Tra i corazzieri di Emanuele Giannelli e la panchina colorata di Marco Lodola lo spazio tra palazzo Sacrati, dove ha sede la presidenza della Regione Toscana, e il duomo sembra diventato una esposizione d'arte contemporanea. Alla rivista Artribune non piace e lo ha scritto in maniera chiara: "Di pasticci relativi all'arte pubblica ne abbiamo visti, criticati e raccontati fin troppi negli ultimi anni, ma con ogni probabilità questo può ambire al podio dei pastrocchi più imbarazzanti e surreali. Siamo a Firenze, in Piazza Duomo. Un luogo già perfetto di per sé che dovrebbe essere trattato con un certo riguardo: qui hanno lavorato i più grandi artisti, progettisti e architetti del mondo da Arnolfo di Cambio a Filippo Brunelleschi passando per Giotto, Lorenzo Ghiberti, Michelangelo e Donatello, solo per citarne alcuni. Questo significa che non si possono effettuare interventi di arte contemporanea in un ecosistema così strabiliante? No. Tutt'altro. Il coraggio di collocare opere di artisti viventi è il benvenuto, ma il livello deve necessariamente essere paragonabile ai giganti di cui sopra. E invece...".
La rivista dice che "da qualche giorno sono comparsi giusto dietro all'area absidale della chiesa di Santa Maria del Fiore, sotto la cupola del Brunelleschi, accanto al Museo dell'Opera e di fronte all'ingresso della presidenza della Regione Toscana due altissime statue firmate dall'artista Emanuele Giannelli" che "non ha i titoli per stare nel luogo straordinario dove è stato messo per volontà della Regione Toscana". La collocazione di opere di arte contemporanea in luoghi che meriterebbero solo di essere ammirati per come ce li hanno tramandati suscita sempre discussioni.