Firenze ha la bella tradizione di ricordare i suoi cittadini illustri con la collocazione di lapidi nei palazzi dove hanno vissuto. L'assessore comunale alla toponomastica Caterina Biti ha detto che una targa sarà collocata in via Sant'Antonino nella casa natale di Francesco Nuti, l'attore morto nel giugno 2023 dopo una carriera nel cinema come attore protagonista in film di successo, da "Madonna che silenzio c'è stasera" a "Io, Chiara e lo Scuro" e "Son contento". Giusto ricordare un attore tanto bravo quanto sfortunato nella parte finale della sua vita ma l'amministrazione comunale da anni si è dimenticata del sindaco della Liberazione, Gaetano Pieraccini.
Era nato a Poggibonsi, in provincia di Siena, ma la sua attività di medico, scienziato e politico la svolse in riva all'Arno. E' qui che è stato avversato e minacciato dal regime fascista che lo allontanò dal posto di lavoro e lo condannò al confino, punizione poi sostituita dall'ammonizione. Dopo la caduta del fascismo, nel suo appartamento di via Cavour 8, a due passi due dalla sede del consiglio regionale, si ricostituirà la sezione fiorentina del Psi e dopo la liberazione della città viene nominato sindaco, incarico che che manterrà per oltre due anni. Durante il regime è uno degli attivisti del giornale clandestino "Non Mollare" e nella Notte di San Bartolomeo del 3 ottobre 1925 accoglie e presta le prime cure ai tre antifascisti feriti, i massoni Giovanni Becciolini e Gustavo Console, e il socialista Gaetano Pilati, che moriranno poco dopo. A Pieraccini è intitolata una via a Careggi e la sua città natale, Poggibonsi, oltre a una strada gli ha dedicato una scuola e la biblioteca. Su quel palazzo di via Cavour dove ha rischiato le bastonature degli squadristi, e dove è morto nel 1958, manca una lapide che lo ricordi. Gaetano Pieraccini se lo merita.