Il piano di riarmo europeo presentato da Ursula von der Leyen, noto come "ReArm Europe", ha suscitato un acceso dibattito in Italia, dividendo i partiti politici. Giorgia Meloni, è chiamata a decidere, ma la questione ha già creato fratture all’interno della maggioranza e dell’opposizione.
Cosa farà l'Italia, aderirà al piano di riarmo o si chiamerà fuori? Al momento non lo sappiamo, poiché, la presidente del Consiglio non ha rilasciato dichiarazioni riguardo la posizione che porterà al tavolo dei leader europei.
Il tema degli investimenti in armi e risorse destinate alla difesa è sempre stato un tema scomodo per entrambi gli schieramenti politici, ma nelle ultime ore si è trasformato in una ‘polpetta avvelenata’ capace di creare scompiglio tanto in maggioranza, quanto nell'opposizione.
Il piano, che non richiede l'approvazione dei parlamenti nazionali, ha sollevato forti critiche. Mentre il Partito Democratico, la Lega e il Movimento 5 Stelle sono contrari, Forza Italia e Azione lo sostengono. Fratelli d’Italia, invece, non chiarito la propria posizione.
Il tema del riarmo è diventato pericolosamente divisivo per coalizioni e partiti facendo saltare schemi e alleanze.
Il primo dato politico da evidenziare è che in Italia il partito ‘pacifista’ è quello che attualmente detiene la maggioranza in Parlamento. Se il piano di riarmo europeo dovesse essere votato, sarebbe bocciato sia alla Camera e sia al Senato.
Voterebbero per il ‘no’ il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, la Lega e Alleanza Verdi e Sinistra. Sarebbero favorevoli Forza Italia, Azione e plausibilmente Fratelli d'Italia.
La votazione, tuttavia, non ci sarà, perché Ursula von der Leyen ha scelto per il suo ReArm Europe uno strumento che non prevede l’approvazione dei singoli parlamenti, ma solo il voto dei leader nazionali. Scelta giustificata dall’urgenza del provvedimento, ma che di fatto scavalca gli organi decisionali nazionali.
Sarà Giorgia Meloni, in quanto presidente del Consiglio, a decidere la linea del Governo. Una linea su cui al momento non ci sono informazioni.
Sul tema del riarmo si è ricreato, seppur a distanza, l'asse Pd-M5S con la convergenza dei due leader sulla stessa posizione.
Il 'no' di Elly Schlein al ReArm Europe ha creato una profonda spaccatura nel Partito Democratico. Un’ampia fetta di partito, infatti, non condivide la linea della segretaria che è stata interpretata come un voltafaccia all’Europa e all’Ucraina, per compiacere gli alleati di M5s e Avs apertamente schierati contro il piano di riarmo di von der Leyen.
Ha dichiarato Schlein che ha anche sottolineato l’intenzione di sollevare tali perplessità al pre-vertice socialista in programma oggi a Bruxelles.
La posizione della segretaria apertamente contraria al piano della von der Leyen è stata sconfessata anche dall’ex Commissario Europeo Gentiloni che oggi ha detto “penso che sia un primo passo, che vada nella direzione giusta”.
Smentisce, invece, le voci di spaccature e divisioni, il deputato Matteo Orfini che sottolinea l'unità del partito intorno alla linea della segretaria.
Nettamente contrario al piano di riarmo europeo è anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che ha definito il piano della Presidente UE ‘una follia’.
Contrari a nuovi investimenti in armi anche i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Diviso anche il centrodestra, dove Giorgia Meloni si è trovata a dover mediare tra i due alleati. Da una parte la Lega contraria alle ipotesi di riarmo e dall’altra Forza Italia che, invece, continua a sostenere il piano di Ursula von der Leyen.
Oggi, il vicepremier Antonio Tajani, ha detto di non condividere le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri aveva parlato di un piano di riarmo frettoloso e senza logica.
Il leader della Lega Matteo Salvini ieri aveva detto: "Se oggi avessimo un esercito comune, Francia e Germania ci avrebbero già portato in guerra".
Oggi, a margine di un evento alla Camera, Salvini ha rincarato la dose sul tema sottolineando che non metterebbe il futuro dei figli in mano al Presidente Macron, commentando il discorso fatto ieri dal capo dell’Eliseo in materia di riarmo.
Ha detto Salvini, criticando duramente la posizione dell’Europa sulla guerra in Ucraina. Il riferimento è alla proposta del presidente francese di estendere la ‘protezione’ delle armi nucleari transalpine agli altri stati europei così da ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.