07 Apr, 2025 - 17:16

Perché i nuovi dazi potrebbero essere un autogol per Trump? I sondaggi parlano chiaro

Perché i nuovi dazi potrebbero essere un autogol per Trump? I sondaggi parlano chiaro

Donald Trump ha annunciato una serie di nuovi dazi su decine di paesi. Mentre il presidente statunitense considera queste misure come una difesa dell’economia americana, i sondaggi suggeriscono che gli americani potrebbero non essere così entusiasti di queste politiche. L’opinione pubblica americana è polarizzata ma sembra più unita nei timori che i dazi possano danneggiare l’economia. Questa mossa rischiosa potrebbe, però, rappresentare un punto di svolta nella presidenza Trump, soprattutto in vista i prossimi appuntamenti elettorali. 

Trump e i dazi: Il Giorno della Liberazione o una mossa rischiosa?

Lo ha chiamato il "Giorno della Liberazione" e sembra l’unico a festeggiare questa giornata. Donald Trump ha annunciato, il 2 aprile, una nuova serie di dazi per decine di paesi. Il presidente statunitense aveva anticipato da giorni la sua intenzione di imporre dazi non solo su 15-20 paesi ma su una lista più ampia.

Il 2 aprile è arrivato l'annuncio atteso di un'imposta universale del 10 per cento su tutti i beni importati. Oltre 185 nazioni sono state colpite infatti con queste tariffe minime, come per esempio Regno Unito, Brasile e Arabia Saudita. Per altre decine di paesi, questa cifra varia tra il 10 e il 20 per cento. Tra quelli più colpiti ci sono i paesi che l’amministrazione statunitense ritiene dannosi per l’economia americana. Sono stati presi di mira, quindi, sia i partner storici degli Usa, come l’Unione europea, che gli avversari, come la Cina.

Trump ama i dazi. Infatti, ha imposto le tariffe sin dal suo primo mandato ma il tycoon sembra essere più aggressivo nella sua agenda di questo secondo mandato appena iniziato. Il presidente statunitense è un convinto sostenitore dell’America First e vuole "rendere l’America di nuovo grande". I dazi, quindi, sono visti come un modo per proteggere l’economia americana e sollevare la produzione interna.

La campagna elettorale del 2024 che ha aperto la strada al ritorno di Trump era stata segnata da due temi principali: immigrazione e economia. Il tycoon ha attaccato infatti più volte Joe Biden sul tema del carovita. Ha promesso di risanare l'economia e abbassare i prezzi una volta tornato alla Casa Bianca.

Sono passati poco più di due mesi dal suo ritorno alla Casa Bianca e sembra che il presidente, con le sue politiche drastiche, stia cercando di mantenere le promesse di inasprire le leggi sull’immigrazione.

Allo stesso tempo, però, l'aggressiva mossa sui dazi potrebbe costare cara a Trump. I mercati finanziari sono ormai agitati dall’annuncio di "dazi per tutti". Queste misure potrebbero anche rivelarsi un errore fatale aumentando i prezzi e diminuendo il potere d’acquisto della popolazione,  ancora peggio, l'economia potrebbe entrare in recessione.

Cosa pensano quindi gli americani delle mosse di Washington per riorganizzare l’economia? La risposta potrebbe riservare sorprese, mentre i cittadini riflettono sul prezzo da pagare per la protezione economica promossa da Trump.

Il calo di consensi di Trump: la divisione sull'efficacia dei dazi

Un recente sondaggio della Marquette Law School ha mostrato come gli americani valutino le politiche di Trump. Il 58 per cento degli intervistati crede che i dazi introdotti dal presidente abbiano un impatto negativo sull'economia, mentre il 28 per cento pensa che possano portare vantaggi. Questi dati riflettono una divisione piuttosto marcata nell'opinione pubblica, suggerendo che la strategia commerciale di Trump non goda di un ampio consenso. 

Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos, invece, il tasso di approvazione di Donald Trump è sceso al 43 per cento, il livello più basso dal suo ritorno alla Casa Bianca. Questo calo di consensi segna un ulteriore declino nella popolarità del presidente evidenziando le crescenti difficoltà che sta affrontando nel mantenere il sostegno pubblico in vista delle prossime sfide politiche.

Le elezioni di medio termine e la sfida per Trump

L’ago della bilancia saranno sicuramente le elezioni di medio termine. Trump non ha un buon precedente in questo campo. Durante il suo primo mandato, infatti, aveva il controllo del Congresso, ma ha perso il controllo del Senato nel 2022.

Ad oggi, i repubblicani detengono nuovamente una stretta maggioranza alla Camera dei rappresentanti e al Senato. I dazi imposti dal presidente potrebbero quindi diventare uno strumento per esprimere lo scontento verso le politiche economiche della sua amministrazione.

Nel frattempo, nelle corse elettorali, i repubblicani di Trump hanno già subito un primo duro colpo. Nel Wisconsin, uno stato chiave e politicamente indeciso che Trump aveva sostenuto, un candidato liberale ha conquistato un seggio alla Corte Suprema dello stato. Questo risultato rappresenta una netta sconfitta per Trump e segna un cambiamento nelle dinamiche politiche locali, con segnali di resistenza contro le alleanze più strette tra Trump e le figure di spicco del suo movimento.

AUTORE
foto autore
Nazlican Cebeci
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE