,5)
FI 9,4% (+0,2)
Lega 8,3% (-0,2)
AVS 6,0% (-0,2)
Azione 2,9% (+0,2)
IV 2,7% (+0,1)
+E 1,8% (-0,2)
NM 1,2% (+0,1) pic.twitter.com/h6uoIpVFbt
Se si andasse alle urne oggi, la coalizione di centrodestra vincerebbe senza problemi arrivando al 49,4%, un risultato che gli consentirebbe una maggioranza tranquilla tanto alla Camera, quanto al Senato. Nel conteggio c’è anche l’1,2% di Noi Moderati di Maurizio Lupi.
Il campo largo, ovvero PD, M5s e Avs da solo arriverebbe al 40,8%, troppo poco per impensierire la corazzata meloniana.
In caso di coalizione allargata, ovvero con l’aggiunta anche di Azione di Carlo Calenda (che continua a crescere arrivando al 2,9%), Italia Viva di Matteo Renzi (2,7%) e +Europa di Riccardo Magi (1,8%) si arriverebbe al 48,2%, che non sarebbe comunque sufficiente ma, che rappresenta comunque una base più stabile da cui partire.
Le divisioni del centrosinistra e la litigiosità degli alleati, però, rendono molto improbabile la possibilità di una coalizione allargata. Come ha sottolineato in questi giorni il senatore Matteo Renzi, il centrodestra continua a vincere perché il centrosinistra è spaccato.