Il no al piano di Ursula von der Leyen per il riarmo dei Paesi europei potrebbe costare caro alla segretaria del Pd Elly Schlein, che appare sempre più sotto pressione, sia all'interno che all'esterno del suo partito.
Le stanze del Nazareno appaiono più blindate che mai, ma nel PD i panni sporchi non si sono mai lavati in famiglia e tanto le dichiarazioni rilasciate alla stampa, così come i silenzi, dicono molto dei malumori interni alle correnti.
Malumori che, tuttavia, covavano già sotto le ceneri e che il nuovo posizionamento in politica estera della segretaria ha solo contribuito a far emergere.
La segretaria ‘testardamente unitaria’ si trova così a essere a rischio nomination nel suo partito, potrebbe ritrovarsi isolata in Europa all’interno del Partito socialista Europeo, e fa anche molta fatica a tenere insieme i pezzi della coalizione di centrosinistra.
La presa di distanza dalla nuova politica di riarmo europeo, varata da Ursula von del Leyen e di cui si discuterà domani a Bruxelles, ha esacerbato le divisioni interne al Partito Democratico, accentuando il divario tra i suoi sostenitori e chi vorrebbe ‘sfiduciarla’.
Con una nota diffusa nel pomeriggio di ieri, la segretaria Schlein ha bocciato senza possibilità di appello il piano Rearm Europe presentato dalla presidente della Commissione UE, uniformandosi alla linea ‘pacifista’ prevalente nel centrosinistra e sostenuta da Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, con un no deciso al riarmo.
Una linea che rischia di isolarla in Europa, visto che i Socialisti europei si sono già ampiamente schierati per il sì e che non è condivisa da tutti nel Partito Democratico.
Una linea, infine, che l’ha messa in una posizione molto scomoda - per usare una metafora più popolare - la segretaria del PD è a rischio di nomination.
Contraria alla linea della segretaria è soprattutto la corrente Energia Popolare di Stefano Bonaccini, di cui fanno parte Alessandro Alfieri e l’europarlamentare Pina Picierno che, proprio ieri, ha lanciato un suo ‘manifesto’ per un Europa Libera e Forte, apertamente in disaccordo con la linea ufficiale della segretaria.
Per un’Europa libera e forte, che sappia difendersi, che sia competitiva e tuteli la democrazia partendo dall’Ucraina.
— Pina Picierno (@pinapic) March 4, 2025
Mobilitiamoci con una grande azione congiunta tra i luoghi del sapere, della politica e delle istituzioni.
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Un manifesto che hanno già detto di voler firmare Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Filippo Sensi e Alberto Losacco. L’appoggio di quest’ultimo è sintomatico del clima teso che si respira nel Pd, essendo Losacco referente di Dario Franceschini, il leader di Area la corrente di riformisti dem che con il suo sostegno ha portato Schlein ai vertici del partito.
Franceschini, però, oggi è intervenuto per mettere a tacere le polemiche ribadendo il suo appoggio alla linea della segretaria.
Ha dichiarato l’ex ministro della Cultura Dario Franceschini.
La scelta di campo in relazione alla guerra in Ucraina e alle politiche di riarmo UE, non è stata l’unico boccone amaro da ingoiare per l’opposizione interna. Recentemente il PD si è diviso anche sulla posizione per il referendum sul Jobs Act, un argomento delicatissimo dal momento che una parte del PD, nel 2016 faceva parte del Governo Renzi che sostenne e votò la legge.
In molti avevano chiesto alla segretaria di non indicare una posizione ufficiale del partito sul referendum, ma la richiesta non è stata accolta. Il PD appoggerà il Referendum della Cgil contro il Jobs Act, pur lasciando libertà di scelta ai suoi iscritti. Una posizione che ha determinato molti malumori. Tra gli scontenti ci sarebbero Alfieri, Quartapelle, ma anche la senatrice Simona Malpezzi e Piero Fassino.
Continua, infine, a non piacere la scelta della segretaria di cercare a tutti i costi un’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Alleanza che non piace a nessuno dei big e che vede le correnti divise, soprattutto dopo le dichiarazioni di Giuseppe Conte su DonaldTrump e la posizione del partito sulla Guerra in Ucraina.