Un brutto Lecce e una brutta Fiorentina si sono visti ieri sera nel Friday Night di Serie A allo stadio Artemio Franchi, dove la Viola è riuscita a imporsi con un gol di Gosens sugli sviluppi di un interessante cross di Dodò. Nel complesso, però, è stata una brutta partita, e la squadra di casa ha preso anche qualche fischio dal pubblico per una prestazione tutt'altro che convincente.
Ma il Lecce è complice di un risultato che ha favorito la Fiorentina, perché per la prima volta non ha espresso un gioco, ha sbagliato troppo in fase di impostazione e, cosa più preoccupante, raramente ha superato la trequarti avversaria per tentare di impensierire la difesa viola.
Peggior attacco, sì, con sole 18 reti messe a segno in 26 giornate di Serie A: numeri che preoccupano tanto l'ambiente salentino. Non si vede un Lecce brillante da almeno cinque giornate, da quando ha espugnato Parma per 3-1, portando a casa punti vitali per la salvezza. Ma i dati ora parlano chiaro: i giallorossi non segnano da quattro giornate.
Prima il pareggio interno contro il Bologna (0-0), poi un altro match a reti bianche a Monza, passando per la sconfitta interna contro l'Udinese, fino alla partita di ieri contro la Viola. Insomma, i salentini incassano pochissimo, ma non sono in grado di impensierire neppure la difesa dell'ultima in classifica. Di fatto, neppure in casa del Monza i giallorossi sono riusciti ad avere occasioni clamorose per passare in vantaggio, ma si sono accontentati di un pareggio, che ora, col senno di poi, fa molto male.
Questa è la seconda sconfitta consecutiva per i salentini, che hanno perso smalto e non riescono più a incidere. Come nella scorsa giornata, dovranno sperare nei passi falsi delle dirette concorrenti, da Parma a Empoli, che si trovano al momento al 17° e 18° posto.
Il gioco dei salentini è sterile per varie ragioni: una di queste è certamente l'assenza di pedine importanti, che ad alternanza occupano l'infermeria e non riescono mai a dare un organico completo su cui lavorare a Giampaolo. Dopo la bella riscoperta di Helgason, l'islandese ha subito un infortunio che lo ha costretto a saltare due giornate.
Ci sono volute settimane, invece, per ritrovare Berisha, che però da solo non può prendere le redini del centrocampo. Che dire poi di Pierotti, che sulla fascia è ormai una garanzia, capace di trovare anche la vena del gol e non far rimpiangere la dolorosa cessione di Dorgu; anche lui assente per un infortunio ancora da definire.
Anche l'argentino ha risentito del carico fisico e psicologico da inizio stagione, che ora inizia a manifestarsi più che mai. In questa lista ci sono anche tutti gli altri infortunati da inizio stagione, come Lameck Banda e Kialonda Gaspar, assenze importanti: il primo per dare più imprevedibilità a livello offensivo, il secondo per dare solidità a un reparto difensivo che a volte fa acqua da tutte le parti, nonostante i pochi gol subiti.
Ora i salentini, che nelle ultime quattro partite hanno racimolato solo due punti, si trovano in una situazione molto complicata: il calendario non sorride agli uomini di Giampaolo, che nelle prossime partite affronteranno squadre tutt'altro che "abbordabili".
Dal Milan, che però è in crisi nera e non riesce più a fare punti, fino a Roma e Juventus, passando per Genova, dove i pugliesi dovranno per forza provare a fare punti se vogliono dare una scossa al campionato. Per il Lecce sono rimasti solo due scontri diretti in casa: il Venezia, che dovrà essere come una finale per Giampaolo, e il Como, che alla lunga si sta tirando fuori dalla zona retrocessione e ben presto non avrà più nulla da chiedere al campionato.