Il congresso federale della Lega, concluso domenica a Firenze, ha riconfermato la segreteria di Matteo Salvini e rilanciato la sua leadership.
Archiviate le polemiche, militanti, parlamentari e amministratori leghisti hanno blindato la figura del segretario, sostenendo il sogno che Salvini non ha mai abbandonato dall’assoluzione nel processo Open Arms: tornare al Ministero dell’Interno. Un’ipotesi accolta con freddezza dagli alleati di governo, in particolare Forza Italia, e dallo stesso titolare del Viminale, il ministro Piantedosi.
Tra i momenti salienti del congresso, anche l’iscrizione di Roberto Vannacci alla Lega. La possibilità, ventilata da tempo, si è infine concretizzata: il generale, campione di preferenze alle scorse europee ed eletto in quota Lega da indipendente, è diventato ufficialmente un militante del Carroccio, con una scelta che segna l’abbandono del progetto politico solitario e identitario e la piena adesione all’agenda sovranista del partito di via Bellerio.
Il congresso della Lega sembra così aver archiviato le tensioni degli ultimi mesi, emerse soprattutto nell’insofferenza degli storici militanti del Nord, preoccupati che a Roma non fossero difese, con tenacia, battaglie fondamentali come l’autonomia differenziata.
A contrastare la percezione di un’agenda politica troppo sbilanciata sul Sud e distante dal mondo produttivo del Nord — da sempre cuore del progetto leghista — è arrivata però l’elezione del nuovo Direttivo Federale della Lega.
Dei 22 membri eletti, 16 provengono infatti dalle regioni settentrionali del Paese. Tra loro anche l’europarlamentare leghista Silvia Sardone, che ha commentato ai microfoni di Tag24 l’esito del congresso:
“Quelli di Firenze sono stati due giorni molto belli di una grande famiglia che guarda al futuro. Essere stata eletta nel Direttivo federale è per me un onore: qui porterò il mio contributo a difesa dei nostri valori, delle nostre tradizioni e della nostra identità. Da donna difenderò le nostre libertà. Sarà una bella sfida”
Interrogata sull’iscrizione di Vannacci alla Lega, Sardone sceglie di evidenziare quello che, a suo giudizio, è il naturale esito di un percorso iniziato con le elezioni europee dello scorso giugno:
“Vannacci è già mio collega al Parlamento europeo, dove partecipa alle riunioni di delegazione. La sua iscrizione è per me una naturale conseguenza. Poi, se dovesse essere indicato da Salvini come vice segretario, questo rientrerebbe nei poteri del segretario stesso. È indubbio che Vannacci abbia portato consenso al partito e che sia apprezzato dai cittadini e anche da molti militanti”.
Commentando l’indicazione del congresso federale che, a chiare lettere, ha chiesto al segretario un’azione politica che lo riporti al Ministero dell’Interno, Sardone ritiene si tratti di una richiesta legittima, fortemente sentita dai militanti:
“Al congresso, sia sul palco che dietro le quinte, i militanti chiedevano a Matteo Salvini di ritornare al Viminale. Questo non vuol dire criticare Piantedosi. La grande stima nei suoi confronti non toglie il fatto che i militanti rivogliano Matteo in quel ruolo. Non è lui ad averlo richiesto, ma il partito stesso.
Non credo che questo possa guastare i rapporti con gli alleati. Si tratta di una legittima richiesta di un partito che vede, nel segretario rieletto, il miglior ministro dell’Interno che ci sia mai stato”.