Fino a novanta minuti di ritardo, treni cancellati e pendolari bloccati nelle stazioni. Oggi, lunedì 31 marzo 2025, è andato in scena l’ennesimo atto della tragedia che sono diventati i trasporti pubblici italiani.
A essere interessata, questa volta è stata l’alta velocità Roma-Napoli, dove in mattinata si sono registrati notevoli ritardi a causa dell’ennesimo guasto tecnico.
Per l’opposizione la responsabilità è sistemica e coinvolge l’intero esecutivo. Tuttavia, mentre si cercano eventuali responsabili, migliaia di pendolari, viaggiatori e lavoratori, sono rimasti nuovamente ostaggio per ore del sistema ferroviario italiano.
Il guasto ha causato ritardi a catena su tutta la linea con un effetto domino, le cui conseguenze come sempre ricadono principalmente sui cittadini, per i quali il diritto alla mobilità è diventato da due anni a questa parte una incognita costante.
Un effetto domino che trova alla fine del percorso la tessera dello sviluppo del Paese, rallentato dal disastro che sono diventati i trasporti su rotaia in Italia.
E cosa fa il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini mentre il disastro ferrovie blocca l’Italia? Nulla secondo l’opposizione, che chiede se il vicepremier leghista abbia mai davvero avuto la volontà di risolvere una volta per tutte i nodi del trasporto pubblico.
La responsabilità, tuttavia, secondo il centrosinistra è anche della presidente del Consiglio che osserva senza fare nulla.
Il mese di marzo si chiude così come si era aperto, per i viaggiatori e i pendolari italiani. Un guasto tecnico non meglio specificato ha causato ritardi fino a 90 minuti sulla tratta dell’alta velocità tra Napoli e Roma. Una tratta percorsa quotidianamente da migliaia di pendolari che la utilizzano per lavoro. Il guasto è stato comunicato in mattinata, poco prima delle otto, da Trenitalia. I tecnici hanno lavorato tutta la mattinata per cercare di risolvere il problema e consentire la ripresa regolare della circolazione.
Un’eccezione? No. Ritardi e disagi sono diventati la regola nel Paese e la maggior parte delle volte sono conseguenza di guasti tecnici.
Secondo Ferrovie dello Stato, l’84% dei ritardi sarebbe causato da problemi tecnici dovuti a malfunzionamenti sulla rete, cavi usurati, problemi alle centraline e treni in avaria. È evidente, quindi, come in problema sia infrastrutturale: le linee ferroviarie italiane sono vecchi e obsolete.
La colpa, quindi, non è solo del Ministero dei Trasporti che con i fondi del Pnrr ha avviato un’ampia operazione di rinnovamento delle infrastrutture ferroviarie in tutta Italia. È responsabilità del ministero garantire che i disagi causati da interventi di manutenzione abbiano il minimo impatto possibile sull’utente finale, attraverso una programmazione efficace.
Se i ritardi e i guasti sono diventati una costante del sistema ferroviario italiano, probabilmente qualcosa nella programmazione è andato storto.
Mentre il Governo gioca a nascondino, il ministro dei Trasporti non interviene. Questa mattina, mentre era in corso l’ennesima crisi ferroviaria, Salvini ha pubblicato sui suoi canali social due post. Nessuno dei due faceva riferimento al guasto di oggi.
Quella di Von der Leyen e Macron non è la nostra Europa.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 31, 2025
La Lega ha le idee chiare: l’Italia deve essere il ponte tra Ue e Stati Uniti, perché il vero nemico per le aziende italiane oggi non è Trump, ma le folli imposizioni di Bruxelles. pic.twitter.com/EjTslxV7z4
A far sentire la propria voce e attaccare il ministro Salvini, è invece l’opposizione di centrosinistra per la quale il ministro anziché occuparsi del disastro trasporti parla di politica estera e litiga con gli alleati di governo. Governo definito a sua volta ‘irresponsabile’.
Denuncia Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva.
Secondo i parlamentari M5s delle commissioni Trasporti di Senato e Camera ci vorrebbe “una polizza anti-calamità Salvini”.
Per il deputato dem Andrea Casu, vicepresidente PD in Commissione Trasporti alla Camera, Salvini è il ‘peggior ministro dei Trasporti della storia' e che l’unica certezza che
Conclude Casu.
A inizio gennaio, a seguito di una serie di guasti ‘sospetti’ Trenitalia ha deciso di presentare un esposto contro ignoti per verificare l'ipotesi di un sabotaggio. Complotti a parte, se dallo stato di salute della rete di trasporto pubblico si misura la modernità e l’efficienza di uno Paese, allora lo stato disastroso in cui versano i trasporti pubblici italiani potrebbe essere letto come la metafora di una politica sempre più incapace di affrontare i problemi reali del Paese.
Le inefficienze, tra l'altro, hanno anche un costo tutt’altro che irrisorio. Secondo Unimpresa, ogni anno l’inefficienza delle reti ferroviarie costa circa 3,16 miliardi di euro a imprese e lavoratori. Una bella zavorra per il ‘treno Italia’, il treno dello sviluppo su cui punta una buona fetta della narrazione del Governo.
Secondo i dati diffusi dal Centro Studi di Unimpresa, ogni ora di ritardo costa agli utenti in media 15 euro Ogni giorno sono circa 800 mila le persone che utilizzano l’alta velocità in Italia.
Per quanto riguarda il trasporto merci, invece, i ritardi costano circa 912 milioni all’anno, mentre il settore turistico avrebbe fatto registrare una perdita economica di circa 450 milioni di euro l’anno.
Numeri che non possono essere risultato di una serie di sfortunate coincidenze, ma sono il frutto di un concorso di cause che chi doveva non ha saputo gestire.
Il Governo cosa fa? Mentre l’opposizione chiede le dimissioni del ministro Salvini, da Palazzo Chigi non battono colpo. Durante un question time alla Camera dei Deputati di qualche settimana fa il ministro Luca Ciriani, affermò che i disagi erano dovuti ai necessari interventi di miglioramento della linea ferroviaria i cui benefici si sarebbero visti nel medio e lungo termine. E nel frattempo, ai pendolari non resta che incrociare le dita e sperare nella buona sorte.
Fino a quando i cittadini e le aziende potranno permettersi di aspettare che il ministro Salvini e il Governo facciano qualcosa per restituire al nostro sistema di trasporto quella modernità ed efficienza che oggi sembrano così lontane?